Morire in nome di un “Dio”: Intervista a Magdi Cristiano Allam

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“Islam, siamo in guerra” è questo il titolo dell’ultima fatica dello scrittore egiziano, Magdi Cristiano Allam, forte, rimbombante, che ci porta a comprendere l’orrore del terrorismo islamico dei tagliagola. Un uomo diretto, con la grinta e la forza di un leone pronto a combattere questa carneficina attraverso il suo libro, per sottolineare che non bisogna sottomettersi al nemico che ci attacca.

Ma dietro a quella durezza che trapela nei suoi scritti,  si cela anche l’umiltà e la grandezza di un uomo che si è sempre contraddistinto.



Laureato in sociologia, nei primi anni ’80 inizia la sua carriera di  giornalista nel nostro paese, fino a diventare editorialista nel “IL GIORNALE”.

Nella sua riservatezza, si è concesso a Mondospettacolo ad una breve intervista.

Lei ha scritto il libro “ISLAM, SIAMO IN GUERRA”, come nasce questa idea di raccontare un tema così forte ?

E’ nata dalla consapevolezza che oggi più che mai bisogna diffondere informazione corretta su questioni attuali, dove l’Islam è parte fondamentale, sia che si parla di terrorismo islamico, di moschee, d’immigrazione. Ho voluto in questo libro condensare la mia esperienza di oltre 40 anni in quanto esperto di questioni mediorientali islamiche, del tema specifico dell’immigrazione ed evidenziare la specificità del terrorismo islamico, globalizzato al punto tale da essere diventato una realtà autoctona ed endogena, cioè sono terroristi islamici con cittadinanza europea che all’interno stesso dell’Europa  massacrano altri cittadini europei da loro condannati come miscredenti, come nemici dell’Islam.

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Quale tipo di messaggio ha voluto inviare ai lettori con questo libro?

Dobbiamo essere forti, perché se siamo forti dentro, se abbiamo la capacità di apprendere la realtà, il coraggio umano di guardarla senza paura, noi potremmo vincere questa minaccia e potremmo perseguire l’obiettivo di essere pienamente noi stessi dentro casa nostra.

Non ha mai avuto paura di avere ripercussioni?

Io sono consapevole che il terrorismo Islamico, investe nella paura per assoggettarci, per fare in modo che ognuno di noi sia a tal punto sopraffatto dalla paura, finendo per rassegnarsi senza reagire per sottomettersi senza combattere. Quindi bisogna oggi, più che mai, dentro casa nostra essere consapevoli che noi non possiamo sottometterci, non possiamo lasciarci sopraffare dalla paura. Nel 2005 scrissi appunto un libro dal titolo: “VINCERE LA PAURA”.

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Lei pensa che un giorno L’Isis sarà sconfitto? Oppure saremo noi ad essere sconfitti dall’Isis?

L’Isis sarà sconfitto, noi sconfiggeremo il terrorismo di quelli che sgozzano, decapitano, massacrano e si fanno esplodere.

La minaccia principale di cui non siamo consapevoli è molto più grave del terrorismo tagliagole ed è il terrorismo taglialingue. Sono quelli che sono riusciti a imporci la sospensione nell’uso della ragione per non entrare in merito nei contenuti dell’Islam, ci hanno obbligato a legittimare l’Islam a prescindere dei suoi contenuti, a considerarlo religione vera, religione di pace, religione d’amore. Ci hanno obbligato e sono riusciti a convincerci a dare loro sempre più moschee in parallelo sono quelli che ci stanno invadendo demograficamente, gran parte di questa auto-invasione di clandestini islamici e quindi tra la proliferazione delle moschee, la legittimazione dell’Islam sul piano istituzionale e la islamizzazione  demografica, questa Europa che sul campo di battaglia sconfiggerà terroristi islamici si ritroverà ad essere islamizzata da quelli che si presentano con il volto suadente dell’Islam moderato perseguono una realtà, lo stesso obiettivo dei terroristi che noi temiamo e cioè la nostra sottomissione all’Islam.

E’ giusto secondo lei, che nel nostro paese si debba rispettare le tradizioni dei musulmani, togliendo il crocifisso nelle scuole, perché urta la loro cultura? Mentre nei paesi islamici questo non succede per i cristiani.

Dentro casa nostra dobbiamo aver chiaro che non si può negoziare, non si può trattare, non si possono pervenire a compromessi meno che mai a cedere su quelle che sono le nostre leggi, regole, valori e tradizioni, questo deve essere un punto fermo. Il problema non solo loro, il problema siamo noi, perché siamo noi che togliamo i crocifissi. Noi dobbiamo essere forti dentro ed essere capaci di assicurare che tutti indistintamente rispettino le leggi, le regole.

Quanto vale veramente la vita di un essere umano?

Una domanda che non troverà mai una risposta.

Sanguinose stragi continuano a macchiare il mondo di tanta violenza inaudita che sfocia alla fine in “terrore”.

Da Parigi, Istambul,  a Bangladesh, per non dimenticare altri paesi come Beirut, Tunisia, Belgio…

Quanti altri morti dovranno evidenziare la potenza di un male che ha radici profonde, dure da spezzare.

Si uccide in nome di un “DIO”, un concetto difficile, impossibile da accettare, non possiamo più continuare a guardare impotenti tanta malvagità.

Siamo “fragili” davanti ad un nemico che ha capito dove colpirci, ormai sempre più forte, alimentato dalla voglia “surreale” di riconquistare tutto in nome di un “DIO”.

LOREDANA BERARDI