“Patricia”, il singolo della band pugliese Flowers For Boys distribuito per l’Angapp Records questo 22 aprile. Scopriamo di cosa si tratta
Quattro giovani ragazzi appassionati di musica hanno deciso di unirsi per fondare il gruppo Flowers For Boys. La band originaria della puglia ha da poco distribuito su tutte le piattaforme digitali “Patricia”, un singolo davvero coinvolgente che vuole lanciare dei messaggi di inclusione.
Abbiamo deciso di rivolgere loro qualche domanda per conoscere meglio la loro musica, le loro aspirazioni e comprendere gli obiettivi che desiderano raggiungere.
Ragazzi benvenuti! Partiamo subito col chiedervi come nasce il pezzo “Patricia”. Potete raccontarci qualcosa in più?
“Patricia” ha seguito un processo di gestazione molto lenta e curata. Vederlo nascere e venir fuori così come lo desideravamo è stata una soddisfazione. Il contributo di ogni membro della band alla resa del singolo è risultata fondamentale. Il singolo nello specifico parla di una donna transgender, del superamento delle difficoltà legate al giudizio altrui e personale (spesso quello più duro da scalfire) e del raggiungimento di una realizzazione completa del proprio essere.
Non si ispira ad una storia specifica, il testo è venuto fuori in maniera naturale. Per questo abbiamo sentito fondamentale la necessità di confrontarci con chi conosce o vive tali situazioni nella propria vita: ci siamo rivolti ad associazioni di promozione sociale del territorio per far ascoltare il nostro brano e condividerne il testo, per poter riconsiderare quelle parti che rischiano di veicolare messaggi errati. È stato un bel momento di crescita.
Quanto le vostre origini pugliesi influiscono nel vostro lavoro musicale?
Il genere musicale dei nostri brani sicuramente non richiama le sonorità tipiche del nostro territorio. Ma, come si usa dire, la Puglia è uno stato d’animo! E noi cerchiamo di mettere tutta quell’energia DOC all’interno dei nostri pezzi. I nostri colori poi, brillanti e pastello (ognuno di noi corrisponde ad un fiore) richiamano quelli che sono gli splendidi colori della natura del nostro territorio.
C’è da dire anche che, pur se siamo pugliesi, abitiamo in città e paesi abbastanza distanti fra di loro: ogni prova è praticamente un meeting! Ma questo è il bello, ognuno mette il suo in ogni cosa che facciamo.
Il singolo rappresenta una speranza per coloro che non riescono a catalogarsi nei canoni della società. Voi, nel vostro mondo, vi siete sentiti mai diversi?
Non è forse vero che un po’ tutti siamo outsiders? Cosa è davvero la normalità? Partire dal presupposto che la normalità non esiste nella realtà, che siamo tutti unici nei nostri modi un po’ strani di parlare, pensare, immaginare aiuta a superare determinate aspettative che possiamo avere verso noi stessi, ignorando i pregiudizi di coloro che ancora non sono arrivati a questa piccola verità.
Trascendendo dai singoli individui e dalle nostre storie, non negherò che, nel nostro campo, anche noi siamo un po’ outsiders, considerando la scena musicale barese che vede, per la maggior parte, stili musicali molto diversi dal nostro. Anche noi, quindi, come Patricia, siamo “diversi” fra i diversi, ma abbiamo imparato ad amarci per ciò che siamo e per i messaggi che vogliamo trasmettere, con la nostra voce, con le nostre parole.
Musicalmente c’è qualcosa su cui non siete d’accordo? Alcune di queste eventuali divergenze influiscono nella composizione della vostra musica?
In realtà siamo d’accordo su praticamente tutto. Il progetto è nato appositamente per esprimere le nostre necessità musicali nel preciso modo con cui le stiamo esprimendo in questo momento. “Patricia” non è altro che la conferma del nostro stile musicale. Noi tutti siamo compatti sulla direzione da prendere ad ogni passo, ed è una sensazione bellissima perché è molto raro trovare qualcuno con cui avere una connessione così forte da non aver quasi bisogno di parlare per capirsi.
L’empatia che vogliamo trasmettere nei nostri testi è la naturale estensione del rapporto che abbiamo fra di noi. Un po’ come in amore, ci si vuole bene per i pregi, ma soprattutto per i difetti, che rendono il rapporto sincero e fresco ogni giorno. Questo, ovviamente, non significa che abbiamo tutti gli stessi esatti gusti e background musicali, ANZI. Ciascuno di noi non potrebbe provenire da una formazione artistica e personale differente, ma sono proprio le nostre differenze che rendono il nostro sound, a nostro parere, così unico e ricco.
Cosa manca nel panorama emergente musicale italiano secondo voi?
Ci siamo resi conto che, soprattutto dopo la pandemia, manca l’audacia di costruire una rete che supporti le realtà emergenti. Tanti locali hanno dovuto chiudere e tanti festival hanno dovuto interrompere la loro vita artistica. Per i secondi, fortunatamente, se ne stanno creando di nuovi ed è un bene, mentre per i primi purtroppo non sempre ad un locale che ospita live chiuso corrisponde poi una nuova apertura.
E chi ha resistito ai due anni terribili, spesso non ha più la vecchia audacia. Ecco, ci saranno sempre emergenti che hanno l’audacia di mettersi in gioco, di iniziare progetti e lanciare idee. E non vedono l’ora di avere, appunto, una rete di realtà pronte ad accoglierle nei loro spazi. Crediamoci, di nuovo, tutti insieme.
Dopo Patricia state lavorando ad altri progetti?
Il gruppo è sempre un cantiere; abbiamo sempre qualcosa a cui lavorare perché pensiamo che nel processo artistico è sempre fondamentale non interrompere il flusso di idee. Stiamo lavorando ad una nuova pubblicazione, a nuove canzoni, ai live di quest’estate che si prospetta caldissima e bellissima, pensando a quante persone conosceremo e quanti di questi ascolteranno la nostra musica. Stiamo lavorando ad ampliare il nostro “bouquet”, ed è un lavoro che ci sta divertendo ed entusiasmando.
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