Conosciuta per la sua capacità di unire il flamenco puro ad altri generi musicali, Natalia Delmar, in arte “La Serrata”, ha costruito una carriera che spazia tra innovazione e rispetto per la tradizione. In questa intervista esclusiva, l’artista racconta i momenti più significativi della sua traiettoria artistica, le sue collaborazioni con icone del flamenco e i suoi progetti futuri che uniscono musica e cultura.
Introduzione e Percorso
Natalia, sei un’artista che ha combinato l’essenza del flamenco puro con altri generi musicali. Come descriveresti il tuo percorso artistico fino ad oggi?
Mi sono formata sin da piccola nel balletto classico, per poi dedicarmi al flamenco. Sebbene abbia sempre composto musica, nelle prime fasi della mia carriera mi sono concentrata maggiormente sul flamenco puro. Ho lavorato duramente per raggiungere i miei obiettivi, accumulando esperienze in tournée nazionali e internazionali e condividendo il palco con grandi artisti come La Farruca. Successivamente, ho iniziato a sviluppare spettacoli più internazionali e commerciabili, unendo il flamenco ad altri generi come l’opera, il jazz, il merengue e la musica urbana.
Quali sono stati gli apprendimenti più importanti per te durante il tuo percorso di formazione?
Ho imparato che tutto è possibile se lavori sodo e credi in te stessa. Ogni esperienza, anche quelle difficili, ti rende più forte e ti insegna qualcosa. La vita è meravigliosa quando ti concentri su ciò che ami e lavori per svilupparlo.
Cosa ti ha spinto a esplorare la fusione del flamenco con generi come il jazz, la musica urbana e la lirica?
Il mio obiettivo era rendere il flamenco accessibile anche a chi non è un appassionato del genere, unendolo ad altri stili per raggiungere un pubblico più ampio. Il flamenco è potente e universale: quando è autentico, può toccare il cuore di chiunque.
Collaborazioni e Progetti
Hai lavorato con figure come Farruquito e La Farruca, esibendoti in festival emblematici come la Biennale di Siviglia. Che impatto hanno avuto queste collaborazioni sulla tua carriera?
Collaborare con artisti di questo calibro è stato un grande onore e una sfida. La Farruca, in particolare, mi ha ispirata con la sua dedizione. Abbiamo presentato spettacoli sia a livello nazionale che internazionale, ricevendo ottime critiche. Questa fase è stata cruciale per la mia crescita artistica.
Come è nata l’idea del gruppo “3 in 1” e cosa significa per te combinare il flamenco con la musica urbana?
Durante un’esibizione al Hard Rock di Santo Domingo, Julio Garcia, il produttore di Romeo Santos, mi ha proposto di unirmi a un progetto musicale simile ai Black Eyed Peas in versione latina. Questo mi ha permesso di unire il mio amore per il flamenco con la musica urbana e di portare il mio stile su un palcoscenico internazionale.
Alla Fashion Week di Milano hai presentato un tributo a Maria Callas che fondeva flamenco e jazz. Quali ricordi conservi di quell’esperienza?
È stata un’esperienza indimenticabile. Amo Maria Callas e dedicare uno spettacolo a lei è stato emozionante. Inoltre, ho avuto l’opportunità di esibirmi in un asilo di Milano, regalando un momento di gioia agli anziani residenti. Quei ricordi rimarranno per sempre nel mio cuore.
Il Flamenco e la Fusione Musicale
Hai pubblicato l’album “Palmun2” nella Repubblica Dominicana. Cosa puoi dirci del processo creativo dietro questo progetto?
È stato un progetto intenso e collaborativo. Lavorare con i raperi Flow C e La Ley è stato molto stimolante, e abbiamo creato i brani in un ambiente rilassato ma produttivo. Questo album rappresenta un’evoluzione della mia carriera musicale.
Oltre alla musica, hai lanciato un profumo in Italia chiamato “Emoción Natalia”. Cosa ti ha ispirato in questo nuovo percorso?
Durante la Milano Fashion Week mi è stata proposta questa idea, e ho accettato con entusiasmo. Amo la moda e il mondo delle fragranze, e sogno di unire tutto questo alla mia musica con una linea di abbigliamento urbana.
