Pellicola che prende il via da una costola del Neorealismo, per poi districarsi in un dramma venato anche di un aspetto crime, a tratti quasu noir, Riso amaro è parte integrante della nostra storia del cinema.
Film datato 1949 e diretto da Giuseppe De Santis, regista mai abbastanza riconosciuto ma, comunque, mai dimenticato per ciò che riuscì a portare sui grandi schermi proprio grazie a questo suo enorme classico, è un titolo che non riesce a farsi scordare grazie a quelle bellissime immagini in bianco e nero, a cura del direttore della fotografia Otello Martelli.
Un titolo che torna a brillare, per la prima volta in alta definizione, grazie a una edizione blu-ray targata CG Entertainment (www.cgentertainment.it), proposto in una nuova versione restaurata in 2K.
Un archetipo cinematografico del quale non poco curioso è il cast senza tempo, inimitabile e indimenticabile, composto da un Vittorio Gassman in versione villain, ancora anni luce lontano dai ruoli ironici che lo avrebbero reso inimitabile (I soliti ignoti arrivò, poi, nel 1958), una intrigante Doris Dowling, attrice che lavorò anche per Billy Wilder (Giorni perduti) e Orson Welles (Otello), un semi esordiente Raf Vallone, allora al suo terzo film, e una splendida Silvana Mangano, la cui immagine in calzoncini e maglietta qui esibita è rimasta icona di assoluto fascino femminile ed erotismo più o meno latente.
Prodotto da Dino De Laurentiis, Riso amaro inizia con le vicissitudini del criminale Walter (Gassman), un pregiudicato ricercato dalla polizia per il furto di una collana avvenuto in un hotel, il quale, dopo essere stato avvistato alla stazione, decide di far perdere le proprie tracce infiltrandosi in un gruppo di mondine.
Insieme a lui c’è l’amante Francesca (Dowling), che, nascostasi anch’ella tra le donne del treno, viene presa a raccogliere il riso insieme a loro, mentre il suo uomo decide di compiere anche un altro colpo più grande, nonostante sia contraria.
In questo ambiente di lavoro entrambi fanno la conoscenza di Silvana (Mangano), una delle mondine più appariscenti, che subito rimane colpita dal fascino di Walter; ma a complicare le cose vi è anche il giovane sergente Marco Galli (Vallone), un bel ragazzo che si pone tra le due donne, avviando un intreccio di vorticosi sentimenti. Tutto si complica ulteriormente, però, quando Silvana scopre che Francesca altro non è che una dei ladri della collana.
Celebrato e ricordato a più non posso, Riso amaro è un monumento del cinema italiano che vive di una sua particolare caratteristica: usare un mondo al tempo sconosciuto (qualche anno prima il regista De Santis lo scoprì alla stazione di Torino, in un viaggio di ritorno da Parigi) come sfondo di un’intricata trama fatta di crimini, sia legali che del cuore.
Uno scenario, quello delle risaie, descritto in tutto il suo (neo)realismo che vale quanto il film stesso, alimentando ogni senso attuale che c’è nelle radici del soggetto, candidato agli Oscar dell’epoca e che porta, tra l’altro, anche la firma di Carlo Lizzani (futuro regista di Achtung! Banditi! e Banditi a Milano).
Questa nuova edizione in alta definizione, quindi, consente di recuperare Riso amaro in tutto il suo splendore, tanto più che corredata di contenuti speciali ricchi e corposi: una Intervista a Lizzani (sei minuti), l’estratto Guido Michelone racconta il film (cinque minuti), uno Speciale Giuseppe De Santis (trentadue minuti), Fumetto – Storia del film (quattro minuti), una galleria fotografica, l’archivio Baita, la locandina, le recensioni dell’epoca e un trailer originale.
Mirko Lomuscio
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