Mediterranean Jazz Quartet, con Nicola Buffa alla chitarra, porta il fascino del jazz mediterraneo nella Sala Agnini di Roma l’8 novembre.
Dopo il successo di “Una Favola Mediterranea – al tramonto del Colosseo”, Mondospettacolo torna a seguire con entusiasmo il percorso del Mediterranean Jazz Quartet.
Nel cuore pulsante della Capitale, dove i rumori della città si affievoliscono e lasciano spazio a uno spazio quasi sospeso, sabato 8 novembre alle 19.00 il quartetto – il Mediterranean Jazz Quartet – ci condurrà lungo una rotta sonora che abbraccia il Mediterraneo, le sue suggestioni, i suoi silenzi antichi e i ricordi che ancora vibrano. In quell’atmosfera raccolta, quasi come una luce nel tardo pomeriggio, la sala si farà “porto” di melodie, conversazioni tra gli strumenti, e un racconto che nasce dal mare.
Al centro del racconto c’è il chitarrista Nicola Buffa, anima guida del quartetto. Buffa non è solo un esecutore: è un viaggiatore della musica, che sceglie percorsi audaci tra radici e modernità.

Insieme a lui ci sono il pianista Francesco Bignami, il contrabbassista Bruno Zoia e il batterista Cesare Botta. Questa formazione ha dato voce a un’idea di jazz che non rincorre solo lo standard, ma esplora, contamina, osa.
Il Mediterraneo – mare di confine, mare d’incontro – diventa palco e metafora. I brani originali del gruppo si ispirano a sonorità latine, orientali, jazzistiche. Ogni pezzo è un piccolo pontile da cui salire e navigare. Rifacendosi a come viene raccontato nella presentazione scorsa della formazione, il quartetto “percorre la strada difficile, ma meravigliosa, della musica originale”.
Ecco dunque che ascolteremo non solo brani conosciuti del jazz, ma anche rivisitazioni che portano le tonalità classiche verso nuovi orizzonti. Il suono della chitarra di Buffa, per esempio, attraversa la tradizione con leggerezza e determinazione; a volte pizzicato, a volte carezzato, altre volte accarezzato da un’eco mediterranea che ti sorprende, ti avvolge. Il pianoforte di Bignami risponde con arpeggi limpidi, a tratti percussivi, spalancando finestre sul tempo. Il contrabbasso di Zoia – quella base profonda che ti fa tremare leggermente dentro – definisce gli spazi. E Botta, alla batteria, scandisce i battiti: talvolta respirati, talvolta impetuosi, come il mare quando si muove.
Perché la musica del Mediterranean Jazz Quartet è un abbraccio: non convenzionale, sincero, senza fronzoli. In un mondo dove troppo spesso l’arte si fa orpello, qui trovi autenticità. Nicola Buffa e compagni non cercano applausi facili, cercano ascolto vero. E in un luogo come la Sala Agnini – luogo intimo, accogliente, dove il pubblico diventa parte del racconto – il concerto diventa esperienza: si sente il respiro del musicista, il piccolo ticchettio dell’accordatura, l’attimo prima che l’assolo prenda il largo.
Aspettati momenti di sospensione. Frasi musicali che si fermano a metà, come se stessero per dire qualcosa e poi tacciono. Aspettati silenzi – che non sono vuoti, ma pieni di attesa. Aspettati il mare in sottofondo, o almeno la sensazione che arrivi a lambire il palco. Aspettati che Nicola Buffa, con la chitarra, ti dica qualcosa che non sapevi di aspettare. E che il gruppo, unito, ti porti via per un’ora, un’ora e mezza, nel blu mediterraneo delle note.
Arrivare con qualche minuto d’anticipo può aiutare: scegliere un buon posto, respirare, lasciar andare il rumore della strada. Non è solo un concerto: è un invito al viaggio.
Con la musica del quartetto, la sera si farà orizzonte, e noi saremo lì, seduti, pronti a seguirla.
Dino Tropea MondoSpettacolo Roma


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