Hai presente quando finalmente sei sul divano, hai finito tutte le tue incombenze da adulto responsabile e pensi: “Stasera mi rilasso”? Ecco, poi parte Panico di BOHRIS e improvvisamente ti ritrovi a fissare il soffitto, rivalutando tutte le tue scelte di vita dal 2011 in poi.

Il nuovo singolo, uscito l’11 aprile, è la perfetta colonna sonora per chi ama complicarsi l’esistenza con pensieri esistenziali dalle 23:00 in poi. Sì, perché BOHRIS riesce in quell’impresa rara: farti ballare leggermente con la testa mentre il cuore ti sussurra “aiuto”.
Musicalmente è un elettro pop elegante, atmosferico, con una malinconia che ti abbraccia piano ma poi ti stringe un po’ troppo forte. Il ritornello arriva come un amico che ti dice “tranquillo, ci sono” mentre ti accompagna giù nel vortice dei tuoi pensieri notturni.
Il testo? Diretto, essenziale, ma con quella capacità disarmante di dire esattamente ciò che eviti da giorni di affrontare. E quando BOHRIS canta di cercare una luce, tu ti ritrovi a fissare la lucina del router sperando che sia un segno.
Ma la verità è che Panico funziona. Funziona perché non si prende troppo sul serio, ma nemmeno scherza. Sta lì, in equilibrio tra lo struggimento esistenziale e il beat che ti culla verso l’introspezione. È la canzone che metti quando vuoi piangere con dignità, magari sorseggiando qualcosa di troppo costoso per essere consumato in pigiama.
In conclusione: Panico è l’inno non ufficiale delle ansie da comodino. BOHRIS ha colpito nel segno. Di nuovo. Ora scusate, vado a cercare quella famosa “luce”.
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