Qual è il significato di portare la tua arte flamenca a un pubblico così variegato?
È meraviglioso sentire che il mio lavoro raggiunge e tocca il cuore delle persone. Quando il pubblico vibra con la mia musica e il mio ballo, il mio lavoro acquista un senso profondo.
Sguardo al Futuro
Quali sono i tuoi prossimi progetti artistici o collaborazioni?
Sto lavorando a collaborazioni internazionali con artisti di paesi come Repubblica Dominicana, Colombia, Argentina e Messico. Inoltre, sto pianificando un tour del 2025 per il mio album “Bionica” in America Latina.
Se potessi sognare un progetto ideale, quale sarebbe?
Continuare a creare musica liberamente, rispettando la mia personalità artistica e portando il mio lavoro in tutto il mondo. Questo è il mio sogno.
Che messaggio vorresti trasmettere ai lettori di Mondospettacolo e ai tuoi fan?
Credete nei vostri sogni, lavorate duramente per realizzarli e cercate sempre la felicità. La vita è troppo breve per non essere vissuta appieno.
Natalia Delmar rappresenta una visione moderna del flamenco, unendo la tradizione con l’innovazione. Il suo percorso dimostra che l’arte può essere universale quando viene dal cuore. Auguriamo a Natalia grande successo nei suoi futuri progetti internazionali.
Versión en Español
Título de la Entrevista:
“Natalia Delmar ‘La Serrata’: Tradición Flamenca e Innovación Musical”
Introducción:
Reconocida por su capacidad de combinar el flamenco puro con otros géneros musicales, Natalia Delmar, conocida como “La Serrata”, ha construido una carrera que fusiona innovación y respeto por la tradición. En esta entrevista exclusiva, la artista comparte los momentos más significativos de su trayectoria, sus colaboraciones con iconos del flamenco y sus proyectos futuros que entrelazan música y cultura.
Natalia, eres una artista que ha combinado la esencia del flamenco puro con otros géneros musicales. ¿Cómo describirías tu trayectoria artística hasta el momento?
Bueno, me formé desde muy pequeña en ballet clásico y luego pasé al flamenco. Aunque siempre he compuesto música, en mis primeras etapas artísticas me centé más en el flamenco puro. Tenía muy claro lo que quería y logré cumplir cada uno de mis objetivos en esta primera etapa. A través de mucho trabajo, horas de ensayo y aprendizaje, realicé giras nacionales e internacionales y compartí escenario con grandes figuras como La Farruca. Posteriormente, decidí caminar en solitario y desarrollar mis propios espectáculos, fusionando el flamenco con otros géneros musicales como ópera, jazz, merengue y música urbana.
Desde tus inicios en la danza clásica hasta tu formación en el flamenco con grandes maestros, ¿qué aprendizajes han sido los más importantes para ti?
He aprendido que siempre se puede lograr lo que deseas si trabajas duro y crees en ti misma. Cada experiencia, incluso las negativas, enseña algo y te hace más fuerte. La vida es maravillosa cuando te enfocas en lo que amas y trabajas para desarrollarlo.
¿Qué te motivó a explorar la fusión del flamenco con géneros como el jazz, la música urbana y la lírica?
Mi objetivo era hacer del flamenco un arte que no solo fuera para los amantes del flamenco, sino también para quienes disfrutan otros géneros musicales. Al combinarlo con ópera, jazz y música urbana, he podido llevarlo a más público y hacerlo más internacional.
Colaboraciones y proyectos destacados
Has trabajado con figuras como Farruquito y La Farruca, y has actuado en festivales emblemáticos como la Bienal de Sevilla. ¿Cuál ha sido el impacto de estas colaboraciones en tu carrera?
Fue un gran reto porque ellos son de los mejores del flamenco. Aún recuerdo la primera vez que me reuní con La Farruca, quien me dijo: “Que sepas que siempre he tenido buenas críticas y éxitos en cada uno de mis espectáculos”. Esta frase me motivó a dar lo mejor de mí, y gracias a eso presentamos varios espectáculos a nivel nacional e internacional con excelentes críticas. Esta etapa fue una de las más hermosas de mi vida.
