Michele Bo pubblica il suo nuovo brano “Orfeo ed Euridice”, una brillante composizione che rispecchia a pieno la sua personalità.

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?

Buongiorno a tutti, sono Michele Bo, faccio musica e mi piace farlo. Vengo dal mondo della scrittura, fin da quando andavo alle medie scrivevo poesie, pensieri, emozioni, idee, e analisi sul mondo che mi circondava. In parallelo ogni tanto suonavo la chitarra o qualche brano sulla tastiera. Solo recentemente ho messo assieme la mia passione per la musica e la passione per la scrittura e devo dire che mi si è aperto un mondo meraviglioso da esplorare. Dove sta andando la musica commerciale? Ebbene, ovunque stia andando io voglio distinguermi prendendo la direzione diametralmente opposta e seguendo il mio percorso ovunque esso mi porti. Mi piace scrivere, mi piace fare musica. Penso di avere da dire molto, ma non molto tempo a mia disposizione per esprimermi. Quindi devo distillare bene ciò che ho da dire e ciò che voglio produrre. Detto questo, penso comunque che ci sia un ritorno del cantautorato, soprattutto nella musica indie. Data l’invasione della tecnologia e delle intelligenze artificiali generative, dei social media inondati da superficialità, sempre più le persone daranno valore e vorranno vedere l’autenticità dell’individuo, l’originalità dell’essere umano che c’è dietro ad un contenuto musicale e la storia che c’è dietro alla nascita di quelle parole gettate nell’aria assieme alla musica. Ve lo vedete un robot che canta ad un concerto? No. Le persone vogliono vedere altre persone cantare, vogliono relazionarsi e provare emozioni genuine, vogliono sapere sempre più sulla storia dell’autore, cosa c’è dietro ad un brano ed entrare nella sua vita, vogliono e provare emozioni, emozioni vere e autentiche, e farle proprie. Sicuramente ci saranno anche le musichette d’ascensore, ma qui parliamo di altro. Parliamo di emozioni, parole, sentimenti, pensieri, e idee. Autenticità e persone, esseri umani che si relazionano con altri esseri umani. Per questo voglio rimanere nella mia originalità, curare personalmente ogni aspetto e parola, raccontare di ciò che mi sta a cuore, idee e pensieri, portare l’attenzione su punti di vista alternativi, dare il mio contributo alla società di cui faccio parte e possibilmente lasciare un segno positivo nella vita di qualcuno.

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi sceglieresti? E perché?

Sebbene abbia detto nella domanda precedente che i concerti saranno alla base della carriera di un’artista, in questo momento mi voglio concentrare maggiormente sulla produzione, sui contenuti, sull’arte musicale e sui testi delle mie canzoni. Mi piacerebbe fare anche delle collaborazioni. Alcuni artisti indie che ammiro molto sono Fulminacci, Galeffi, Calcutta, e Eddie Brock. Sarebbe un sogno anche incontrare personaggi come Guccini e Vecchioni e farci due chiacchiere. Altri artisti con cui mi piacerebbe interagire sono Brunori Sas, Samuele Bersani, Tricarico, de Gregori, Mobrici, Legno, Mannarino, Murubutu, Gazzelle, i Pinguini T.N., Frah Quintale, Coez, Ariete, Madame, Ultimo e moltissimi altri, mi accorgo che sto facendo una lista lunghissima, ma mi dispiace escludere alcuni artisti e sicuramente mi sono dimenticato di nominare qualcuno. In ogni caso un concerto o una collaborazione la vedo lontana, ci sono comunque molti artisti emergenti sconosciuti con cui mi piacerebbe interagire di più prima di collaborare con uno degli artisti big.

Quali sono i tuoi piani più immediati?

A metà marzo uscirà la nuova canzone su cui ho lavorato molto negli ultimi mesi. È una bomba, a mio parere musicalmente la migliore che ho scritto finora, quindi non vedo l’ora che esca! Successivamente continuerò a fare quello che ho fatto finora: scrivere musica e fare musica! Ad maiora!

Sicuramente ho in programma di continuare a produrre due tipologie di canzoni, quelle a sfondo culturale e sociale come Orfeo ed Euridice, e quelle più istintive e semplici come Pasticciotta alla crema. Ma voglio esplorare tutto lo spettro emotivo e pubblicherò anche aneddoti più personali.

