Padre: Giada Colagrande e Willem Dafoe parlano del loro film

“Io, ovviamente, sono presente nella vita di Giada. Lei aveva le idee molto chiare a proposito del film che voleva realizzare, quindi mi sono reso disponibile a servire la causa, ma non solo come attore, bensì preoccupandomi di tutto ciò che serviva, dal procurare il pranzo per la troupe al pulire il set, anche perché Padre è stato messo in piedi maniera casareccia”.

Fresco di vittoria della Coppa Volpi alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per la sua interpretazione in Van Gogh – At Eternity’s Gate di Julian Schnabel, parla l’attore americano classe 1955 Willem Dafoe al pubblico del Nuovo Cinema Aquila di Roma in occasione dell’anteprima dell’ultimo lavoro diretto dalla moglie Giada Colagrande, la quale spiega: “Questo film è nato da una serie di sogni consequenziali che ho fatto notte dopo notte. Sogni che ho fatto mesi dopo la scomparsa di mio padre e in cui vedevo me che, appunto, avevo perso da poco il papà. Quello che vedevo, però non era il mio vero padre, in quanto era un compositore, poi, al terzo sogno il suo volto era quello di Franco Battiato. Lui è una cara persona e la mattina l’ho chiamato per raccontargli tutto. Mi ha subito detto che era una cosa meravigliosa, ha reagito con un entusiasmo tale che voleva farlo. Tra l’altro, ha sempre rifiutato di recitare, lo ha fatto una sola volta negli anni Settanta, in un film che ora non ricordo (Baba Yaga di Corrado Farina, nda)”.

Diviso in atti e immerso in un’atmosfera piuttosto tetra, cupa e triste, quasi da Espressionismo tedesco, infatti, Padre è un lungometraggio intimista e che affronta l’elaborazione del lutto attraverso un percorso spaziante dalla video arte alla musica, passando per il teatro e la pittura.

Un percorso quasi vicino alle ghost story, in cui Giulia (la stessa Colagrande) viene contattata dall’aldilà, tramite la musica, dal padre defunto (Battiato, appunto), intento a condurla ad una iniziazione al mondo invisibile.

Una riflessione in fotogrammi sull’arte come veicolo privilegiato per condurre un’anima verso una dimensione altra da sé e sul valore di un misticismo non legato a nessuna religione, ma che rimanda al mistero della vita, a proposito di cui la regista aggiunge: “Io devo dire che ero ancora nel pieno dell’elaborazione del lutto di mio padre quando stavo girando questo film e meditavo per concepire la morte come qualcosa di diverso, non come una fine. Del resto, il rimpianto fai fatica a tenerlo a bada, improvvisamente senti che non hai più l’occasione di risolvere ciò che è rimasto irrisolto. Quindi, la dimensione della memoria ti può far stare malissimo, ma dopo aver girato Padre ed aver proseguito con pratiche per stare meglio, ho scoperto che essa può essere vissuta come un luogo a cui attingere e da cui nutrirti. Perché, in realtà, noi conteniamo tutto e non dimentichiamo nulla. Ultimamente, ho scoperto l’ipnosi progressiva ed è uno strumento straordinario”.

Un film che, dedicato allo scomparso direttore della fotografia Tommaso Borgstorm, è sceneggiato dalla stessa Colagrande insieme al Claudio Colombo che vi veste anche i panni di un medico e comprende nel cast l’artista serba Marina Abramovic nel ruolo della madre della protagonista, con cui parla via Skype come avvenuto, a quanto pare, in uno dei suoi sopra menzionati sogni.

E, se la Colagrande racconta che tutti i registi si trovano bene a lavorare con il marito perché si mette sempre a disposizione dei loro film, Dafoe, che incarna un amico di lei impegnato ad affiancarla nel sovrintendere alla creazione di happening teatrali, a proposito della sua capacità di spaziare tranquillamente dai low budget ai blockbuster dichiara: “Mi piace mischiare le cose, ovvero film grandi, piccoli o anche minuscoli come questo o quelli fatti con Abel Ferrara ultimamente, perché ciò ti permette di rimanere flessibile e di non fissare un’identità nel modo di lavorare. In un certo senso, c’è meno pressione e come risultato puoi essere più presente in quello che fai, perché scopri che c’è sempre un altro mondo”.

Attualmente in fase di distribuzione in diversi cinema d’Italia, Padre rimarrà in programmazione nella sala romana, allo spettacolo delle 20.30, fino al 18 Settembre 2018.

 

Francesco Lomuscio