Non avrai altro dio all’infuori di Claudio

Se avete voglia di leggere una commedia comica, romantica, leggera e ambientata nel mondo della musica pop questo è il libro che fa per voi. “Non avrai altro dio all’infuori di Claudio” è il romanzo scritto a quattro mani dalla giornalista Rosa Alvino e da Ivan Fedele (comico di “Made in Sud” nel duo Ivan e Cristiano, sulla Rai anche per “Fatti Unici”, al cinema con “Colpi di Fortuna” con Luca e Paolo, in radio con “Il Fattappost” e a teatro con “Troppo Napoletano” insieme a Gigi e Ross e Alessandro Bolide). Un romanzo che cerca di dipingere i tratti del fan. Di colui che ossessivamente segue un cantante. E’ il caso di Luca, fan sfegatato di Baglioni. Luca va a quasi tutti i concerti di Claudio, lo segue in giro per l’Italia, ha tutti i suoi dischi compresi bootleg e rarità, frequenta solo fan come lui, ha la macchina che aveva il suo cantante preferito negli anni 70. Ma c’è anche una protagonista femminile. Ed è Sara. La quale ha una tranquilla vita milanese insieme al suo noioso fidanzato Arturo, fino a che suo padre, meteora musicale degli anni 60, non abbandona, con un colpo di testa, la famiglia per scappare a Cuba nel tentativo di tornare a fare musica e di vivere una seconda gioventù. Ed ecco che Sara deve tornare nella sua Roma natia per soccorrere la madre. Una sera Luca e Sara si incontrano in un locale capitolino e, complice qualche bicchiere di troppo, finiscono a letto insieme. Quella che credevano l’avventura di una notte si trasformerà in un inaspettato innamoramento. Ma la pragmatica Sara odia gli “ossessionati” e Luca nel tentativo di conquistarla sarà costretto a nasconderle tutto il suo ingombrante “mondo a parte”, scatenando una serie di equivoci esilaranti.

Come è nato questo libro?

Ivan Fedele: A dire il vero io non volevo scriverlo. Volevo che fosse Rosa a farlo. Era da un po’ che volevo che lei scrivesse. Avevo letto delle sue cose e ne ero rimasto affascinato. Quindi inizialmente volevo che lo scrivesse solo lei. Però lei è un po’ indecisa. Più che indecisa diciamo che è meditabonda. Quando le dichiarai il mio amore mi disse che ci doveva pensare un pochino. Mi rispose dopo un anno. Per cui per abbreviare le cose mi sono coinvolto anche io come parte attiva. E ci siamo divisi equamente capitoli ed io narranti. Io ho scritto i capitoli dove l’io narrante è Luca e lei quelli dove è Sara a parlare in prima persona. E infatti i suoi sono più belli, più lineari, più…narrativi. I miei sono più sguaiati e confusionari. Da “non scrittore”, insomma. Però è stata una bellissima avventura dar forma e pensieri ad un personaggio come Luca. Non avrei mai pensato di scrivere un romanzo. Rientrava in quelle categorie che amo, come il calcio o la musica, proprio perché non so farle. E’ stato bello creare quel mondo con i suoi personaggi, con i suoi intrecci. Scrivevo di notte. Perché di giorno ero impegnato con la scuola, con gli spettacoli, con la tv. Poi di notte mi impegnavo a scrivere un capitolo allo scopo di mandarlo a Rosa prima che lei si svegliasse. In modo che potesse farci colazione. Che potesse leggerlo mentre faceva colazione. E per un po’ quindi ha fatto colazione con i capitoli di Luca.

Rosa Alvino: Ivan mi spingeva a scriverne uno tutto mio, ma questo salto nel vuoto non riuscivo a farlo senza rete e senza una mano che mi accompagnasse. E per gioco e, con un po’ di rischio, ci siamo interrogati sul cuore di una storia. E’ vero, si scrive in primis su ciò che si conosce, inondando le parole con personaggi immaginari e fantasiosi. Ma bisognava partire da un comune denominatore, una passione che ci legava: la risposta l’avevamo davanti agli occhi.
Tutto è nato dalla nostra passione per il noto cantautore , infatti ci siamo incontrati ad una fila, sotto i porticati del san Carlo… una fila lunga, piena di sogni e di domande, in una nottata, tramutata in alba, di metà novembre.
La passione per la musica ha mosso questo romanzo, sorto un po’ per gioco e un po’ per caso.
Con la volontà di far comprendere che le passioni, sportive, musicali o di altra natura, sono il sale degli incontri e degli entusiasmi ma anche di crescita e di mutamento. E così è nato “Non avrai altro dio all’infiori di Claudio”

Come è il mondo dei cosiddetti fan?

