In questo difficile periodo in cui le esibizioni live dei vari artisti e gruppi sono ancora “congelate” in tutto il mondo, Dodi Battaglia offre al suo affezionatissimo pubblico Perle 2 (Azzurra Music), un album live in edizione limitata e autografata.
Disponibile nei negozi e negli store digitali, Perle 2 contiene undici brani accompagnati da un libretto di venti pagine, il tutto custodito in una confezione digifile in cartone a tre ante, in linea con lo stile grafico del precedente cd, Perle, che, uscito lo scorso anno, ha riscosso un clamoroso successo. Il talentuoso chitarrista dei mitici Pooh, la band più famosa e apprezzata del nostro paese, con Perle 2 fa rivivere al pubblico le emozioni della sua scorsa tournèe Perle – Mondi senza età, che lo ha visto trionfare su tanti palcoscenici di fronte ad un’audience senza età e che lo apprezza e ammira, da sempre, sia per il suo lavoro con i Pooh che per la sua non trascurabile carriera solista. Abbiamo intervistato Dodi Battaglia per farci raccontare i dettagli sulla pubblicazione di Perle 2, ma anche per chiedergli un parere sulla scena musicale italiana e tanto altro.
La tua nuova release, Perle 2, presenta i brani del cd Perle in versione live. Interessante è che questo disco esca proprio in un periodo in cui i concerti dal vivo sono stati interrotti causa emergenza Covid-19. C’è qualche connessione tra quello che stiamo vivendo e la tua voglia di immettere sul mercato un album live?
Il lockdown, reso necessario dall’emergenza sanitaria che vede coinvolta l’Italia intera, è stato attivato pochi giorni prima della registrazione dell’album live, programmato in occasione del concerto che avrei tenuto a Brescia. Ma cinquant’anni di esperienza “sul campo” mi hanno insegnato a non affidarmi al caso e ho effettuato registrazioni in occasione di tutte le precedenti date della tournée Perle – Mondi senza età. Ho realizzato così un “best” del tour, scegliendo da ogni esibizione il brano migliore e mantenendo, in fase di mixaggio, l’alto standard qualitativo ottenuto con il precedente Perle. È una sorta di chiusura del cerchio a conclusione di una esperienza teatrale entusiasmante, ma anche la volontà di ribadire che il mondo della musica non si ferma e saprà superare anche questo momento di difficoltà.
L’unico brano inedito della tracklist di Perle 2 si intitola Sincerity, scritto da te e da Marcello Balena. Puoi raccontarci come sono nati questo pezzo e la vostra collaborazione?
Nell’ambiente musicale, se si hanno i numeri e interessi in comune, prima o poi ci si incontra, per destino e per fortuna. Nel 2017 ho conseguito il Diploma Accademico Honoris Causa di secondo livello in “Chitarra elettrica jazz” presso il Conservatorio di Matera, un evento che ha colto di sorpresa la maggior parte del mio pubblico, abituato a vedermi calato nel ruolo di interprete pop, rock, fingerstyle. L’incontro con Marcello e la sua proposta di collaborare mi hanno dato l’opportunità di esprimermi in quell’ambito e di offrire un ideale “gancio” ai miei fan digiuni di jazz e fusion per scoprire un nuovo mondo musicale.
Oltre a Marcello al sassofono, nel brano hanno suonato dei performer di tutto rispetto: Phil Mer alla batteria, Federico Malaman al basso elettrico, Paolo Di Sabatino al pianoforte, Valter Vincenti alla chitarra acustica.
Lascia che sia è invece firmato da Roby Facchinetti e Stefano D’Orazio. Come mai hai deciso di inserire questo brano nel tuo album?
Il tour Perle – Mondi senza età è nato grazie anche al pubblico, sempre così ricettivo nei confronti della musica dei Pooh. Tournée dopo tournée, sovente a fine spettacolo mi sentivo domandare perché in scaletta non includessimo un determinato brano piuttosto che un altro. Erano considerazioni che condividevo, così, quando mi sono trovato ad intraprendere la mia carriera come solista ho deciso di dare una nuova opportunità a determinati pezzi del mio repertorio e, oltre al mio gusto personale, ho dato ascolto alle preferenze espresse dal mio pubblico. E Lascia che sia è, appunto, una delle canzoni chieste a gran voce.
Dopo tanti anni di brillante carriera, quanta diresti che è la tua emozione nel pubblicare un nuovo album?
