Michael Segal è un artista poliedrico, noto per le sue interpretazioni in oltre 90 produzioni cinematografiche e televisive, oltre che per il suo talento come sceneggiatore, regista e autore di romanzi. Con una carriera che spazia dagli stunt alle arti marziali, dalla scrittura creativa alla recitazione, Segal è una figura di spicco nel panorama artistico internazionale. In questa intervista, esploreremo il suo percorso unico, le sfide affrontate e i progetti futuri.
Michael, la tua carriera è incredibilmente variegata. Come hai scoperto la tua passione per il cinema e quali sono stati i momenti chiave della tua formazione?
Ciao Alex! E’ un piacere per me ricordare che, quando avevo 6 anni, rimasi così divertito dal film di Jerry Lewis “Artisti e Modelle” che, una volta terminato, andai da mia madre e le comunicai che da grande, sarei stato un attore, perché volevo far divertire le persone. Laboratori teatrali con Massimo Malucelli dell’Actor’s Studio, Ferdinando De Laurentis (Rai), Marte Costa della tua bellissima Torino e Il Beverly Hills Studios in California, sono stati i miei mentori attoriali. Poi ovviamente ci sono i libri sui vari metodi di recitazione ed i manuali che un attore dovrebbe leggere, prima di intraprendere questa strada, i vocal coach e i testi di psicologia.
Hai studiato recitazione, regia e hai acquisito competenze da stuntman. Come queste diverse discipline influenzano il tuo lavoro come attore e regista?
Impara l’arte e mettila da parte, mi diceva sempre mia madre. Amo apprendere, studiare, prepararmi e, adorando il mio lavoro, ho cercato di conoscere il suo linguaggio ad ampio spettro, sperimentando e facendo, provando, imparando e mettendo in pratica. Ormai posso dire di aver accumulato una certa esperienza, così da poter osservare questo lavoro sotto molti punti di vista: regia, luci, montaggio, sound design e sceneggiatura. Lo stuntman è una qualifica in più, ottenuta con corsi specifici a Milano, San Marino e Danimarca, che ha arricchito la mia esperienza attoriale e mi ha permesso di poter viaggiare in diverse parti del mondo, rendendomi adatto a poter essere preso in considerazione per un numero maggiore di ruoli.

Hai lavorato in film come Nympha, Zombie Massacre e Dark Resurrection. Quale di queste esperienze consideri la più significativa e perché?
Risposta politicamente corretta, ma vera. Sono film diversi, di registi diversi, con atmosfere diverse, fuori e dentro il set. I tre film citati sono di registi che reputo incredibilmente competenti, ma soprattutto, che considero cari amici, che condividono con me la passione per la settima arte. Ivan Zuccon, Marco Ristori, Luca Boni e Angelo Licata, sono tre immensi professionisti, con competenze e sensibilità diverse ed essere stato scelto per lavorare con loro, mi rende piuttosto orgoglioso di me stesso. Cito questi maestri perché hai menzionato questi tre film, ma ho lavorato con diversi altri registi molto talentuosi e li tengo tutti abbracciati al mio cuore.
La tua formazione come stuntman ti ha permesso di interpretare ruoli fisicamente impegnativi. Qual è stata la scena più difficile che hai girato?
Adoro girare scene pericolose! E senza uscire dal personaggio! Sono così emozionanti e così vere! Per questo motivo credo che ogni attore dovrebbe saper sfruttare le proprie potenzialità fisiche al massimo. Ti apre un mondo. Un livello superiore di confidenza e di controllo sul tuo corpo. Comunque, la scena più difficile che ho girato, è stata un combattimento in un film in India, molto complesso, con cavi, corde, ganci e pistoni idraulici. In breve, dopo averle prese di santa ragione dal protagonista, lui mi afferra con una catena entrambe le gambe e, completamente imbragato, mi ha fatto volteggiare ad una velocità elevatissima rasoterra intorno a lui, usandomi come falce contro tutti gli altri suoi nemici. Dopo qualche take, statisticamente gli incidenti aumentano di probabilità e urto con la testa il ginocchio di uno stunt che doveva saltarmi, riportando una lieve commozione cerebrale. Anche cadere da una macchina in corsa, non è stata una passeggiata, come anche rimanere bloccato dentro al relitto di una nave a diversi metri di profondità in mare aperto.