Ivan Fedele: Conosco bene il mondo dei fan e mi affascina. Come mi affascinano tutti i mondi a parte che hanno i loro codici. Il romanzo ruota intorno a questa bellissima esagerazione di essere fan. Di essere ossessivamente appassionati di qualcosa o di qualcuno. Poteva essere una squadra di calcio, un’attrice, un attore, un altro cantante…Ligabue, Vasco Rossi. Però abbiamo scelto Claudio Baglioni. Perché conosciamo molto bene il suo mondo. E quindi abbiamo cercato di condurre anche una analisi sul fenomeno fan. Luca ha la camera tappezzata di poster di Claudio. Poi ha un B&B che si chiama come una canzone di Claudio, ogni stanza ha per nome il titolo di un pezzo di Claudio, ha la macchina che usava Claudio negli anni 70, come amici ha solo baglioniani, alla sua squadra di pallavolo ha imposto un nome di un brano di Claudio e, come abbiamo detto, ha visto più di 200 concerti (più i raduni del fans club e i concerti speciali). Ma nonostante questo ritiene di non essere esagerato. Sottolinea la valenza soggettiva dell’esagerazione. Perché, dice, ci sono fan che si son fatte tutte, ma proprio tutte, le tappe dei tour degli ultimi dieci anni. Anche io, anche noi conosciamo persone che si fanno tutti i concerti. Anche quelli all’estero. Una volta a una ragazza, che si chiama Cristiana Borghi (notate bene: le stesse iniziali di Claudio Baglioni), che sapevo che di un tour di 34 date se ne era fatte 33, chiesi perché mai non si fosse fatta anche la trentaquattresima. E noi con queste persone ci siamo fatti file per comprare i biglietti che iniziavano alle 9 del mattino per finire il mattino successivo. E non è stato nemmeno un peso. Anzi le ricordo come esperienze divertentissime. L’esagerazione del fan supera tutti i limiti. Pensa che per il concerto a Modena di Vasco Rossi la prima persona che si è messa in fila per assicurarsi il posto sotto al palco attaccato alla transenna sai quando è partito? Un mese prima. E’ stato per un mese in fila. Di giorno e di notte. Davanti al cancello. Ma il bello è che non è stato da solo. Dopo qualche giorno già c’erano altre persone. Tutto questo per vedere un concerto una sera di un mese dopo.

Pensa che c’è una nostra cara amica che è andata ad un concerto di Baglioni col pancione che stava per partorire. Era in prima fila. Vi giuro che io mi aspettavo che si rompessero le acque sotto al palco. Che poi la leggenda vuole che abbia pilotato il parto in modo da farlo nascere il 7 luglio. Il 7 luglio è San Claudio. Lei una volta mi raccontò che i cattolici molto devoti un tempo erano soliti chiamare i loro figli Giuseppe e Maria. Perché vi racconto questo? Perché lei suo figlio lo ha chiamato Claudio. Fatevi un po’ due conti…

Crediamo siano bellissimi questi sogni collettivi. Anche il seguire un cantante, un artista, un attore. E’ energia. La stessa energia che avevano i primi fan. I fan nascono con i Beatles. Era comunque energia, era comunque un sogno da condividere invece che stare persi e soli ognuno dentro il proprio smart phone.

Come è SARA. la protagonista femminile?

Rosa Alvino: Sara è razionale, pragmatica. C’è qualcosa di me, forse tanto, nella rigidità del dovere che lei si ostina a seminare, in qualsiasi cosa che incontra. Un senso di ordine che vuole investire sulle persone che la circondano. Sara rappresenta il senso alto della professionalità e della giustezza che viene mitigata, tuttavia, dall’incontro con Luca. Grazie al Cielo,  la vita è sorprendente,  come le passioni, e ci pensa lei  a sconvolgerti piacevolmente i piani, senza rendertene conto o volerlo.

Sara è la parte più “adulta” dei due protagonisti. Diciamo che nasciamo tutti come il protagonista maschile, Luca:  Puri, appassionati, vivaci, senza sovrastrutture, ma poi ci ritroviamo ad essere come Sara con l’età che avanza e le responsabilità che incombono.

Cosa sono le passioni? Quanto sanno essere tali e non ossessioni?

Rosa Alvino: Luca si trova ad essere un po’ come Peter Pan, over trenta che non vuole abbandonare la sua consuetudinaria esistenza fatta di amici, B&B, volley e Claudio Baglioni. Lui ama la sua vita, si circonda di suoi simili, “i baglioniani”, solo loro possono capire cosa significhi scandire il tempo al ritmo delle date di un tour, di una trasmissione tv dove sarà protagonista il loro idolo, e avere tutto, ma proprio tutto, della di lui discografia. Ma le passioni, come tutte le scelte della vita, provocano delle rinunce…Luca sarà capace di smussare il suo “fanatismo” per amore? Sara, quella che odia li ossessionati, quella che odia Cuba perché suo padre per amore della musica è fuggito oltreoceano per inseguire un sogno “adolescenziale”, saprà comprendere le passioni del suo lui?

La vita è un continuo  Slinding Doors, e qualsiasi strada intrapresa comporta una rinuncia.

Perché Sara abita a Milano ed è una farmacista?

Ivan Fedele: Abita a Milano perché è una dottoressa in carriera. Inizialmente non è una farmacista da farmacia, ma da ricerca, da università. E’ una ragazza forte, metodica, a volte anche un po’ pesante, che vuole tenere tutto sotto controllo. Ma allo stesso tempo nasconde una parte di sé leggera, bambina, che vuole essere protetta. Perché farmacista? Eh… nel mio immaginario erotico c’è la farmacista. Gli altri hanno le ballerine, le infermierine, le modelle. Io ho le farmaciste. Non so perché. Forse da bambino andai a trovare un mio zio che lavorava in farmacia e devo aver visto qualche bella farmacista e da allora ho l’imprinting.
Mi affascinano tanto poi le farmacie. Perché oggi sono dei grandi bazar dove puoi prendere caramelle, barrette, cioccolato, patatine, pastigliette, cremine. Ci passerei ore. Per lo stesso motivo amo le edicole. Perché anche lì oltre ai giornali puoi comprare cd, dvd, libri, figurine.

Ringraziamo ancora il caro amico Alex Cunsolo e tutto il meraviglioso staff di Mondospettacolo

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La Redazione