Non bussare a quella porta- Recensione

Non bussare a quella porta” (in originale ”Don’t Knock Twice”) è un horror sovrannaturale del 2017 diretto da Caradog W. James e scritto da Mark Huckerby e Nick Ostler.

Jess è una tossicodipendente in recupero che si dà all’arte, cercando di ricostruirsi una vita col suo uomo. Le è stato tolto l’affidamento di sua figlia Chloe, che non vuole vederla, né sapere nulla di lei. La donna un giorno si ritrova sotto casa sua figlia, che le chiede di restare lì con lei per un po’. Chloe, spaventata, racconta alla madre una storia. Una donna abitava lì nella città, una donna dai capelli rossi di nome Mary Aminov, chiamata Ginger.

Non usciva mai di casa ma ogni tanto si affacciava alla finestra. La gente diceva di lei che fosse una strega. Dopo la sua morte, cominciarono ad albergare in città strane leggende sulla vecchietta. Bussando alla sua porta, lei ti avrebbe preso. ”Bussa una volta per svegliarla dal suo letto, due volte per farla risorgere dalla morte”. Chloe e un suo amico, Danny, la notte prima erano andati sotto casa della donna e, sfidando la sorte e le superstizioni, hanno bussato due volte alla porta. Da lì, Danny risulta disperso e Chloe, viene perseguitata dallo spirito della vecchia strega, perché ormai, è marchiata.

Mary Aminov in ”Non bussare a quella porta”.

Film ”horror” senza troppe pretese, si rivela essere un lavoretto dozzinale e troppo, troppo veloce nella narrazione. Script non male, ma messo in atto in maniera improponibile. L’operato di James risulta essere noioso, goffo e munito solamente di qualche inutile jumpscare messo lì per caso. La storia in alcuni passaggi risulta forzata e lo spettatore sarebbe costretto ad abbandonare la visione dopo i primi venti minuti, se non fosse per l’interpretazione dell’inquietante protagonista Katee Sackhoff, l’unica a dare credibilità a ”Non bussare a quella porta” (è più raccapricciante lei che la strega).

La vicenda è anche interessante, e lo sarebbe stata di più se solo avessero dato più spazio alla stregoneria. Ma qui non ci troviamo di fronte a un film sulle streghe, (che sarebbe stato anche più che apprezzabile) ma a un horror sovrannaturale di serie B che comincia in modo insensato e termina con un epilogo ridicolo. Neanche i cliffhanger sono degni di nota e come tali non riescono a risollevare, purtroppo, la pellicola.

Quella che pareva essere una rivisitazione moderna e più horror della storia di Hansel e Gretel, si rivela un prodotto fatto apposta per le menti che si accontentano di cinema moderno di qualità scarsa, come se non si aspettassero alti livelli e si facessero bastare la mediocrità. Poche son le scene memorabili, interessante la figura della raccapricciante antagonista.

Un gran peccato per un film che poteva valere tanto, ma che risulta essere soltanto dimenticabile.

Jess e la strega, ”Non bussare a quella porta”.