‘O FLAUTO MAGGICO AL CLASSICO CONTEMPORANEO

Chiostro del Convento di San Domenico Maggiore Napoli domenica 5 agosto 2018 ore 21:30

‘O FLAUTO MAGGICO

tratto da Il Flauto Magico di Wolfgang Amadeus Mozart e Emanuel Schikaneder

drammaturgia e regia Mirko Di Martino

con Orazio Cerino

musiche dal vivo Bruno Tomasello

scene e costumi Chiara Carnevale, Francesca Liguori

aiuto regia Vittorio Passaro

produzione Teatro dell’Osso in collaborazione con TRAM Teatro Arte Ricerca Musica

“O flauto maggico” è uno spettacolo di narrazione con musiche e rumori eseguiti dal vivo, adatto a grandi e piccoli. Dell’opera originale restano intatti sia lo spirito illuminista che l’atmosfera fantasy, uniti però ad un forte accento citazionista e ad una abbondante dose di divertimento. La lingua utilizzata è un misto di italiano e napoletano, di prosa e versi, di parlato e cantato. La colonna sonora originale, eseguita dal vivo, si diverte a stravolgere l’originale partitura di Mozart contaminandola con i suoni mediterranei e gli effetti elettronici.

Lo spettacolo nasce da un’ipotesi fantasiosa e intrigante: le avventure descritte nel Flauto Magico potrebbero essere state realmente vissute dal giovane Mozart durante il suo soggiorno a Napoli? È noto, infatti, che Mozart visitò la Capitale del Sud Italia nel 1770 all’età di 14 anni, durante il suo viaggio in compagnia del padre. L’anno seguente moriva a Napoli Raimondo di Sangro, il famoso e già leggendario Principe di Sansevero. Il giovane prodigio della musica e l’anziano letterato esoterico non ebbero alcun contatto (o almeno, noi non ne sappiamo nulla), ma l’ipotesi di un loro incontro è estremamente affascinante. Perchè non pensare, allora, che Mozart abbia scoperto le idee massoniche proprio grazie all’incontro con Sansevero? Si sa che “Il Flauto Magico” è un’opera profondamente intrisa di ideali esoterici: e se Mozart lo avesse composto proprio grazie alla sua esperienza napoletana? I rimandi e le coincidenze sono tantissimi: il viaggio del Principe Pamino si conclude in un Tempio della Verità che sembra la descrizione della Cappella del Cristo Velato; il paesaggio desertico del primo atto ricorda la Solfatara di Pozzuoli (che Mozart visitò) e la Regina della Notte sembra un riflesso della Sibilla Cumana; il buffo Papageno potrebbe essere nato dall’incontro con Pulcinella in qualche vicolo napoletano e il nero Monostato strizzerebbe l’occhio all’inquietante Cagliostro. La fantasia vola e si confonde con la storia e la leggenda, la musica colta si mescola con quella popolare. Il gioco delle citazioni e l’arte della contaminazione danno vita a uno spettacolo gioioso, adatto a grandi e piccoli, che promuove l’immagine di Napoli come centro europeo della cultura e della musica. Non a caso Mozart si aspettava grandi cose dal suo soggiorno napoletano: perchè la cultura del Settecento trovó proprio a Napoli uno dei centri di irradiazione più vivaci d’Europa.