Nel panorama musicale contemporaneo, poche canzoni riescono a emozionare profondamente e a raccontare con sincerità e poesia le sfumature più delicate dell’esistenza umana. Nevruz, cantautore e artista, ha recentemente rivolto il suo sguardo all’interno del proprio universo, condividendo una composizione che incarna intensità emotiva e un messaggio di speranza e riflessione. In questa intervista, esploreremo il significato profondo di questa canzone, i temi universali che affronta e il percorso personale e artistico di Nevruz.

Nevruz, ci puoi parlare del significato della tua canzone l’Alieno e di cosa ti ha ispirato?
La canzone nasce dal desiderio di raccontare la mia storia e quella di tante altre persone. Volevo condividere le emozioni che proviamo crescendo, affrontando le difficoltà, ma anche mantenendo viva una speranza. La frase di apertura, “Quando sono nato essere umano, non avevo colpe ed ero solo”, rappresenta l’innocenza dell’infanzia, la vulnerabilità di chi si affaccia al mondo senza pregiudizi.

Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere con questa canzone?
Il messaggio principale è che, nonostante le sfide della vita, possiamo trovare la nostra forza e la nostra luce. La metafora del “fucile tra le mani” rappresenta le paure e le difficoltà che affrontiamo crescendo, ma anche il potere di diventare capitani di noi stessi, di dirigere il nostro destino. La canzone è un invito a riflettere sulla nostra identità, sulla crescita e sulla possibilità di riscoprire la speranza anche nelle situazioni più dure.
Hai parlato anche dell’immagine forte della guerra e della sofferenza. Come affronti questi temi nelle tue composizioni?
Sono temi che fanno parte della realtà di molti, e credo sia importante affrontarli con sincerità e consapevolezza. La musica può essere un mezzo per mettere in luce queste realtà, per creare un ponte tra le persone e farle riflettere. La musica non offre risposte facili, ma può aiutare a trovare una forma di consolazione e di speranza, anche di fronte al rumore troppo forte del dolore e della perdita.

Parlaci del simbolo dell’essere “alieno” e di come questa immagine influisce sul tuo modo di vedere il mondo.
Essere “alieno” rappresenta sentirsi diverso, outsider, qualcuno che non si sente completamente parte della società o delle norme convenzionali. Questa condizione può portare sia isolamento che una forma di libertà interiore, poiché permette di vedere il mondo con occhi diversi, di pormi domande che altri potrebbero non porsi. La mia visione del mondo è influenzata da questa sensazione di essere un outsider, che mi spinge a cercare nuove vie, a rischiare, a creare il mio cammino senza conformarmi alle aspettative degli altri. È una sfida, ma anche una risorsa preziosa che alimenta la mia creatività e la mia voglia di raccontare storie che siano autentiche e significative.
Come si collega questa identità di “alieno” alla tua musica e alle tue liriche?
La mia identità di “alieno” si riflette molto nelle mie liriche. Parlo di differenze, di lotte interiori, di sogni che sembrano irraggiungibili, ma anche di speranza e di appartenenza a qualcosa di più grande, oltre le barriere sociali o culturali. La musica diventa un modo per esprimere questa dualità e per creare un ponte con coloro che si sentono ugualmente fuori luogo,offrendo loro una voce e uno spazio. Alla fine, credo che il nostro essere “alieno” ci renda più autentici, più coraggiosi nel sognare e nel lottare per un mondo migliore. La musica diventa il mio modo di condividere questa visione, di creare un’armonia tra le diversità e di ricordare a tutti che, anche nelle tenebre più profonde, c’è sempre una luce che può guidarci. È questa luce, questa speranza, che voglio portare avanti con le mie parole e le mie note, perché ogni “alieno” merita di sentirsi parte di qualcosa di grande, di speciale, e di non smettere mai di credere nel proprio valore.


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