Mixed by Erry: fratelli in affari

Dopo la trilogia Smetto quando voglio e il film per Netflix L’incredibile storia dell’Isola delle rose, il salernitano Sydney Sibilia decide di portare sullo schermo la storia vera dei fratelli napoletani Frattasio, che nel mezzo degli anni Ottanta fecero scalpore portando nel mondo del contrabbando una firma più unica che rara attraverso musicassette contraffatte.

Mixed by Erry vede dunque in azione Enrico (Luigi D’Oriano), Peppe (Giuseppe Arena) e Angelo (Emanuele Palumbo), i quali, cresciuti nei quartieri popolari partenopei lavorando insieme al padre truffaldino Pasquale (Adriano Pantaleo), riescono a mettere in piedi un vero e proprio business duplicando audiocassette che arrivano a fruttargli miliardi di lire.

Un business che non può fare a meno di attirare l’attenzione della guardia di finanza, che, sotto al guida del rigido capitano Fortunato Ricciardi (Francesco Di Leva), cerca in ogni modo di fermare il mercato dei Frattasio, i quali nel frattempo sono riusciti anche a “piratare” canzoni proposte a Sanremo battendo sul tempo qualsiasi altra concorrenza.

Biografia che trasuda nostalgia “canaglia”, sotto qualsiasi punto di vista lo si voglia prendere Mixed by Erry ci trasporta nella Napoli degli anni Ottanta e non solo ci fa rivivere le tensioni e il sottobosco del contrabbando partenopeo, ma ci ricorda anche quanto importante sia usufruire del valore di un’opera (che sia musicale o no).

Sibilia intende aprire una finestra verso quel passato in cui ancora non c’era una tutela dei diritti d’autore e la situazione, per assurdo, consentiva a determinati “artisti” della truffa di esibire una propria di arte. Perché quella dei Frattasio non era solo “pirateria”, ma anche un modo di esprimere un concetto di come si sarebbe potuta sfruttare la musica. Un concetto che, giustamente, può o non può piacere, e che oggi, che la pirateria audiovisiva sembra essere sempre più diffusa tra le pareti di ogni casa, fa più sorridere che inorridire.

Il regista guarda quindi alla vita dei Frattasio con occhio malinconico, delineando per ognuno dei suoi calibrati protagonisti una caratteristica particolare: la mente è Enrico, il cassiere Peppe e la forza fisica Angelo. Immergendoli in una Napoli memore della visione di De Filippo, ma con l’aggiunta di un pizzico di attualità e di pericoloso “camorrismo”.

Completano il cast la presenza di un Pantaleo versione paterna, lui che è l’eterno bambino di Io speriamo che me la cavo, più un Di Leva minaccioso uomo di legge e un Fabrizio Gifuni versione manager milanese, unico vero personaggio ambiguo nella storia di Mixed by Erry.

Tra nostalgia e attualità, dunque, una visione tutta da godere, soprattutto per chi quell’epoca l’ha vissuta in spensieratezza, tra le note delle hit musicali che tanto andavano in voga in pieni eighties e che costituiscono corposa colonna sonora del film, da Sweet dreams (Are made of this) a Cosa resterà degli anni ’80.

 

 

Mirko Lomuscio