MONDOSPETTACOLO ATTUALITA’: LE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA: DANNO O BEFFA?

Il cittadino comune, bombardato dalle notizie pilotate dei massa media, anestetizzato ma non inebetito, si domanda quale sia il reale significato delle manovre contro la Russia e se le sanzioni siano più dannose per le compagnie russe o per l’Europa.
L’attacco speculativo al rublo e l’aver sfruttato gli alleati sauditi per far crollare il prezzo del petrolio, ha avuto come conseguenza unica per gli Stati Uniti il far gridare ai mass media asserviti all’interesse americano il default prossimo della Russia. Niente di più falso.
Magari il lettore più distratto avrà dimenticato che sono gli USA che a marzo avrebbero dovuto dichiarare default, evitato solo a causa del cambio dei parametri. Un po’ come i ministri dell’economia dell’URSS che decenni addietro correggevano a penna il valore negativo del PIL per trasformarlo in positivo.

Nessun lettore può essere tanto ingenuo da credere che la Russia sia disposta a subire passivamente gli attacchi della classe dominante capitalistica americana ai suoi danni.

Un primo, importante segnale è stato la conversione in oro fisico della carta straccia americana chiamata dollaro, la valuta tenuta in piedi solo grazie ai burattini europei, all’euro, ai sacrifici “sudore e sangue” imposti ai cittadini per sostenere una potenza straniera.
La Russia accetta anche l’oro come contropartita delle forniture di gas e petrolio; i petroldollari vengono immediatamente convertiti in oro.

Come si può osservare da questa eloquente immagine, le riserve auree russe sono aumentate esponenzialmente.

E’ lecito domandarsi come questo possa riguardarci. Semplice: l’Europa non può sopravvivere senza le forniture energetiche russe. Non è un’opinione, è la conclusione di studi statunitensi e britannici.

La sola Italia dipende per il 25% dalle forniture energetiche russe. Il frutto della scellerata adesione alle sanzioni (USA) da parte dell’Europa contro la Russia ha avuto effetti economici immediati: è saltata la realizzazione del gasdotto che doveva portare gas russo in Europa (Italia compresa ) senza passare dall’Ucraina, il cosiddetto South Stream, 16 miliardi di euro di investimento per la sua realizzazione, 3600km di tubature. 16 miliardi di euro che avrebbero giovato all’associata italiana ENI della russa Gazprom.

Naturalmente Putin non è rimasto con le mani in mano e, durante la sua visita in Turchia, ha annunciato la costruzione di un gasdotto che porterà il gas russo in Turchia, con una portata di 63 miliardi di metri cubi annui.
Ma il danno economico che ricade sulle nostre spalle non si limita alle forniture energetiche.

Come avrete letto sui quotidiani, 4 ristoranti McDonalds sono stati chiusi in agosto a Mosca. Ma questa è una goccia nell’oceano: altri 200 ristoranti McDonalds sono sotto investigazione in Russia e rischiano la chiusura. Se pensate che l’8% del fatturato mondiale di quell’azienda viene fatto in Russia (pari a 2,2 miliardi di dollari), comprenderete che il danno è davvero enorme. Si aggiunga che le vendite McDonalds negli USA sono in calo a causa dell’aumento dei prezzi e quelle in Cina sono in forte calo a causa di alcuni allarmi sulla sicurezza del cibo, si palesa come siano le aziende americane ad essere in difficoltà a causa delle sanzioni, non quelle russe.
E l’Europa? Danone è sotto inchiesta per frodi alimentari, il 7% del suo fatturato è in Russia (prima di lei Pepsi, sotto inchiesta sempre per frodi alimentari, la Russia rappresenta il 10% del suo mercato).

Il governo italiano è quello più zelante nel belare dietro Obama e seguire le sue sanzioni contro la Russia. Il risultato, come sempre, lo pagano i cittadini: siamo il secondo partner commerciale della Russia, con un interscambio di 27 miliardi di euro ed esportazioni che nel 2013 sono state pari a 11 miliardi di euro. Al momento, le restrizioni sulle importazioni che la Russia ha imposto sui prodotti italiani ci sono costate 2,4 miliardi di euro in prodotti invenduti. La Coldiretti stima il danno nelle esportazioni alimentari, eccellenza italiana, in 217 milioni di euro, cifre che sostenevano l’anno scorso la morente economia italiana.

C’è di peggio. Putin ha imposto il blocco delle esportazioni di pelli conciate, fondamentali per il settore abbigliamento italiano. Il rischio è che il prossimo blocco colpisca le importazioni di macchinari industriali, settore moda, arredamento, semilavorati provenienti dall’Italia. Danno stimato? 10 miliardi di euro. La sola moda, di cui siamo secondo fornitore per la Russia, vale quasi 1 miliardo di euro

Si paventa anche la chiusura degli spazi aerei russi, col risultato di far levitare enormemente il costo dei redditizi voli verso oriente, affondando le tante compagnie aeree nazionali ed europee che navigano in gravi difficoltà da alcuni anni.

In ultimo vogliamo ricordare le parole di Davide Tabarelli, numero uno di Nomisma Energia,  che intervistato per L’Espresso ha dichiarato che lo stop alle forniture di gas per più di dieci giorni provocherebbe  “un disastro” in Italia.
Come diceva Totò: “E io pago”.

Thor Asaheimr