Mondospettacolo intervista i “90 Degrees” 

90 Degrees è una nuova formazione composta da Nunzio Marzulli compositore ed autore con alle spalle progetti dance e pop nel panorama italiano come Lollipop, Pasqualino Maione di “Amici 7”, Trinity, e varie compilation dance come Eurodance e Hitmania, Gnay Spinosa voce del singolo Anni ’90, pianista cantautore con all’attivo diverse produzioni e partecipazioni a concorsi ed eventi nazionali tra cui l’Accademia di Sanremo e Simone Pastore Compositore, Sound engineer e arrangiatore già titolare del progetto Da Blitz presso la Bliss Corporation di Torino che negli anni ‘90 dominava le classifiche dance di mezzo mondo. Tutti e tre Pugliesi, Nunzio e Gnay di Bari e Simone di Taranto iniziano questa collaborazione che vede la nascita del primo singolo dal titolo rievocativo “Anni ‘90”. Un singolo che vuole celebrare quella magica decade proponendo ricordi nel testo e rievocando le tipiche sonorità. Da Blitz style il riff di synth e l’effetto intro del brano ma perfettamente riconoscibili nel suono gli accordi del refrain ispirati a Born Slippy degli Underworld o il sequencer di Mystic Force sulla seconda strofa. Un viaggio nei ricordi degli Anni 90 con l’ambizione di catturare l’attenzione delle nuove generazioni. Il video ufficiale è stato curato dal Regista Luigi Pastore con un eccezionale lavoro di mushup video sincronizzato alla musica di tutti i Film Blockbuster di quell’indimenticabile periodo.

Ciao Simone, come nasce il progetto 90 Degrees?

Nasce da un’idea di Nunzio che oltre ad essere autore è anche compositore della linea melodica. Appena ascoltato il brano, sono rimasto colpito subito dal timbro vocale di Gnay che non conoscevo e anche dalle prime parole del testo che inizia con una domanda: com’eri negli anni 90? L’ autore si rivolge a quelli della sua generazione ponendo questo quesito nella speranza di trovare riscontri e conferme. Ogni generazione di ragazzi in fin dei conti si identifica in alcuni miti. Non è un caso che qualunque forma espressiva e quindi le mode stesse trovino nei giovani il massimo slancio.

Simone Pastore

Nunzio, perché proprio gli anni 90?

Il testo cantato è un invito a tutti i 35/45enni di oggi a guardarsi indietro e cercare di ricordarsi del periodo più importante della loro vita cioè il periodo in cui erano diciottenni. Quel periodo a cavallo tra la spensieratezza adolescenziale la consapevolezza di doversi preparare a diventare donne e uomini.

Gnay, quindi il testo della canzone è un testo nostalgico, un modo per voler rievocare ricordi di un periodo che non tornerà più e che probabilmente non trova più riferimenti nel mondo che stiamo vivendo?

Sicuramente un testo che non solo pone una domanda al suo immaginario interlocutore ma è l’autore stesso che se la pone quasi a voler fare un viaggio introspettivo alla ricerca di un qualcosa che ormai è andato. Provate a riguardare una vostra fotografia di quando avevate vent’anni e capirete cosa voglio dire.

La scelta di un arrangiamento del brano in chiave dance ovviamente non è casuale. Nunzio cosa ti ha spinto a questa scelta?

La scelta dell’arrangiamento in chiave dance nasce dall’esigenza di dare una forte connotazione storica alle parole che L’ autore esprime. Immaginate un film con una precisa colonna sonora che ne accompagna i fotogrammi. Per moltissimi di coloro che negli anni 90 avevano vent’anni la colonna sonora era la musica da discoteca. Una musica che sottolineava i momenti di maggiore spensieratezza. E infatti la musica Dance di quella decade era allegra, a volte epica, melodica a volte nostalgica come le note del piano di Robert Miles, diventando con il tempo un simbolo inequivocabile che ha letteralmente racchiuso in se quella decade.

Nunzio Marzulli

A questo punto la domanda sorge spontanea: ma tu Simone com’eri negli anni 90?

Agli inizi ero un comune studente universitario introverso e anche un po’ impacciato ma con una enorme voglia di scoprire il mondo. Questa opportunità la colsi tramite un biglietto da visita che Aldo, un amico che lavorava da Scavino Strumenti Musicali a Torino mi diede. Essendo nei pressi della facoltà che frequentavo, appena potevo andavo da Aldo per chiedergli di farmi smanettare su qualche vecchio sintetizzatore di seconda mano. Aldo un giorno mi diede il biglietto da visita di uno studio di registrazione appena inaugurato. Sto parlando della BlissCorporation che all’epoca era solo Bliss studio di Massimo Gabutti e Luciano Zucchet. Ci entrai nell’aprile del 1993. Nel dicembre dello stesso anno avevo già composto la prima Hit inedita per la Bliss e di successo dal titolo “Let me be”. Il nome del gruppo lo decise Gabutti “Da Blitz” appunto.

Quindi il motivo per cui voi i 90 Degrees avete scelto questo tipo di arrangiamento è dettato dal fatto di voler far rivivere all’ascoltatore un periodo ben preciso della sua vita?

Gnay: certamente! Quello che dovrebbe spingere ogni artista è l’emozione. Se un artista riesce a trasmettere le proprie emozioni allora riesce a colpire nel segno. Io spero di aver dato in tal senso il giusto contributo.

Gnay Spinosa

Oggi chi compone musica elettronica lo fa quasi esclusivamente con il computer. Anche tu Simone hai usato la stessa tecnica?

No. Per me è una pura aberrazione dover usare solo il computer. Io compongo e registro esattamente come facevo negli anni 90. I sintetizzatori usati nella parte solista di “anni ‘90” sono esattamente quelli di sempre e cioè un Juno 106 della Roland ed un Matrix 1000 della Oberheim.

Nunzio Ho visto che avete stampato anche dei vinili per la promozione del brano

Sì certo. Lo spirito di “Anni 90” è quello di far rivivere quel’ esperienza anche ai Dj di alcune radio a cui abbiamo spedito il vinile costringendoli a rivivere quel periodo, quando nelle radio arrivavano tons di vinili promo. E costringendoli possibilmente a tirare fuori i vecchi giradischi.

Una domanda un po’ faceta. Perché avete scelto il nome 90 Degrees e nello stesso tempo avete usato una silhouette di una donna chinata in avanti? 

Nunzio: L’ idea è arrivata sorseggiando un drink a Putignano a me e a Simon. Poiché dozzine di volte abbiamo visto il simbolo stradale di 90 all’ora per rappresentare la Dance anni 90, abbiamo deciso di usare qualcosa che fosse ben radicato nell’immaginario collettivo. Ci teniamo a precisare che quella silhouette rappresenta un vero e proprio inchino agli Anni 90.

Simone ora un’ultima è più seria domanda: credi che il periodo di crisi che in tutto il mondo si respira spinga la gente a guardarsi un po’ indietro?

Credo di sì. In fin dei conti non è poi così vero che tutti i cambiamenti che abbiamo fatto o meglio subito negli ultimi vent’anni con le nuove tecnologie abbiano dato frutti migliori di quelli del passato. Ci hanno solo resi più rapidi nel fare alcune cose. E spesso, si sa, la rapidità o frettolosità genera “figli ciechi”.

La Redazione

I 90 Degrees sui social: https://www.facebook.com/90degreesproject/