“Perché Rimani”, disponibile dall’11 aprile su tutti i digital store, segna un nuovo capitolo per Filippo Poderini, impreziosito dalla presenza di una vera e propria colonna portante dell’indie italiano: Giorgio Canali. Il brano, oltre a essere una collaborazione di peso, è un esperimento sonoro che mescola introspezione lirica e una produzione audace.

Perché Rimani
Fin dalle prime battute, il pezzo cattura per il suo sound design denso e vibrante, che affonda senza esitazioni nelle atmosfere della drum and bass. Il beat è incalzante, quasi ossessivo, e si fa veicolo perfetto di quel senso di urgenza e smarrimento che pervade l’intero brano. Il suono non si limita a fare da sfondo: è protagonista, esplode, rimbomba, si insinua nella testa dell’ascoltatore come una domanda senza risposta.
L’elemento lirico è altrettanto potente. Il titolo stesso – Perché rimani – si ripete come un mantra, una domanda martellante che parla della difficoltà nel lasciar andare ciò che, pur non appartenendoci più, continua a definirci. È una riflessione amara ma necessaria, che ricorda la lotta contro i pensieri ricorrenti, quelli che ti tirano a fondo senza pietà.
Giorgio Canali porta con sé la sua cifra inconfondibile, soprattutto in quella frase che resta impressa come un pugno allo stomaco: “Sarebbe stato meglio non ci fossimo mai incontrati, se non fossimo pervenuti l’un l’altro”. Una dichiarazione che sa di disillusione, ma anche di consapevolezza. I mostri interiori, paragonati a quelli di Lovecraft, diventano metafora di legami che sopravvivono oltre il loro senso, che restano lì, solenni e imperituri, anche quando non servono più.
“Perché Rimani” è una canzone che non cerca di piacere, ma di scuotere. E ci riesce, con un equilibrio raro tra forza emotiva e cura sonora. Un brano che si fa ascoltare più volte, non per trovarvi conforto, ma per affrontare quei graffi che ognuno porta dentro.
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