¿Cómo surgió la idea de formar el grupo “3 in 1” y qué significado tiene para ti combinar flamenco con la música urbana?
Durante una actuación en el Hard Rock de Santo Domingo, Julio García, productor y descubridor de Romeo Santos, me propuso formar parte de un grupo similar a Black Eyed Peas en versión latina. Fue un momento increíble porque me permitió unir mi pasión por el flamenco con la música urbana y llevar mi estilo a un escenario internacional.
Durante la Fashion Week de Milán presentaste un tributo a Maria Callas que fusionaba flamenco y jazz. ¿Qué recuerdos guardas de esa experiencia?
Fue una de las experiencias más bonitas que he tenido. Admiro profundamente a Maria Callas, y rendirle homenaje fue un honor. Además, tuve la oportunidad de ensayar en un asilo en Milán para los abuelitos que allí residían. Ver sus lágrimas de alegría al final de la actuación fue algo que guardaré siempre en mi corazón.
Tu álbum “Palmun2” y otros logros
Publicaste el álbum “Palmun2” en la República Dominicana. ¿Qué nos puedes contar sobre el proceso creativo de este proyecto?
Fue una etapa preciosa. Trabajé con los raperos Flow C y La Ley, y la composición fluyó de manera muy natural. Estábamos 24/7 dedicados a la música, y eso creó una energía increíble para el álbum.
Además de tu música, lanzaste un perfume llamado “Emoción Natalia” en Italia. ¿Qué te inspiró a emprender en el mundo de las fragancias?
Durante la Milano Fashion Week me propusieron esta idea, y me encantó. Amo la moda y las fragancias, y espero en el futuro lanzar también una línea de ropa urbana vinculada a mi música.
¿Qué significado tiene para ti llevar tu arte y cultura flamenca a un público tan diverso?
Me encanta que mi trabajo llegue a diferentes públicos y que vibren con mi música y mi baile. Es algo maravilloso y le da sentido a mi arte.
El flamenco y la fusión musical
¿Cuáles son los retos de innovar dentro del flamenco sin perder su esencia tradicional?
Puedes innovar todo lo que quieras, pero si el flamenco se hace desde el alma y la verdad, nunca pierde su pureza. El flamenco evoluciona, pero debe hacerse desde el corazón y no desde el efectismo.
¿Qué importancia tiene el flamenco en el panorama cultural contemporáneo?
Es un arte muy grande y una parte esencial de nuestra cultura española. Creo que debería cuidarse y valorarse aún más.
¿Qué opinas sobre la respuesta del público joven hacia las fusiones del flamenco con otros estilos?
Los jóvenes son más abiertos a los cambios que el público mayor, pero sigo pensando que si el flamenco es puro y se hace desde el corazón, puede llegar a todos sin perder su esencia.
Mirada al futuro
¿Cuáles son tus próximos proyectos artísticos o colaboraciones que puedes adelantarnos?
Estoy trabajando en colaboraciones internacionales con artistas de República Dominicana, Colombia, Argentina, Chile, México y España. También estoy preparando la gira 2025 de mi álbum “Bionica” por Latinoamérica.
Si pudieras soñar con un proyecto ideal, ¿cuál sería?
Estoy viviendo mi proyecto ideal: componer, producir y grabar mi música con libertad y recorrer el mundo haciendo lo que amo. No podría pedir más.
Mensaje para los lectores
¿Qué mensaje te gustaría transmitir a los lectores de Mondospettacolo y a tus seguidores en todo el mundo? Luchen por lo que quieren en su vida. Todo es posible si trabajan duro, sueñan en grande y nunca pierden la fe. Y recuerden: la vida es para ser feliz, no para sufrir.
Natalia Delmar representa una visión moderna del flamenco, uniendo la tradición con la innovación. Su trayectoria demuestra que el arte puede ser universal cuando nace del corazón. Le deseamos a Natalia mucho éxito en sus futuros proyectos internacionales.
Lascia un commento