Mektoub my love – Canto uno: in blu-ray l’inno alla vita di Kechiche

Passato sugli schermi della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2017 e distribuito nelle nostre sale nel Maggio successivo, Mektoub my love – Canto uno apre immediatamente all’insegna di un caldo amplesso tra il giovane Tony e la sensuale e nudissima Ophélie. Ma andiamo in ordine: chi sono Tony e Ophélie.

Rispettivamente con le fattezze di Salim Kechiouche e di Ophélie Bau, sono il cugino e la migliore amica di Amin alias Shaïn Boumedine, aspirante sceneggiatore residente a Parigi, ma che torna per l’estate nella sua città natale, nel sud della Francia.

Partendo da questi tre personaggi, il cineasta tunisino Abdellatif Kechiche attinge liberamente dal romanzo La ferita, quella vera di François Begaudeau per mettere in piedi circa tre ore di visione a proposito di cui precisa: “Ho girato questo film perché, pur non essendo biografico, riflette qualcosa di me. Non volevo parlare di me, non volevo spiegarmi. Tutti abbiamo avuto delle esperienze amorose in gioventù. Non ho la personalità dei miei protagonisti ma posso identificarmi in ognuno di loro. Li guardo, li osservo, li amo, tutto qui. Li analizzo senza giudicarli. Mi fanno domande sul mektoub, sul destino, sulla natura del bene e del male e sulla loro ambiguità. Questo film è anarchico nel senso nobile del termine, e cioè che mira a spezzare le catene della gerarchia. Il cinema francese è ostile ai miei discorsi sulla libertà, e questo ha posto più di un ostacolo all’esercizio della mia professione”.

Quindi, circa tre ore di visione atte ad indurre ad una riflessione sul significato della parola “destino” nell’immergersi in una stagione calda del 1994 che vede Amin ritrovare amici e familiari, ma anche rimanere incantato dalle numerose figure femminili che lo circondano.

Perché, man mano che viene verbalmente citato, tra gli altri, l’attore italiano Aldo Maccione, è da un lato un inno alla vita e alla luce, dall’altro un’ode in fotogrammi alla bellezza quello che prende progressivamente forma.

Un inno che, nello spingere a chiederci se siamo governati da forze più grandi di noi e quale sia l’impatto delle decisioni di alcuni sulla vita di tutti, sguazza tra sentimenti, bagni al mare e serate in discoteca, accompagnato da storiche hit musicali del calibro di You make me feel (Mighty real) di Sylvester e San Francisco di Scott McKenzie.

Con le consuete dilatazioni temporali kechichiane testimoniate sia dalla lunga sequenza della nascita dell’agnellino che da quelle di ballo, le quali sembrano riconfermare una passione per l’argomento da parte del regista, già intuibile nella situazione della danza del ventre inscenata nel 2007 in Cous cous.

Provvisto di trailer e di ventuno minuti di intervista a Kechiche nella sezione extra, Mektoub my love – Canto uno è disponibile su supporto blu-ray sotto il marchio CG Entertainment (www.cgentertainment.it).

 

 

Francesco Lomuscio