Oltre alla recitazione, hai scritto sceneggiature e diretto cortometraggi. Come bilanci questi ruoli con quello di attore?
Ho un cervello che non vuole assolutamente fermarsi mai! Cavolo! Anche mentre sono in palestra continua a sviluppare idee, organizzare, inventare e passo le giornate a prendete appunti e note, ovunque io sia. L’esperienza come attore e gli studi, mi hanno inevitabilmente avvicinato al mestiere di regista, che ho assaggiato con qualche cortometraggio e con due film/saggio di una scuola internazionale e punto a far diventare questa professione parte integrante del mio percorso artistico. Le sceneggiature che ho scritto e che sto proponendo a diverse produzioni, hanno suscitato l’interesse di produttori italiani, francesi, maltesi, americani, greci, croati, britannici e hanno attirato l’attenzione di un premio Oscar e di alcuni altri attori conosciuti a livello mondiale. Grazie alla mia partner, l’attrice italo/francese Desiree Giorgetti, che aggiunge il tocco femminile e più livelli di sensibilità alle dinamiche e profondità emotiva ai personaggi, le nostre storie mi fanno ben sperare in un futuro anche come sceneggiatore e produttore. La strada è in salita, tanto per cambiare, ma sono così testardo… nel bene e nel male.
I tuoi romanzi esplorano temi complessi come il mistero e il sovrannaturale. Quanto la tua esperienza cinematografica influenza la tua scrittura?
Cavolo, cerco di essere sintetico ma le tue domande sono stimolanti. Vorrei sapere quanti sono arrivati a leggere fino a qui! Se ci siete ancora, grazie! Vi voglio bene! I miei 10 romanzi sono storie incredibilmente cinematografiche e trarne sceneggiature sarebbe un gioco da ragazzi. Il problema è che non ci vado affatto leggero quando scrivo e riconosco che i costi potrebbero essere piuttosto elevati per la realizzazione di un film. Ma tutti coloro che hanno letto i miei romanzi e hanno voluto condividere con me il loro parere, hanno detto appunto, che sembrava loro di guardare un film. Sono romanzi piuttosto evocativi e frutto di colossali ricerche di fisica, scientifiche, astronomiche, religiose, meccaniche, storiche. Più ne scrivo e più studio e imparo, più imparo e più mi sento felice. A proposito, sono tutti in esclusiva Amazon, in italiano ed in inglese, in digitale e cartaceo.

Con oltre 70 premi internazionali come miglior attore, quale riconoscimento ti ha reso più orgoglioso e perché?
Sono 74! Ahaha! Ci sono davvero un numero impressionante di festival del mondo, ma solo alcuni contano davvero qualcosa. Anyway, quelli a cui tengo di più sono quelli Americani, Britannici e Francesi. Molti di questi, sono stati vinti con “Lion”, un prodotto di un regista Italiano che però vive in Spagna, Davide Melini. E ora preparatevi ad una cosa smielata: il riconoscimento che mi rende più orgoglioso, è quello di mio figlio Ethan, quando mostra ai suoi amici (tutti miei fan) i miei film, con tanto di richieste di foto, autografi e messaggi audio personalizzati. Dio quanto siamo narcisi noi attori…
Qual è il segreto del tuo successo nelle produzioni in lingua inglese, considerando che lavori sia in italiano che in contesti internazionali?
Ho avuto una vita molto poco lineare. Ho viaggiato molto. Ho fatto esperienze estreme e lavorato in settori assolutamente atipici. Ho vissuto all’estero e alla mia veneranda età, mi sono appena trasferito in Francia e sto studiando la lingua. Non mi sono mai fossilizzato su una cosa solamente e la mia mentalità è sempre stata internazionale. Il mercato italiano, è cosa nota, presenta alcuni ostacoli che non vorrei descrivere esplicitamente, così la mia attenzione è, da sempre, orientata al mercato internazionale. Così, mentre in Italia gli agenti non rispondono neanche alle mie e-mail, sono rappresentato da due agenzie piuttosto rinomate e di livello mondiale, una con sede a Londra e una con sede a Parigi. Pensa che alle volte faccio pure il doppiatore, in inglese o in italiano, per prodotti stranieri.

