Mondospettacolo intervista il regista Lorenzo Bianchini

Lorenzo Bianchini, friulano, nato a Udine nel 1968, è regista e sceneggiatore, esponente di spicco della produzione cinematografica indipendente italiana.

Nel 1997 realizza il suo primo cortometraggio, completamente da autodidatta, Paura Dentro, a cui segue, l’anno successivo, Smoke Allucination, che tocca il tema del satanismo, molto caro al regista nei suoi lungometraggi. Nel 1999 gira il mediometraggio I Dincj de Lune (I Denti della Luna), una storia di licantropia recitata in friulano, dialetto che troverà posto anche nelle opere successive di Bianchini, che vince il primo premio della sezione Fiction della Mostre dal Cine Furlan.

Il suo primo lungometraggio è dell’anno 2001, una storia di satanismo interamente recitata in friulano, Lidrîs cuadrade di trê (Radice quadrata di tre); il film è girato in mini-DV nei sotterranei dell’Istituto Tecnico Malignani di Udine, nel quale il regista lavora, ed è interpretato quasi solo da attori non professionisti “ingaggiati” tra gli studenti della scuola. Presentato al Far East Film Festival come evento speciale, viene distribuito in DVD nel 2006 dal Centro Espressioni Cinematografiche di Udine.

Nel 2004 segue Custodes Bestiae, anch’esso realizzato in digitale, stavolta con un piccolo finanziamento dagli enti locali di Udine. Girato, come il precedente, interamente in Friuli, si avvale di alcuni dialoghi in dialetto friulano. Dopo aver vinto il primo premio al ToHorror Film Festival di Torino viene distribuito in DVD dalla Ripley Home Video.

Segue, nel 2005, la sua prima produzione interamente in lingua italiana, Film Sporco, una sorta di noir tarantiniano interpretato da Massimiliano Pividore, attore protagonista anche dei due precedenti lungometraggi. Purtroppo il film rimane inedito, così come il successivo Occhi, realizzato tra il 2007 ed il 2008, pellicola che più di ogni altra sottolinea il forte legame tra il cinema di Lorenzo Bianchini e quello di Pupi Avati, qui nello specifico con la sua pellicola di genere più nota, La Casa dalle Finestre che Ridono. Prodotto dalla società indipendente Rivolta Film del portoghese Francisco Villa-Lobos e di Elena Pollacchi, e interpretato da Giovanni Visentin e Sofia Marques, Occhi debutta in anteprima mondiale agli Incontri Cinematografici di Stresa nel giugno 2010.

Ma è col suo quinto lungometraggio che Bianchini ottiene la meritata fama: Oltre il Guado, conosciuto anche col titolo inglese, che strizza l’occhio ad Hemingway, Across the River, vede la luce nel 2013, e c’è subito chi grida al piccolo capolavoro. Realizzato con un budget modestissimo, girato tra i boschi di Monteprato e l’antico centro di Topolò, il film è retto praticamente tutto sulle spalle dall’unico attore protagonista, il bravissimo Marco Marchese, che interpreta un etologo naturalista intrappolato in un villaggio tra i boschi sede di un’antica maledizione. Continuando nel suo percorso di sperimentazione linguistica, Bianchini usa qui, per i pochissimi dialoghi presenti nel film, un dialetto sloveno parlato nelle cosiddette terre di frontiera. E’ encomiabile la costruzione della suspense da parte del regista, coi pochissimi mezzi a sua disposizione, che lo consacra nell’Olimpo dei registi horror di culto italiani.

E’ del 2019 il suo debutto nel cinema mainstream, col suo ultimo film, L’Angelo dei Muri, che sposta il baricentro della filmografia bianchiniana dall’horror al drama, mantenendo comunque un piede nel paranormale e nel thriller di stampo psicologico. Scritto insieme alla sorella Michela ed a Fabrizio Bozzetti, il film può contare sull’apporto di un grande direttore della fotografia, Peter Zeitlinger, storico collaboratore del regista tedesco Werner Herzog, e di un grandissimo attore protagonista, il francese Pierre Richard, che ci regala una solenne interpretazione senza mai profferire un verbo durante tutto il corso della pellicola. Distribuito in sala nel 2022 dalla Tucker Film, L’Angelo dei Muri è per Bianchini stesso “il punto d’arrivo di un percorso iniziato con i miei film precedenti; un percorso di sottrazione in cui il minimalismo narrativo e la rarefazione dei dialoghi sono portati all’estremo”.

In contemporanea a L’Angelo dei Muri Bianchini lavora anche ad un’ulteriore opera, La Memoria del Buio, un nuovo horror low budget che si ricollega alle pellicole precedenti e vede di nuovo come interprete il Marco Marchese di Oltre il Guado. Il film è attualmente in fase di post produzione.

Ecco la videointervista

Ilaria Monfardini