Mondospettacolo incontra Andrea Iervolino e Michael Madsen per parlare di TaTaTu, innovativa piattaforma social che ti paga quando guardi

Affiancato da Michael Madsen, star, tra l’altro, di diversi film diretti da Quentin Tarantino, da Le iene all’imminente Once upon a time in Hollywood, il produttore cinematografico Andrea Iervolino ha presentato alla stampa romana TaTaTu, prima piattaforma social di intrattenimento che premia i suoi utenti tramite una semplice formula: più guardi e più guadagni.

Mondospettacolo li ha incontrati proprio per parlarne.  

 

Come nasce TaTaTu?

Andrea Iervolino: Mi trovavo a Los Angeles e, parlando con un bambino di quindici anni, ho avuto da lui la conferma della consapevolezza che già avevo del fatto che i social media non siano gratuiti, perché, ovviamente, noi li creiamo tra i nostri post e attività. Quindi, basandomi su questo ho inventato il business model di TaTaTu, che, appunto, è una sharing economy che prevede che più guardi e più vieni pagato.

 

Cosa significa TaTaTu?

Andrea Iervolino: Questa cosa è simpatica (ride), perché “Ta Ta Ta” in America significa “Le cose vanno bene”, mentre “Tu” è “Te” in francese, italiano e spagnolo. Quindi, il significato di “TaTaTu” è “Le cose vanno bene per te”.

 

Come viene pagato chi guarda un contenuto?

Andrea Iervolino: Gli user vengono pagati con una moneta elettronica chiamata TTU token per ogni effettivo secondo di streaming che fanno sulla piattaforma. Stessa cosa vale quando invitano i loro amici. Quando un utente guarda cento minuti di contenuto riceve tre dollari, quindi, tradotto in moneta europea, per circa novanta minuti di visione sono due euro. Questi token possono spenderli in punti vendita convenzionati o in uno store online di coupon e prodotti.

Tatatu Roma (Photo by Daniele Venturelli )

 

Sappiamo che vantate già una library di cinquecento film, ma che tipo di prodotti trovano gli utenti su TaTaTu?

Andrea Iervolino: Trovano film, tra cui uno nuovo originale a settimana in prima visione, serie tv e interviste a celebrità dello spettacolo e sportivi appartenenti a qualsiasi area.

 

Anche film hard?

Andrea Iervolino: No, l’hard no.

 

Quali sono, al momento, i contenuti maggiormente visionati?

Andrea Iervolino: Ecco, stavo dimenticando che abbiamo anche i videogame, non per giocarci ma da guardare come spettatore. Pare che tra i giovani faccia molto tendenza questa cosa.

Tatatu Roma (Photo by Daniele Venturelli )

 

Michael Madsen, che viene da una generazione che girava film in pellicola, cosa pensa di questi moderni modelli di fruizione?

Michael Madsen: Io penso che rappresentino una grande opportunità per aprire porte a giovani che, magari, non hanno mezzi per poter realizzare facilmente film. Quindi, è una cosa molto bella.

 

Queste piattaforme offrono spesso la possibilità di recuperare film oggi introvabili…

Michael Madsen: Sì, diciamo che mettono maggiormente a disposizione i film. Io, per esempio, sono un fan dei documentari e, in particolare, di quelli di Richard Attenborough. Credo che il modo in cui parlano di orsi polari, tigri o di scarafaggi con la voce fuori campo di Morgan Freeman non sia eguagliato da nessuno.

 

In questi giorni ci ha lasciati Luke Perry, che era sul set di Once upon a time in Hollywood

Michael Madsen: Ho lavorato con lui tantissimi anni fa in un film intitolato The florentine (titolo italiano Partita col destino, nda), che abbiamo girato a Philadelphia, insieme al mio amico Chris Penn. Lui era un attore televisivo, ma una persona estremamente umile. Diede veramente il meglio di sé, si impegnò molto. Non so cosa dire, quando avvengono cose di questo genere rimani shockato, io sono veramente colpito dalla sua morte. Di lui ho un bellissimo ricordo, era una persona estremamente carina e simpatica, non si era affatto montato la testa. In Once upon a time in Hollywood, però, non abbiamo condiviso il set, perché io ho lavorato con Leonardo DiCaprio.


Francesco Lomuscio