È difficile conciliare il lavoro diurno con l’impegno musicale notturno, ma farò del mio meglio. Dopotutto se si ha una passione non c’è altra strada percorribile che farla ardere e farle illuminare la notte. Fare musica mi piace, sebbene alle volte manca il tempo ed è faticoso stare dietro a tutto, la parte bella è il percorso, quindi mi godo il viaggio e spero possa regalare emozioni anche a chi ascolta la mia musica. Quello che succederà poi fa parte del futuro, quindi niente spoiler perché mi voglio godere il film.

Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

Seppur mi lascio cullare dall’utopia di un mondo senza social, devo ammettere che senza i social sarebbe molto più difficile diffondere la propria musica come artista emergente autonomo. Al tempo si doveva sperare di essere notato da una casa discografica e senza di essa si poteva fare ben poco. Oggi invece si può pubblicare le proprie produzioni sui social e quindi diffondere la propria musica ben prima dell’arrivo di una casa discografica. Anzi, le case discografiche stesse cercano artisti già affermati sui social prima di proporre un contratto. Quindi direi che in questo nuovo mondo la situazione è capovolta e spesso sono proprio i social a determinare il successo di un’artista, al contrario di quello che avveniva in passato in cui una casa discografica era l’unico mezzo per accedere al mercato musicale. Per quanto mi riguarda pubblico spesso i miei contenuti su vari canali, ma principalmente Instagram, TikTok e YouTube (@mickbo32). Al giorno d’oggi è più facile farsi notare. La parte difficile è poi rimanere se stessi senza farsi snaturare dai like e dai trend. Ma un po’ sono cose già viste anche in passato dopotutto.

Sempre convinti che ogni forma d’arte sia la massima espressione della bellezza. Tu da artista che rapporto hai con la bellezza? Qual è il tuo pensiero in merito, in una società ormai distrutta dall’agognata apparenza, in cui l’arte sembra passare in secondo piano?

La bellezza. Un concetto così soggettivo ma allo stesso tempo condiviso, che ha attraversato le menti dei più grandi filosofi della storia. Da neuroscienziato nichilista direi che è un semplice derivato di stimoli cerebrali, condivisi da più individui a seguito di dinamiche genetiche, culturali, sociali e ambientali. Ma anche se fosse, quanto bello è? Bellissimo. Quindi godiamo del bello e del fatto di essere vivi e coscienti. L’arte è fatta dall’essere umano per l’essere umano ed è l’espressione della nostra specie. Siamo una specie sociale e il bello traspare come forma di espressione, unione e condivisione. Il bello è fatto sia di cose belle solamente per essere esteticamente belle, che colpiscono di godimento i nostri sensi, belle da esperienziare e sia per cose cariche di significati e belle in quanto geniali per il loro tempo e portatori di messaggi ed idee. L’arte, è prima di tutto una forma di espressione. È un mezzo di comunicazione sociale. È un nesso di appartenenza. È l’impronta che lasciamo alle generazioni future.

C’è differenza tra ciò che ascolti e ciò che in realtà componi e canti?

Sì abbastanza, perlomeno rispetto a quello che pubblico. Ascolto molto cantautorato del secolo scorso. Ho scritto molte canzoni simili ad Orfeo ed Euridice, ma poi la prima canzone che ho pubblicato fu Pasticciotta alla crema e la prossima sarà la sua continuazione. Ma sono in continua evoluzione.

Pubblicare un nuovo album? Se sì, quando uscirà? Oppure continuerai facendo uscire singoli come esige la discografia di oggi?

