Addio all’attore Nicola Di Gioia, dai western a Verdone fino a Stracult

Nicola Di Gioia

Si è spento lo storico caratterista e stuntman Nicola Di Gioia, interprete di decine di film di genere e famoso per la sua voce rauca, per Stracult e i film di Carlo Verdone.

Arrivano purtroppo quei momenti in cui una brutta notizia ti rovina la giornata e sei costretto a scrivere dell’addio a non solo un personaggio pubblico, ma soprattutto ad un amico. Questa mattina ci ha lasciati Nicola Di Gioia, storico caratterista romano dall’inconfondibile voce rauca, che si è spento all’età di 73 anni all’ospedale San Giovanni di Roma dopo una lunga e debilitante lotta contro il diabete.

Nato ad Andria il 13 maggio 1944, Nicola Di Gioia era il tipico esempio di caratterista di cui il pubblico (ri)conosceva il volto più che il nome. Trasferitosi a Roma all’età di 4 anni a causa di una difterite fu sottoposto ad un intervento chirurgico alla gola che gli ha “donò” la sua inconfondibile voce. E’ apparso in decine e decine di film a partire dall’inizio degli anni ’60, in coincidenza con il boom di Cinecittà (dove il giovanissimo e appassionato Nicola si infiltrava scavalcandone il muro), chiamata allora “la Hollywood sul Tevere”, in cui anche grandi produzioni americane venivano a girare i loro film storici. Non è un caso che tra le sue prime comparsate ci siano Sodoma e Gomorra di Robert Aldrich (1961), Barabba di Richard Fleischer (1961) e l’immancabile Cleopatra di Joseph L. Mankiewicz (1963) con Liz Taylor e Richard Burton. A questi enormi produzioni si affiancavano poi quelle nostrane più alla buona, con Di Gioia apparso anche in Romolo e Remo di Sergio Corbucci (1961), L’ultimo dei vichinghi di Giacomo Gentilomo (1961) e Ponzio Pilato di Gian Paolo Callegari e Irving Rapper (1962). Lo ritroviamo poi in alcune pellicole avventurose come Lo sparviero dei Caraibi di Piero Regnoli (1962) e Sandokan alla riscossa di Luigi Capuano (1964), in un paio di film della saga di Angelica con Michèle Mercier, nella parodia 00-2 agenti segretissimi di Lucio Fulci (1964) con Franco e Ciccio e ne Il tormento e l’estasi di Carol Reed (1965) con Charlton Heston e con tanto di Cappella Sistina ricostruita a grandezza naturale proprio a Cinecittà.

Arrivò poi l’epoca d’oro dello spaghetti western che vide lo stuntman “cascatore da cavallo” e pistolero Nicola Di Gioia prendere parte a molti titoli con il suo pseudonimo Nick Roman, a cominciare dall’iniziatore di quel fortunato genere: il leggendario Per un pugno di dollari di Sergio Leone, uscito nell’autunno del 1964. Seguirono poi titoli come 2 once di piombo di Maurizio Lucidi (1966), 1000 dollari sul nero di Alberto Cardone (1966) primo film in cui compare Sartana, Un dollaro tra i denti di Luigi Vanzi (1967), 3 pistole contro Cesare di Enzo Peri (1967), Un poker di pistole di Giuseppe Vari (1967), Non aspettare Django, spara di Edoardo Mulargia (1967) e Uno straniero a Paso Bravo di Salvatore Rosso (1968). Terminata la stagione degli spaghetti western Di Gioia iniziò l’attività di Capogruppo a Cinecittà, occupandosi delle comparse di svariati film, tra cui quelli di Federico Fellini. Dopo la nascita del figlio Christian (1974), il suo sogno continuava però ad essere quello attoriale e così, dalla fine degli anni ’70, eccolo apparire nuovamente sul grande schermo nella serie di film del filone camorristico diretti da Alfonso Brescia ed interpretati da Mario Merola: I contrabbandieri di Santa Lucia (1979), Napoli… la camorra sfida, la città risponde (1979), La tua vita per mio figlio (1980), Napoli, Palermo, New York – Il triangolo della camorra (1981).

