Moonage daydream di Brett Morgen è un documentario su David Bowie, ma, in realtà, si tratta di un vero e proprio sogno ad occhi aperti che ci permette di ripercorrere la carriera e la storia dell’artista attraverso un caleidoscopio di immagini, interviste e tante splendide canzoni.
Morgen (regista anche di Kurt Cobain: Montage of Heck e Crossfire Hurricane) realizza non un banale biopic o un altrettanto banale documentario, in quanto fonde il sogno di Bowie tra musica, immagini e pensieri del musicista con il sincero obiettivo di restituire almeno in parte colui “che cadde sulla terra”. E ci riesce.
Riduttivo è anche descrivere in una recensione un’opera che merita obbligatoriamente di essere vista, anzi, vissuta nel buio di una sala cinematografica e a volume alto… molto alto.
Citazioni, descrizioni, montaggi, immagini sparse. Moonage daydream parte dal libero accesso a tutto il materiale del catalogo di Bowie, costituito non solo da live e registrazioni inedite, ma anche dipinti rari, disegni, diari. Forse l’aspetto maggiormente difficile è stato proprio condensare in sole due ore e venti di visione tutta l’immensa produzione artistica del “Duca Bianco”.
Con la supervisione di Tony Visconti è stato effettuato un profondo lavoro sulla colonna sonora, e attraverso il film scopriamo anche il “cut-up” con cui Bowie realizzava i suoi testi; mentre, tra tanti materiali, segnaliamo l’inedito dei tanti live che compaiono con il medley The Jean Genie/Love Me Do, registrato all’Hammersmith Odeon nel 1973, durante la tappa finale del tour di Ziggy Stardust.
Come anticipato qualche riga più su, Moonage daydream non è un documentario su Bowie. Si muove senza seguire un ordine cronologico e potremmo ridurlo ad un gigantesco videoclip, ma anche questa definizione sarebbe inesatta. Morgen infatti scava a fondo nel materiale di Bowie e cerca di restituirci il suo pensiero, le sue idee, i cambiamenti che lo hanno portato ad essere uno degli artisti più originali.
Un artista che ha influenzato non solo la musica, ma, in parte, anche il cinema e altre discipline. Il caleidoscopio che restituisce il regista con immagini di tanti film, tra cui anche quelli dove Bowie fu protagonista (Furyo, Miriam si sveglia a mezzanotte, per esempio), è solo un tentativo di cercare di trasmettere alcuni frammenti delle influenze ricevute dal grande David e vicevera. Ma le parole difficilmente possono trasmettere le sensazioni che la pellicola regala. Quindi, se siete fan (o lo siete stati) di Bowie, Moonage daydream è un titolo imperdibile. Se non conoscete l’artista, magari perché troppo giovani, il lungometraggio rappresenta invece una grande occasione per (ri)scoprirlo in modo originale.
Roberto Leofrigio
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