Dal momento che il supporto fisico è purtroppo solo un bel ricordo del passato, penso che non ha più molto senso pubblicare un album tutto assieme, perlomeno come artista emergente. La decina di canzoni che stanno su un disco era legata principalmente alle limitazioni fisiche dello stesso, e successivamente anche al modo con cui si fruiva della musica, ovvero acquistando qualcosa che poi potevi ascoltare più volte e per giustificare l’acquisto doveva contenere almeno un’oretta di tracce audio. Ora con i servizi di streaming musicale e una richiesta di mantenere l’attenzione del pubblico sempre alta, pubblicare un singolo alla volta è la scelta più naturale, in quanto mantiene un seguito costante nel tempo e permette al pubblico di seguire il processo creativo di ogni singola traccia, soprattutto tramite i social in cui l’autore si racconta durante le tappe creative della produzione e registrazione di ogni brano, facendo vedere di mese in mese il percorso che c’è dietro, la storia, le difficoltà e le soddisfazioni. Ciò è soprattutto fondamentale quando si è un artista emergente e non si ha il budget o una casa discografica alle spalle per lavorare alla produzione massiva di un album. Inoltre si ha il vantaggio di avere un continuo feedback che alimenta la motivazione di un artista e lo spinge a migliorarsi ed andare avanti nonostante le difficoltà. Ovviamente, alla fine, dopo aver pubblicato vari singoli, li raggrupperò per tematica, ovvero creando di fatto un album, ma, contrariamente a quanto veniva fatto nell’epoca d’oro del CD, sarà solo alla fine e non fin dall’inizio. Lo scopo dell’album non sarà la diffusione delle canzoni, ma piuttosto lo scopo sarà organizzare il lavoro svolto e dare più chiarezza al progetto musicale che sto portando avanti.

Il mondo musicale indipendente italiano è in forte crescita… credi si possa tornare ai tempi in cui la musica era davvero il centro di tutto, quando c’erano veri messaggi, vere emozioni e non soltanto finzioni e prodotti confezionati a tavolino?

Sicuramente la digitalizzazione della musica e l’accesso ad internet hanno abbassato la barriera d’entrata nel mercato musicale. Ora è molto più facile pubblicare musica indipendente rispetto ad un tempo. Paradossalmente da una cameretta con un po’ di strumentazione adeguata e buone basi si può riuscire a fare dei lavori che nel secolo scorso difficilmente si poteva pensare di fare senza il supporto di uno studio attrezzato. Ciò ha portato alla scoperta e alla crescita di più artisti. Ciò nonostante è anche diventato più difficile mantenersi con la musica. Avere una casa discografica alle spalle e avere il privilegio di fare musica full time dà la possibilità ad un artista di crescere velocemente e esplorare strade nuove. È vero che una casa discografica potrebbe imporre all’artista un certo genere di produzioni, però purtroppo è ancora più vero che molti artisti odierni finiscano a seguire i trend per restare a galla. Quindi il mercato florido degli anni d’oro dell’industria musicale ha sicuramente contribuito alla nascita di alcuni capolavori, dando la giusta indipendenza agli artisti che volevano prendersela nonostante tutte le limitazioni. Fortunatamente però alcuni artisti sono di natura in controtendenza al mercato e ciò comporta che nonostante le avversità trovino un modo di esprimere la loro arte. Questi sono gli artisti indipendenti che poi emergono. Il fatto che ultimamente ci sia più attenzione alla scena indipendente può essere una conseguenza della ricerca di autenticità, da un pubblico sempre più asfissiato dalla finzione a cui è sottoposto costantemente nel mondo virtuale. Se così fosse, ciò non può che essere un trend positivo.

Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?

