MEZZAVERA: i suoi “Vizi Capitali”

Esordio discografico in rosa per Cecilia Spinelli in arte MEZZAVERA. Esordio di emancipazione come ci si aspetta di sempre da un primo lavoro che consacra se stessi alla rivalsa pubblica, per quanto ci sia ancora un valore da dare a questa quotidianità di effimera presenza per tutti. Ma un’artista giovane come MEZZAVERA è partigiana di quel modo di essere e non dell’apparire e lo dimostra in un disco come “Vizi Capitali” in cui l’estetica dai sapori fortemente digitali si fa struttura semplice e fortemente ispirata dalle grandi radici di quel genere in cui la canzone d’autore si contamina di r’n’b e urban. Molto metropolitano il video e l’incedere delle strofe del singlo “Grattaceli”. In ogni dove del disco c’è la voglia che diviene bisogno di alzare la testa contro i periodi scuri del proprio fondo. E ci piace questa voce dalle tinte scure che un poco si macchia di quel blues dannato di vita.

Noi spesso parliamo di bellezza. Ne parliamo anche per riferirci non solo alla bellezza sfacciata ma anche quella profonda, interiore… ecco dicci la tua: per Mezzavera cosa significa la bellezza?
Il concetto di bellezza è un concetto complicato da analizzare. Personalmente penso che la bellezza, soprattutto per ciò che concerne la bellezza artistica, sia ciò che di più soggettivo possa esistere. Quando parlo di bellezza vado oltre lo stereotipo di quella che voi definite come bellezza “sfacciata”. E’ bello ciò che ti arriva dritto negli occhi prendendo il sopravvento su tutto il resto; ti invade in modo quasi fastidioso e prepotente. E ti sembra diventare improvvisamente la cosa più oggettiva che possa esistere.

E per restare sul tema: quanto conta la bellezza per la scrittura e la nascita di un brano? Scrivi pensando alla bellezza anche?
Assolutamente sì. La bellezza, nella concezione che vi ho spiegato prima, rappresenta sicuramente uno dei motori principali a cui ricorro quando inizio a scrivere un pezzo. Chiaramente non è il solo. Ci tengo però a puntualizzare il suo ruolo di motore e non di obiettivo; scrivere un brano con il fine di raggiungere la bellezza può diventare molto pericoloso, si rischia a quel punto di cadere in una scrittura priva di sincerità e di spontaneità che rappresentano per me due prerogative fondamentali. Focalizzarsi sul raggiungimento della bellezza può diventare proprio il principale ostacolo al godere della bellezza insita all’interno dell’esperienza di scrittura.

Che poi questo taglio di voce molto quotidiano, assai lontano dal cliché del bel canto main stream italiano.. Anche questo è un risvolto particolare della bellezza non trovi?
Penso di essere un po’ troppo di parte per poter rispondere. Come vi ho detto prima, credo che sia qualcosa di davvero soggettivo. Non penso ci sia un risposta corretta.

C’è tanta vita metropolitana dentro questo disco. Una vita che ti appartiene o che in qualche modo hai solo descritto?
La vita che ho descritto sento di poter dire che altro non è che la mia vita. Sicuramente una vita metropolitana. Ho sempre vissuto a Roma e mi piace descriverla in maniera implicita all’interno dei miei testi. Roma mi ha cresciuta, le strade, il traffico, i semafori, i mercati, la metropolitana sono compagni di viaggio che mi porto dietro da sempre e rappresentano la mia quotidianità.

Nel video di Grattacieli la bellezza sfacciata viene messa da parte.. C’è in qualche modo la rivalsa.. questo è un disco di riscossa personale?
Non lo definirei personalmente così. E’ un disco che è nato un po’ per caso, di fretta, un sabato mattina quando ho realizzato che tra qualche accordo e qualche parola avevo iniziato effettivamente a creare qualcosa che mi rendeva soddisfatta. Non ho mai sentito il bisogno, fortunatamente, di prendermi la rivincita su qualcosa o su qualcuno. Quello che faccio, lo faccio prima di tutto per me e questa è la mia più grande soddisfazione. Il video di grattacieli per me è la rappresentazione della bellezza reale, lontana dagli stereotipi, la bellezza del quotidiano e della normalità.

A chiudere: Vizi Capitali è un titolo forte. Che sulle prima sembra non entrare nel disco.. E invece?
Vizi capitali è una sintesi, imperfetta, della mia vita degli ultimi anni. Un dipinto di mezze verità, un percorso che punta alla felicità, o alla bellezza per rimanere in tema, che non è però privo di inclinazioni profonde, morali e comportamentali proprie dell’animo umano. Sette le canzoni dell’album e sette i vizi capitali.