In un contesto di accuse giudiziarie e di un’onda mediatica che non accenna a placarsi, Marco “Morgan” Castoldi rompe il silenzio con una dichiarazione potente e riflessiva. Per la prima volta, l’artista abbandona il linguaggio poetico per parlare in modo diretto, difendendo il suo diritto all’espressione artistica e la sua fiducia nella giustizia. Dal procedimento per stalking al Tribunale di Lecco al “linciaggio reputazionale” che ha segnato il biennio 2024-2025, Morgan si rivolge al pubblico, alla stampa e alla magistratura, chiedendo verità, rispetto e un racconto equilibrato. Una testimonianza che non è solo una difesa personale, ma un manifesto in nome dell’arte e della libertà di parola.

Morgan: “hanno preso in giro il pubblico, hanno costruito un’operazione per avere visibilità a mio danno, ma da oggi la vedo dura per loro, davanti al tribunale vero, cadrà tutta la messa in scena”

Dichiarazione pubblica di Marco “Morgan” Castoldi
In merito al procedimento pendente presso il Tribunale di Lecco e alla campagna mediatica del 2024–2025

A distanza di un anno dall’ultima ondata di esposizione mediatica, intendo rilasciare – per la prima volta in forma esplicitamente discorsiva e non poetica – alcune precisazioni necessarie.

Rispetto della magistratura

Conservo piena fiducia nell’autorità giudiziaria. Solo l’aula di tribunale, con i suoi criteri di legalità e di prova, può ricondurre i fatti a un perimetro di razionalità e garantire che la vicenda sia valutata sulla base di elementi oggettivi, non di percezioni emotive o sensazionalistiche.
Il procedimento trae origine da una denuncia per stalking presentata nel 2020 dalla signora Angelica Schiatti. Le procure finora investite non hanno ritenuto di adottare misure cautelari a mio carico, segno che non sono emersi indizi di pericolosità fattuale.

Ribadisco di non aver mai posto in essere condotte persecutorie. Resto in attesa che il giudizio accerti definitivamente la realtà dei fatti.

Linciaggio sistemico

Nel 2024–2025 si è prodotto un “assalto di branco” mediatico che ha superato il diritto di cronaca: una rappresentazione distorta, reiterata e amplificata, configurando un vero e proprio linciaggio reputazionale.

Conseguenze professionali e personali

L’esposizione ha comportato per me la perdita di ingaggi e la revoca di collaborazioni artistiche; l’esclusione dal dibattito pubblico e culturale; un grave danno alla mia immagine, con effetti economici, psichici e relazionali misurabili.

Diritto di parola e libertà artistica

L’arte è strumento di relazione, non arma: difenderò sino in fondo il mio diritto-dovere di esprimermi, di comporre musica, di pubblicarla, di divulgarla in concerti e in spettacoli televisivi e di partecipare alla vita culturale del Paese. Privare un artista della facoltà di parola equivale a privare il pubblico di un bene collettivo.

Rivendicazione della parola negata, nessuno stalking

Comprendo l’esistenza di sentimenti contrastanti e non nego la possibilità di scambi comunicativi accesi; mi assumo la responsabilità di eventuali estremità verbali, che tuttavia non possono essere isolate dal loro contesto né elevate a reato. Il materiale già agli atti – messaggi, lettere, canzoni – documenta il carattere dialogico, non intimidatorio, della relazione.

Messaggio ai giornalisti

Chiedo agli operatori dell’informazione di attenersi a fonti verificabili, di riportare con equilibrio le diverse posizioni e di evitare formule processuali improprie (“mostro”, “stalker”) prima di una sentenza definitiva. La giustizia sommaria, in piazza o sui social, resta un pericolo per chiunque, non solo per il sottoscritto.

Morgan: “dare a me dello stalker e’ un po’ come dare del ‘palestrato’ a David Bowie…”

Solo il vero processo potrà restituire una verità giuridicamente fondata. Mi affido ai magistrati perché a loro riconosco l’autorità, la competenza, la serietà, la superiorità morale per giudicare la mia condotta, e a loro chiedo di darmi la voce che i media mi hanno sottratto brutalmente; al pubblico affido la valutazione delle mie opere; alla stampa, la responsabilità di un racconto accurato, proporzionato e soprattutto rispettoso.

Mi assumo per intero il peso delle mie parole – e dei miei silenzi – con rispetto verso la persona che mi accusa, verso la magistratura e verso chi, nonostante tutto, continua a credere nel valore dell’arte e della giustizia.

Lecco, 30 giugno 2025
Marco “Morgan” Castoldi

Morgan e Angelica Schiatti sono stati protagonisti in una puntata del programma “Cantautoradio”, trasmesso nel 2019 su Rai Radio 2. Morgan ha spesso coinvolto l’amica cantante negli spazi radiofonici di cui era “padrone di casa”. A Cantautoradio, trasmissione cult in cui Morgan, insieme alla sua orchestra sinfonica, ha fatto esibire grandi artisti reinterpretando il repertorio delle più belle canzoni d’autore italiane, riarrangiate da lui stesso. Memorabili le performance di Massimo Ranieri, Vinicio Capossela, Renzo Arbore e Cristicchi su Modugno; Paolo Rossi; Max Pezzali e Lodo Guenzi su Jannacci; Eugenio Finardi su Battiato; Dori Ghezzi e Franco Mussida su De André; Gigi D’Alessio e Vittorio De Scalzi su Bindi. In mezzo a cotanta arte, Angelica Schiatti è stata l’unica artista a essere ospitata per ben due volte.


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