Ovviamente non può mancare un ringraziamento speciale e il più importante ad Elisabetta Fossati, che ha prestato la sua voce per realizzare questo progetto e registrare il brano di “Orfeo ed Euridice”, senza la quale la pubblicazione non sarebbe stata possibile. Grazie mille infinite! Un altro grandissimo grazie speciale ad Antonella Rattini, per avermi aiutato con l’illustrazione della copertina del singolo, senza la quale l’idea che avevo non sarebbe mai diventata così deliziosamente bella e professionale. Ringrazio moltissimo anche Luca Valentini che ha creduto in me e si è occupato della registrazione e dell’audio engineering del brano. Inoltre non possono mancare i ringraziamenti alla scuola Percorsi Musicali a Trento e agli splendidi insegnanti Simone e Carolina per i loro insegnamenti di chitarra e canto, e per avermi lanciato e motivato per produrre questo brano. Ringrazio moltissimo Jasmine Bouaicha e Julio Oliveira Prada per avermi aiutato con le riprese e la produzione dello stupendo lyrics video del brano di Orfeo ed Euridice. Ringrazio anche gli insegnanti che mi hanno seguito successivamente qui ad Abu Dhabi, Jeanra e Gregory. Ringrazio Joel che mi ha seguito per le successive produzioni e con cui tutt’ora sto lavorando al mixing dei prossimo brano. E da Roma vorrei ringraziare gli insegnanti Francesca e Gianluca di Percentomusica e Lorenzo da Arte2o. Vorrei ringraziare anche il carissimo amico Francesco di Trento, che mi ha sempre supportato e ha ascoltato le mie poesie e canzoni molto prima che venissero pubblicate dandomi feedback preziosi e la motivazione di intraprendere questo percorso. Ringrazio il carissimo amico Filippo di Pescara, per avermi introdotto molti anni fa ai capolavori del cantautorato e avermi sempre dato carica e supporto verso l’esplorazione artistica e filosofica. Ringrazio Federica per i primi feedback sul brano e per avermi aiutato a fare scouting. Vorrei inoltre ringraziare anche la ragazza per cui ho scritto la prima canzone che ho pubblicato, “Pasticciotta alla crema”. Perché insieme a lei forse non avrei mai iniziato il mio percorso musicale, però per ironia della sorte lei è stata la scintilla che ha avviato questo percorso una volta che ci siamo lasciati. Infine, vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno sostenuto molto prima di iniziare questo percorso, quando scrivevo ancora solo poesie. In conclusione questa canzone voglio dedicarla a tutti coloro che credono nei propri sogni e lavorano duramente ogni giorno per realizzarli. Auguro a tutti di poter concretizzare i propri obiettivi, un passo alla volta, pian piano la vetta è sempre più vicina e il viaggio è faticoso ma magnifico e ricco di soddisfazioni. Alle volte certe scelte possono sembrare irrazionali, e saranno proprio le persone più care, o spesso i famigliari a voi più vicini, a cercare di dissuadervi in quanto vi vogliono bene e non vogliono farvi correre rischi, soprattutto quando avete già una carriera alternativa prospera e sulla carta solida e ottimale. Ma quando hai una passione che arde nel petto non c’è razionalità che tenga. Il fatto di sentirsi vivi e fare ciò che rende vive le nostre giornate e significativa la nostra esistenza è una priorità.

Vi lascio con un pensiero estratto dal mio diario, che scrissi qualche giorno fa: “Ci vuole impegno, fatica e tanta determinazione. Ma è possibile. Ciò richiede molti sacrifici e possibilmente anche tanti fallimenti e delusioni, ma le immense soddisfazioni che si raccoglieranno durante il viaggio una volta intrapreso il percorso varranno ogni singolo sforzo affrontato e molto di più. Non è mai troppo tardi per seguire le proprie passioni e dare una svolta alla propria vita. Ci vuole tempo e bisogna tenere duro, godere dei piccoli miglioramenti che pochi riescono a cogliere, spesso solo tu, i tuoi insegnanti e qualche amico stretto. Tutto ciò è possibile solo per mezzo di una forte passione e un amore incondizionato per il viaggio, non per la meta. Far ardere la passione, che motiva e incendia di luce il sentiero, e rende ogni singolo passo magnifico e carico di emozione. Godersi ogni singolo momento e ogni piccola conquista. Solo così si può affrontare tutto il resto. Perché la parte difficile è quando le persone care, spesso i tuoi genitori (e alle volte anche colei che ami), proprio perché ti vogliono bene cercano di proteggerti da una cosa che a loro sembra rischiosa e irrazionale. Perché loro non vedono quello che hai dentro. Non lo possono sapere. Per di più loro non vedono i piccoli cambiamenti e i miglioramenti che fai ogni giorno, vedranno il risultato finale, quando pubblicherai il pezzo, e uno non basterà. Poi pian piano inizieranno a convincersi e diventeranno i tuoi migliori fan. Ma fino a quel giorno saranno pochi a sostenerti (ai quali dò immenso affetto e infinita riconoscenza per avermi sostenuto fin dall’inizio), e quindi sarai tu che devi crederci, crederci davvero ed essere appassionato per andare avanti. Non solo nei sogni ma anche nel concreto. Giorni interi passati a provare e riprovare quel pezzo che non ti riesce. Notti insonni a scrivere, scrivere e scrivere. Per anni. Ma quando mi capita oggi di sentire un ragazzo o una ragazza che, dopo aver ascoltato una mia canzone, mi scrive per dirmi che gli ho regalato un’emozione, ecco, io so che ne è valsa la pena e tutti i miei sforzi sono stati ripagati.”


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