In un pentolone gigante di vita vissuta sui palchi, contaminazioni e radici culturali proprie, in mano ad un organico numeroso che – come ci diranno – pare essere un crocicchio di personalità e sfumature, la MUNICIPALE BALCANICA arriva finalmente al loro primo disco di brani inediti dal titolo “Night Ride” che noi poi forzatamente, per fare della metafora, abbiamo voluto leggere come una “notte che ride”. Ed in effetti di luci soffuse e colori scuri introspettivi questo disco ne è pieno e dalle ormai solo timidi radici balcaniche la scrittura della MB si allontana anche di molto, colorando questi 8 inediti di cose inaspettate per certi versi. Ci accodiamo alla critica che si è proferita in lungo e in largo citando tra tutti “Rusty” e “Ogni stella”: forse i momenti di maggiore impatto, pur sempre appartenenti allo stesso disco che sembra “altra cosa” ascoltando tracce come il singolo “Transylvania Party Hard” o la strumentale e lisergica “Deserto Non Deserto”. Dalle sfumature dell’Est Europa che nascono in origini per riti religiosi o comunque feste di popolo, alle trasgressioni più industriali tra elettronica e suoni quasi rock. Segno di grandi rivoluzioni che partono da dentro prima di arrivare in superficie. Forse anche per questo che per noi la “notte ride”. Insomma: dopo oltre 10 anni di live, il magma bolle e le idee vivono di buona salute. Una vera benedizione…
Noi parliamo sempre di estetica. E c’è subito da chiedersi: ma La Municipale Balcanica, sposa quella precisa cultura musicale o la vive anche?
La Municipale Balcanica è “nubile” perché non sposa e non segue una sola identità, anzi è decisamente promiscua! Metafore a parte, i musicisti della MB devono ai Balcani, e ai balcanici arrivati nella sua Puglia da migranti, il primo incontro con una cultura fuori dei propri confini. Eravamo giovani musicisti in via di formazione quando abbiamo incontrato, nella musica balcanica, chi utilizzava i nostri stessi strumenti con una tecnica assolutamente diversa. Lì è scattata una curiosità vorace che ha fatto iniziare una ricerca che non si è limitata ai Balcani e certamente non voleva imitare le sue fanfare. Il “Balcanica” del nostro nome è un tributo a quel primo incontro, non un programma di imitazione. Il paradosso è che se tecnicamente il suono balcanico è riconoscibile e differente rispetto a quello italiano che ci appartiene, su cui ogni influenza si innesta, dall’altra parte c’è un legame forte che unisce tutte le culture del mediterraneo e si spinge nell’Est Europa. Questo legame è dato dall’approccio alla musica come servizio per la comunità e i suoi riti di festa e di incontro.
E nei costumi, nella scena, nella vita quotidiana? Siete o non siete come la vostra musica?
A volte siamo molto più irrequieti dei pezzi che scriviamo! Però il nostro è un gruppo numeroso e a questa domanda dovrebbero esserci tante risposte quanti siamo e a ciò si aggiunge che alcuni di noi hanno multiple personalità! Scherzi a parte la nostra musica davvero finisce per rappresentarci perché non solo ha carica e entusiasmo ma con molta sincerità racconta inquietudini e sentimenti contrastanti. È vero che abbiamo tanti brani trascinanti ma quasi altrettanti più riflessivi e malinconici.
Bellissimo il video di “Transylvania Party Hard”: ci raccontate com’è nato?
È nato prima di tutto dall’ammirazione per i video della SEEN FILM che ha lavorato per artisti anche più grandi di noi, e poi, sappiamo che suonerà strano, dal desiderio di non comparire in prima persona. La musica la intendiamo al servizio per il pubblico e quindi con ci piace occupare la scena e pretendere attenzione specie in video. Ci siamo fidati della Seen Film e abbiamo deciso insieme che l’idea di un luna park gotico rappresentasse bene il tono tragicomico di “Transylvania party hard”.
E parliamo anche di questa copertina: un lampione, una luna artificiale, un’idea arrivata al momento giusto…
Rispecchia la quiete apparente della notte, filo conduttore del disco, in cui tutto sembra silenzioso mentre in realtà c’è un intero mondo che si muove. Per la verità questo disco è stato travagliato perché i brani che sono emersi hanno sorpreso anche noi e quindi dopo tante inquietudini è arrivata la sintesi e quasi una calma notturna rappresentata sinteticamente nella copertina. “Night ride” è proprio un giro nella notte e nelle sue ambiguità.
Che poi questo titolo… la notte “ride”?
Forzando il gioco di parole tra l’italiano e l’inglese possiamo dire pure che la notte “ride”, però ammettiamo che al massimo abbiamo raccontato sorrisi complici più che risate, insieme a sogni, feste, malinconie e combattività.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.