Recentemente omaggiata con un doveroso Oscar alla carriera, Lina Wertmuller è stata, in verità, la prima donna al mondo ad essere presa in considerazione per una candidatura agli Academy Awards, aprendo così una strada per future colleghe che, almeno, ci avrebbero provato (tra le altre, Jane Campion con Lezioni di piano e Sofia Coppola con Lost in translation), per poi magari riuscire ad acchiappare l’ambita statuetta (finora soltanto Kathryn Bigelow con The hurt locker è arrivata a tanto).
Un obiettivo che raggiunse grazie al lavoro svolto in Pasqualino Settebellezze, opera datata 1975 che, con la sua irriverenza rivoluzionaria e il tocco unico dell’autrice, riuscì ad irrompere anche in terra hollywoodina, dove videro nel film qualcosa di più che moderno, sia per quanto riguarda l’occhio coinvolto dietro la macchina da presa che il suo magnifico interprete, ovvero il grandissimo Giancarlo Giannini.
La storia è quella del soldato italiano Pasqualino (Giannini), in fuga tra le foreste della Germania nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, in cerca di salvezza, ripercorrendo contemporaneamente con la mente sprazzi della sua esistenza.
Napoletano e seduttore incallito, Pasqualino ha sette sorelle non bellissime tenute sotto osservazione dal rigido fratello, unico uomo di casa, il quale fa di tutto per tenere il loro onore riservato; ma è proprio per una questione di rispetto che Pasqualino presto si trova nei guai, spinto verso una sorta di delitto d’onore che lo porterà quasi in prigione.
Per evitare la galera, si arruola come soldato, senza però prevedere la tragicomica avventura che lo aspetta, tra orrori di guerra e pericolose mentalità naziste. Pasqualino saprà allontanarsi dai guai anche in questa occasione?
Un lungometraggio pervaso di pura originalità registica, questo immenso Pasqualino Settebellezze è, in realtà, a volte anche abbastanza dimenticato, e torna in alta definizione per ricordarci come all’epoca la sua bizzarra trama e il suo altrettanto assurdo protagonista (un Giannini ai massimi livelli) si siano presentati in tutta la loro irruenza, che andava ben oltre la semplice commedia.
Pasqualino Settebellezze fornisce un punto di vista originale riguardo agli orrori di guerra, senza sottovalutare o scemare troppo l’argomento, ma ,anzi, dando maggior risonanza alle assurdità di eventi come l’Olocausto quando messe a confronto con la follia che permea la vita dell’emblematico protagonista, abitante e portavoce di una rigida mentalità retrograda e totalmente misogina.
Un colpo di genio che la Wertmuller seppe portare in sala, usufruendo del suo tocco inimitabile e della sua scrittura secca, utilizzando come comprimari attori cari al suo cinema (c’è anche la mitica Elena Fiore di Mimì metallurgico ferito nell’onore), più interpreti dal respiro internazionale (Fernando Rey nei panni di un prigioniero nei campi concentramento) e altri del nostro panorama (Roberto Herlitzka, la Francesca Marciano ora premiata sceneggiatrice); senza dimenticare le magnifiche musiche di Enzo Jannacci. Ben quattro furono le nomination agli Oscar ottenute, in quanto, oltre alla regia e all’attore, vennero candidati il miglior film straniero e la migliore sceneggiatura, scritta dalla Wertmuller stessa.
Per rendere omaggio alla sua regista, Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it) edita Pasqualino Settebellezze per la prima volta in blu-ray all’interno della collana La cineteca di Gianni Canova, proponendolo in versione restaurata tramite una ricca edizione costituita da due dischi: il primo contenente il film in alta definizione e un’introduzione di dodici minuti a cura del critico cinematografico, il secondo rappresentato da un dvd dispensatore del documentario Dietro gli occhiali bianchi, scritto e diretto da Valerio Ruiz. Un documentario della durata di un’ora e quarantasette minuti dedicato interamente alla carriera della Wertmuller, con interventi di Giannini, Sophia Loren , Harvey Keitel e Martin Scorsese, affiancato nella sezione extra da un trailer e uno spot.
Mirko Lomuscio
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