Muna B: la bellezza delle intenzioni

Esordio oppure prosecuzione… o comunque la si voglia vedere è uno sfogo di maturità e consapevolezza quella che Marco Bellone in questo B-side della sua vita da voce al progetto Muna B e a questo “Sankalpa”. La bellezza passa anche per quel prendere coscienza delle proprie origini, musicali e culturali, del proprio stare al mondo, del proprio suono… e di quello che il sistema attuale decreta come “possibile” e quello che invece “vieta”, sottilmente, democraticamente sia chiaro. E loro ci provano, ci hanno provato, continueranno a farlo con questo pop rock alla Negrita che sa come prendersi gioco dei colletti bianchi e dello “star” system…

Come sempre noi iniziamo parlando di bellezza. Andiamo oltre la mera estetica anche se con i Muna B l’estetica la fa da padrone. Per voi cos’è la bellezza?
La bellezza è estremamente soggettiva, di certo non ci interessa la bellezza superficiale da “copertina”. Seguiamo il nostro progetto facendo attenzione ai dettagli per cercare di non trascurare nulla, per cui anche l’estetica dev’essere in linea con ciò che stiamo presentando in quel preciso momento.
è un’estetica più teatrale che di “passerella”. Per chiudere con il concetto di bellezza… immaginate di stare in un luogo tra alberi, il verde dell’erba e l’azzurro del cielo, pieno di amici con cui fare festa suonando insieme la musica che vi piace… Ecco la bellezza sta nelle cose più semplici che possiamo immaginare.

E appunto parliamo di estetica dei Muna B che inevitabilmente ci rimandano agli anni ’90. E credo sia anche una vostra intenzione diretta… come mai se posso chiedere? Cosa c’è in quel tempo che tanto vi rappresenta?
Musicalmente parlando siamo tutti e 4 figli degli anni 90, che vengono ancora ricordati come la seconda età d’oro del rock dopo i ’70. Pensiamo che sia giusto essere sempre onesti con se stessi seppur lo sguardo viene rivolto al futuro, il background e le esperienze passate sono fondamentali per il presente.

Beh è inevitabile non citare Ligabue nell’immaginario di scena che presentate. Questa direzione sfacciata perché?
Premettendo l’enorme rispetto verso l’artista Ligabue, hai forse scelto l’immaginario più distante possibile da noi. Come accennavamo prima i nostri punti di riferimento fanno parte di quella scena rock alternativa italiana come Afterhours, Marlene Kuntz, primi Timoria, della scena grunge americana come Nirvana, Pearl Jam, Soundgarden, Red Hot Chili Peppers e infine anche della scena new wave anni 80 come Diaframma e Litfiba. Abbiamo cercato di sintetizzare tutte queste influenze nel nostro ep “SANKALPA” dove abbiamo voluto offrire tutte le sfaccettature del nostro sound con brani prettamente rock, passando dal funky e dal rock cantautorale. Insomma viva Ligabue… ma non per noi…

L’ironia gioca molto con la forma: per voi quanto conta la forma e quanto il contenuto? Oggi siamo vittime e schiavi della forma per poter veicolare il contenuto…
L’ironia è sicuramente una delle chiavi da noi utilizzate per trattare determinate tematiche, anche perchè ci trovi d’accordo con l’affermazione sull’essere schiavi della forma. Oggi, che la soglia dell’attenzione si è ridotta enormemente, riuscire a trovare una chiave che riesca a trattenere l’ascoltatore per i 3 minuti del brano diventa fondamentale, dato che la musica da attività di ascolto si sta trasformando in mero sottofondo per fruitori distratti e impegnati, come automi digitali, nelle più molteplici azioni.

A chiudere: questo singolo “Pop” in qualche modo sembra arrendersi al sistema che punta le attenzioni solo altrove… o sbaglio?
Se si fosse arreso non sarebbe stato registrato e pubblicato… è proprio il contrario, infatti, il messaggio del brano è un incentivo, per chiunque, a non piegarsi mai al volere altrui, se questo non ci fa essere onesti con noi stessi e, cosa importante, se non ci fa essere felici. La felicità personale è il vero successo, il resto (forse) è un riconoscimento che può aiutare l’appagamento dell’ego…ma questo è tutto un altro discorso!