Sergio Corbucci tornò a dirigerlo in Giallo napoletano (1979) accanto a Marcello Mastroianni e in Mi faccio la barca (1980) con Johnny Dorelli, mentre non mancarono le sue partecipazioni ad altre commedie all’italiana come La patata bollente, Banana Joe e Animali metropolitani di Steno, Io zombo, tu zombi, lei zomba di Nello Rossati (che lo diresse nello stesso anno anche nell’erotico Una donna di notte), i film di Neri Parenti Fracchia la belva umana e Sogni mostruosamente proibiti accanto a Paolo Villaggio e Casa mia, casa mia… con Renato Pozzetto, Delitto al ristorante cinese di Bruno Corbucci (1981) con Tomas Milian, Il paramedico di Sergio Nasca (1982) con Enrico Montesano. Di Gioia partecipò a film dei generi più disparati, da Il falco e la colomba di Fabrizio Lori (1981) a Nerone e Poppea di Bruno Mattei (1982), da Assassinio al cimitero etrusco di Sergio Martino (1982) a Le notti segrete di Lucrezia Borgia di Roberto Bianchi Montero (1982) da I sette magnifici gladiatori di Claudio Fragasso (1983) a I padroni del mondo di Alberto Cavallone (1983). Nel 1985 prese parte anche a King David con Richard Gere e a I soliti ignoti vent’anni dopo, ancora accanto a Marcello Mastroianni.

Dalla fine degli anni ’80 le apparizioni di Di Gioia sul grande schermo tornarono a diradarsi, mentre proseguì l’attività di Capogruppo. Agli inizi degli anni 2000 arrivò però la svolta che gli diede una discreta visibilità presso il grande pubblico televisivo: Stracult di Marco Giusti, trasmissione di successo di Rai 2 che riscopriva il cinema di serie B, utilizzando anche Nicola Di Gioia in decine di sketch accanto ad attori dei tempi d’oro o a comici in rampa di lancio, oltre che in veste autoriale. Si aggiungeranno poi altre partecipazioni televisive come in Base Luna, Matinée o Troppo Giusti.

A contribuire a questa seconda giovinezza ci pensò anche Carlo Verdone che, innamorato di un personaggio così iconico e dalla voce così particolare tanto da definirlo «la voce più scojonata del cinema italiano» (oltre ad imitarlo benissimo), lo volle in diversi suoi film: Il mio miglior nemico (2006), Grande, grosso e… Verdone (2008), Io, loro e Lara (2009), oltre al secondo e terzo capitolo della saga di Manuale d’amore, diretti da Giovanni Veronesi, che lo diresse anche in Genitori & figli – Agitare bene prima dell’uso. Tra le sue ultime partecipazioni troviamo Nicola in Un’estate al mare di Carlo Vanzina (2008), Cacao di Luca Rea (2010), Una cella in due di Nicola Barnaba (2011), la fiction Mediaset L’onore e il rispetto 3 (2011), Gli sfiorati di Matteo Rovere (2011), All’ultima spiaggia di Gianluca Ansanelli (2012), Tutto molto bello di Paolo Ruffini (2014) e Ma tu di che segno sei? di Neri Parenti (2014).

Resta indimenticabile l’incredibile gaffe dei giornalisti che alla Mostra del Cinema di Venezia del 2013 lo scambiarono per Ettore Scola, intervistandolo credendo si trattasse del grande regista, con lui che goliardicamente si prestò a rispondere alle domande. Questo era Nicola Di Gioia, un uomo risoluto ma ironico, che ha affrontato oltre cinquant’anni di cinema con passione sanguigna e con lo spirito di un guerriero e che oggi lascia un grande vuoto in tutti noi che lo apprezzavamo e gli volevamo bene.

Ciao Nick, ora potrai riprendere a cavalcare come nei tuoi mitici western…

di Ivan Zingariello