Tra i tuoi progetti futuri ci sono film come The Martial Avenger e Django Undisputed. Puoi darci qualche anticipazione?
Ci siete ancora? Facciamo un’intervista a puntate come una serie tv? Ahahah! Bè io vado avanti. Una delle più belle sorprese dell’anno appena finito (sottolineo una, perché ho avuto la fortuna di incontrare persone straordinarie) è stata quella di incontrare una bellissima anima, che si chiama Claudio Del Falco, regista, attore e campione del mondo di Karate. Il nostro rapporto, nato per puro caso, ci ha portato a stringere una bella amicizia ed un supporto reciproco, a cui tengo particolarmente. I due film che hai citato sono stati girati l’anno scorso e usciranno quest’anno in tutto in mondo, doppiati in sei o sette lingue. Questi due film, sono la dimostrazione che in Italia, c’è ancora qualcuno che gioca secondo le proprie regole, che ha coraggio, competenza, passione e che cammina a testa alta, senza piegarsi al sistema. Claudio è una forza della natura. Non trovo altri modi per descriverlo. The Martial Avenger è un revenge movie/action e Django Undisputed è uno spaghetti western, entrambi scritti, diretti ed interpretati da Claudio, dove sono l’antagonista principale!
Stai lavorando a nuovi romanzi o sceneggiature? Quali temi ti piacerebbe esplorare in futuro?
Perennemente. Il mio prossimo romanzo, in fase di scrittura, affronta una vicenda inquietante in un mondo distopico, in un futuro prossimo, nel quale il nostro rapporto con le AI ha preso dei risvolti inattesi. Ho terminato da poco la mia sceneggiatura numero 15. Ora mi dedicherò alle revisioni. Ci sono molti temi che mi piacerebbe affrontare, ma uno che ho in mente da molto tempo, riguarda la sensibilizzazione e l’esortazione a fare meglio di quanto stiamo facendo, come specie. Sono molto amareggiato dai comportamenti che buona parte del mondo ha recentemente abbracciato. Una vita “social” così diversa da quella reale. Nell’epoca della massima disponibilità e facilità di comunicazione, credo che ci stiamo isolando sempre di più e non siamo mai stati più lontani. L’umanità, la compassione, il supporto, il buon gusto, l’onore, la decenza, il romanticismo, la pace, l’eccellenza, il sacrificio, l’impegno, l’intelligenza e la resilienza, sono concetti che stanno gradualmente scemando. Non è un caso che, per la prima volta nella storia dell’umanità, la media del quoziente intellettivo mondiale, stia regredendo. Mi piacerebbe puntare un po’ l’attenzione su cose che stanno venendo dimenticate.

Con la tua vasta esperienza, quali consigli daresti a chi vuole intraprendere una carriera nel cinema, sia come attore che come regista?
Aaaah, sono quelli che filosoficamente si dicono a tutti coloro che hanno un sogno. Ce la fa quello che fallisce un numero pari di volte e vince un numero dispari. Non ci sono consigli giusti o sbagliati, buoni o cattivi. Se arrivi a riuscire a viverci dignitosamente, il tuo percorso era quello giusto.
Come affronti le sfide nel mondo dello spettacolo e cosa ti motiva a continuare a innovare?
Spesso, ammetto, sono demotivato, arrabbiato, frustrato e alle volte invidioso. Io ci provo a fare altro, ma anche se sono bravo (sono un personal trainer e un operatore del benessere, con 84 attestati), non mi piace per niente. Citerò “The disaster artist”: Per un attore, il peggior giorno su un set, è molto meglio di qualsiasi fantastico giorno fuori da un set. Affrontare le sfide del mondo dello spettacolo, significa affrontare ciò che sono.

Cosa pensi dell’evoluzione del cinema d’azione e del thriller in Italia? Quali opportunità vedi per il futuro del genere?
Non la vedo benissimo. Manca il coraggio. Mancano investitori. Il cinema italiano si è spostato principalmente sulla commedia e sui drammi sociali. Nonostante abbiamo attori poco conosciuti, che posso fare molto bene e gruppi di stuntman eccellenti. E’ un peccato. Chissà che quest’anno… non accada qualcosa… che…
Hai mai pensato di combinare il tuo amore per la scrittura e la regia in un progetto completamente tuo, magari un lungometraggio basato su uno dei tuoi romanzi?
Cerrrrrrto! Sto proprio lavorando su questa cosa, ora. Dopo anni, si sono aperti nuovi sodalizi e ho un po’ di persone che credono in quello che faccio e che scrivo, quindi si abbassa la testa e, come il Toro che sono, corro in avanti, pronto a sfondare un muro. Alle volte do solo una capocciata nucleare, ma riprendo la ricorsa e riparto. E ho la sceneggiatura del mio ultimo romanzo, Fiat Lux, che tratta una tematica profonda ed inquietante, che scalpita per trovare una grossa produzione.

Michael mi raccomando: continua a ispirarci con il tuo talento e la tua dedizione al mondo dello spettacolo. Non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserverai per il futuro considerato che sei un artista così eclettico e appassionato.
Spero solo di non arrivare al successo postumo!
Ciao a tutti! Un abbraccio!
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