L’emozione è esattamente quella provata nel 1971 in occasione dell’uscita del mio primo 45 giri con la CBS e che si rivelò essere il più grande successo dei Pooh: Tanta voglia di lei. Ogni nuovo album è accompagnato da emozione, aspettativa, da curiosità di scoprire come reagirà il pubblico. Questo perché dietro quella lista di titoli elencati nella copertina del disco vi sono ispirazione, mesi di lavoro, di perfezionamento, di grande cura e di speranze. Non si fanno dischi per abitudine o per mero guadagno, ma perché si ha qualcosa da dire, si ha voglia di comunicare e di gettare un ideale “ponte” con il pubblico e chiunque sia disposto ad ascoltare. Perché la musica è comunicazione ed ha la necessità di uscire dagli studi per diffondersi nel mondo.
Il tuo apporto alla chitarra, sia nei Pooh che per la tua carriera solista, è sempre stato determinante. Di solito componi tutti i tuoi pezzi alla chitarra?
Non sempre. I miei primi passi con la musica sono stati fatti all’età di cinque anni imbracciando orgogliosamente una fisarmonica, mio grandissimo desiderio di bambino che vidi esaudito a Natale. Ho quindi familiarità con le tastiere, con il pianoforte ed è proprio con tale strumento che ho composto brani come Lei e lei, Una donna normale, Uno straniero venuto dal tempo, Dietro la collina, Quando lui ti chiederà di me. Il pianoforte sa offrire soluzioni compositive diverse rispetto al solo uso della chitarra e questo regala originalità al brano.
Stai per caso cominciando a scrivere del nuovo materiale inedito per un prossimo cd?
Un musicista non è mai privo di materiale inedito. Questo perché è nella nostra natura fermare su cellulare, se non ci sono registratori a portata di mano, una improvvisa ispirazione, magari scaturita durante lo spostamento da una città all’altra. Occorre però trovare il tempo e la giusta concentrazione per mettere ordine in tutto quel materiale e valutare cosa valga la pena essere sviluppato. È quello che sto facendo in questo periodo, ma non so ancora se ciò porterà ad un nuovo album.
Nessuno meglio di te può dare un giudizio sulla situazione della musica pop italiana. Cosa ne pensi e quali sono gli artisti sulla scena che attualmente apprezzi di più?
È difficile dover scegliere tra così tanti colleghi bravi, perché, se si fa una rosa di nomi, poi si commette un torto a chi non viene nominato. Sarò galante e nomino una grandissima artista: Giorgia. Sento molti lamentarsi del fatto che la musica diffusa oggigiorno dalle radio non è più quella di un tempo. È così, la musica non è mai uguale a se stessa molto a lungo perché è un linguaggio in costante mutazione: è uno specchio della società e ne riflette desideri, contraddizioni, speranze. È il mezzo con il quale i ragazzi cercano di affermare loro stessi ed il loro modo di pensare. Certo, il linguaggio e lo stile in uso oggi sono diversi rispetto a quanto veniva ascoltato negli anni Sessanta quando ho cominciato ad esibirmi sul palco od a quanto abbiamo prodotto noi Pooh. Ma è necessario cercare di comprendere cosa sta accadendo, non costruirvi contro delle barricate.
Una curiosità: oltre alla musica cosa ti piace fare? E durante il periodo di lockdown come hai passato le tue giornate?
Nel periodo di fermo forzato a casa ho “coccolato” i miei strumenti, facendo manutenzione e suonandoli. Chi come me ha la fortuna di fare della propria passione un mestiere e lo porta avanti per più di cinquant’anni, la vive come una componente della propria quotidianità e, così, trascorre il tempo facendo esercizio, studiando. Ho anche guardato molti film e con mia figlia mi sono appassionato ad alcune serie televisive che abbiamo letteralmente “divorato”: grazie alla tv on demand ora è tutto disponibile sul momento. Mi piace molto guidare: negli anni Ottanta e Novanta ho gareggiato nella Gran Turismo con risultati molto soddisfacenti e ho avuto il grande Giorgio Faletti come compagno di squadra. Ho chiuso il cerchio nel 2017 ricevendo il “Casco d’Oro” di Autosprint, un vero e proprio Oscar attribuito a quanti si sono distinti nel campo dell’automobilismo sportivo.
Sei un musicista social? E quale è il tuo rapporto con i fan?
Ho aperto dei canali social e ho un sito web perché oggi è indispensabile essere presenti anche online: sono affiancato da collaboratori che mi aiutano e consigliano per quanto riguarda i contenuti da pubblicare. Ma io rimango un sentimentale e ho bisogno del contatto diretto con il pubblico: ad una chat, ad un software preferirò sempre l’applauso che ricevo quando sono sul palco, la meravigliosa vista della folla che è lì per me e per la mia musica, l’emozione che riceve da me e mi ritrasmette appena lo spettacolo ha inizio. Il contatto umano diretto rimane sempre la migliore forma di interazione e scambio.
Susanna Marinelli
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