Diretta da Dan Berk e Robert Olsen, registi di Stake land 2 e Non siamo soli, Mr. Morfina è una commedia d’azione che promette irriverenza e cattivo gusto: un lungometraggio che si basa su uno spunto assurdo quanto accattivante, se si è amanti di un certo cinema bizzarro e adrenalinico.
Protagonista è il Jack Quaid di Companion e del quinto capitolo di Scream, nonché figlio di Dennis Quaid e Meg Ryan, il quale ricopre qui il ruolo del giovane vicedirettore di banca Nate, affetto da una rara malattia genetica che non gli consente di sentire alcun dolore fisico.

Di conseguenza, è costretto a stare attento al proprio corpo e ai pericoli in cui potrebbe incorrere, perché anche nel solo masticare potrebbe mordersi e far sanguinare la lingua senza accorgersene. E la sua vita va incontro ad un risvolto inaspettato quando, conosciuta la nuova collega Sherry alias Amber Midthunder e innamoratosene, si trova ad inseguire la banda di criminali che, in seguito ad una rapina nella banca in cui i due lavorano, sono fuggiti prendendo in ostaggio proprio la ragazza. Improvvisandosi dunque eroe a tutti i costi in una corsa contro il tempo che lo porta a sfruttare le sue qualità genetiche a proprio rischio e pericolo; tra colluttazioni e violenze assortite che lo vedranno sanguinare e sopportare ogni difficoltà del caso.

Con una certa follia narrativa e trovate visive, Mr. Morfina fa quindi della schizofrenia un suo punto di forza, sfruttando un plot che trasuda humour nero e violenza in dosi massicce. Aprendo le danze come fosse una semplice commedia sentimentale, il lungometraggio di Berk e Olsen si trasforma fotogramma dopo fotogramma in qualcosa per certi aspetti indecifrabile, con un’idea di base che sembra inizialmente strizzare l’occhio ad altri titoli (anche in Darkman di Sam Raimi l’eroe protagonista era privo di sensibilità fisica) e registi (viene in mente il cinema di Edgar Wright). Ma trova strada facendo un’anima propria tirando in ballo anche trovate altamente divertenti.

Sebbene, al di là del buono spunto iniziale, lo script di Lars Jacobson (sceneggiatore di Day of the dead: Bloodline) alla lunga sembri soffermarsi su idee stantie e risvolti improbabili. Basta pensare al fatto stesso che Nate, seppur esente da dolore, non è certo un immortale, quindi non si capisce come mai non tiri le cuoia considerando tutto ciò che gli accade. Mentre Quaid sfoggia la giusta dose di bizzarria che il personaggio richiede, affiancato, tra gli altri, dal Ray Nicholson figlio del popolarissimo Jack e dal Jacob Matalon dei tre Spider-man interpretati da Tom Holland, all’insegna di una commedia action che si lascia comunque guardare rimanendo nella media qualitativa.
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