Old man & the gun: l’addio di Robert Redford al cinema

L’addio alle scene come attore è sufficiente farlo con il regista e la storia giusta, oltre che con l’età giusta. Old man & the gun è diretto da David Lowery, regista che, da sempre, mette al centro la recitazione.

Grazie alla scelta di questa storia vera dell’anziano rapinatore di banche  Forrest Tucker, realizza un film perfetto per l’addio alle scene del leggendario Robert Redford.

Dalla sua coraggiosa fuga dal carcere di San Quintino, all’età di settant’anni, a una serie di colpi senza precedenti che incantarono il pubblico e lasciarono le forze dell’ordine a brancolare nel buio, prende forma una trama perfetta a cui si aggiunge, tra personaggi, il detective John Hunt incarnato da Casey Affleck, sempre più affascinato dalla dedizione di Forrest all’arte del furto. Sissy Spacek, invece, è la donna che lo ama nonostante la professione che si è scelto.

Non esisteva una storia più bella: un anziano che, senza mai sparare un colpo ma mostrando solo la pistola, rapinava con classe le banche e si allontanava tranquillamente, evitando corse in auto. Un vero rapinatore da terza età, gentile, sorridente, compassato. 

Il film è un vero trionfo di recitazione perRobert Redford, che, nonostante i segni del tempo, solo con i suoi occhi incanta spesso cassiere di banca e gli spettatori. In particolar modo, le spettatrici, che siamo certi adoreranno questo attempato attore ancora in grado di trasmettere il messaggio che “non è mai troppo tardi”.

Il risultato è una classica commedia crime, che non è, però, soltanto un doveroso omaggio all’incredibile carriera di Redford, sebbene tante scene e tanti riferimenti ad essa siano inseriti appositamente, comprese battute che richiamano sui ruoli precedenti.

Come sua uscita di scena non si poteva davvero chiedere di più per un lungometraggio che ruota tutto attorno al suo anziano protagonista e che ci racconta come quest’uomo riuscisse a rapinare le banche con facilità. Redford ricopre il ruolo alla perfezione, ci rammenta che il tempo passa e che non ci si deve mai fermare troppo a pensare al proprio passato, ma bisogna guardare avanti. E, di sicuro, ora rischia di vincere troppi premi per questa interpretazione (già candidato ai Golden Globe), tanto che potrebbero già averlo fatto ripensare sulla sua scelta di abbandonare le scene.

Del resto, è la morale del film: non è mai troppo tardi…

 

 

Roberto Leofrigio