Ha appena 22 anni il regista Don Coscarelli quando presenta al pubblico il suo secondo film, la commedia Kenny&Company, e ciò che lo sorprende maggiormente è che una buona fetta di coloro che vanno a vederlo elogiano alcune scene un po’ orrorifiche che il regista aveva inserito. Piacevolmente colpito dalla cosa, Coscarelli decide così di mettere in produzione il suo primo horror, che uscirà nel 1979, Phantasm (in italiano Fantasmi), imperniato sulle paure del regista, prima tra tutte quella della morte. Dopo aver scritto il soggetto rintanato nella sua baita di montagna, Coscarelli coinvolge amici e parenti nella realizzazione dell’opera, potendo contare su un budget davvero irrisorio (300.000$): il padre è dunque il produttore, la madre, con lo pseudonimo di S. Tyler, si occupa delle scenografie, del make-up e dei costumi. Gli attori vengono scelti tra gli amici più cari di Don, e con questo film si apre la collaborazione tra Coscarelli e Angus Scrimm, il cosiddetto Uomo Alto di Phantasm, the Tall Man, che è una metafora dello stesso regista, alto ben 1,93! Le riprese si sono svolte in California nell’arco di poche settimane e Don Coscarelli, oltre che regista, è anche il direttore della fotografia ed il montatore del film. Evidentemente le buone idee e il talento del giovane regista sono stati sufficienti affinchè il film divenisse un vero e proprio cult, tanto che ne sono seguiti ben 4 sequel, tre dei quali, del 1988, 1994 e 1998 girati dallo stesso Coscarelli, mentre l’ultimo, del 2016, è a opera di David Hartman. Ovviamente Angus Scrimm partecipa a tutti e cinque i capitoli della saga, ed il quinto sarà l’ultimo film che interpreterà prima della sua morte.

Tommy viene pugnalato da una bella donna bionda mentre stanno amoreggiando in un cimitero. Pochi giorni dopo si tiene il suo funerale, a cui partecipano il fratello Jody e, nascosto tra i cespugli, il fratello minore Mike. Finita la cerimonia Mike assiste a una scena sconcertante: l’altissimo becchino del cimitero alza da solo la pesante bara contenente il cadavere di Tommy, la carica sul carro funebre e la porta via chissà dove. Mike, che è orfano di entrambi i genitori, inizia a seguire il fratello Jody ovunque, ed una notte lo pedina fino nel cimitero, dove lui si era recato dopo aver rimorchiato in un bar la stessa donna bionda che all’inizio aveva ucciso Tommy. Ma il caso vuole che Mike sia attaccato, mentre spia i due, da una strana ed aggressiva creatura di piccole dimensioni, e le sue urla di terrore distrarranno Jody che, dopo averlo raggiunto, lo spinge ad andare a casa. Nel frattempo, la donna bionda pare sparire nel nulla. Recatosi alla Funerary House dove lavora il becchino, il cosiddetto Tall Man (Uomo Alto), Mike si accorgerà dei raccapriccianti esperimenti che avvengono all’interno delle mura di quella imponente e misteriosa casa bianca. Dopo aver convinto il fratello ed il di lui amico Reggie, i tre proveranno a fermare il Tall Man cacciandosi direttamente nella tana del lupo.

Coscarelli, terrorizzato fin dall’adolescenza dall’idea della morte, scrive il film basandosi sul ricordo di un sogno ricorrente che pare non averlo mai abbandonato, e questo si nota nelle molte sequenze squisitamente oniriche che nel film la fanno da padrone. Le scene girate dentro la Funerary House sono spiazzanti, glaciali, e ci trasportano all’interno delle atmosfere legate al mondo dei sogni, contrastando nettamente col verde idilliaco della campagna in cui la casa e l’annesso cimitero sono immerse; gli osservatori più attenti riconosceranno che la bianca magione adoperata qui per gli esterni è la stessa che fu usata nel 1976 da Dan Curtis per il suo Ballata Macabra. Stridente contrasto è anche quello che divide il Tall Man (Angus Scrimm era alto ben 193cm!) dai nani di cui si contorna, che Coscarelli decide di far interpretare direttamente a dei bambini. Tutte le contrapposizioni dalle quali è formato il film sottolineano la contrapposizione più grande e spaventosa, quella tra la Vita e la Morte. Ad accompagnare questo incubo ad occhi aperti troviamo una colonna sonora insinuante ed inquietante come poche, che è diventata ormai storica, anch’essa contrapposta spesso a scene di assoluto e totale silenzio, firmata dai musicisti Fred Myrow e Malcolm Seagrave, che si ispirano, senza dubbio, a quella che lo stesso Carpenter realizzò per il suo Halloween uscito soltanto l’anno precedente.

Phantasm è un film che sta a cavallo tra l’horror, la fantascienza ed il fantasy, e le sfere metalliche volanti che utilizza il Tall Man come arma micidiale ne sono un esempio concreto, esattamente come le lunghe cappe che indossano i nani del suo seguito, che li avvicinano molto ad alcune creature di Guerre Stellari, i cosiddetti Javas (o Java in italiano). Il disvelamento finale della loro natura e del loro ruolo ci proietterà sempre di più verso l’universo sci-fi, confinando l’horror essenzialmente ai primi ¾ della pellicola. Nonostante queste evidenti contaminazioni, il film è stato uno dei più grandi successi horror della stagione 1979-80, incassando, nei soli Stati Uniti, la bellezza di 12 milioni di dollari a fronte dei 300.000 utilizzati per realizzarlo.

Considerato uno degli horror più visionari mai girati, Phantasm decreta la fama planetaria di Don Coscarelli, che, sebbene abbia prodotto altri film di discreto successo (come Bubba Ho-Tep del 2002 su un redivivo Elvis Presley), rimane comunque legato per tutti alla fortunata saga del Tall Man, becchino del cimitero di Morningside. La storia si focalizza sull’idea della morte e del dolore, e di come il giovane Mike cerchi a suo modo di esorcizzare i sentimenti che gli derivano dalla tragica perdita dei genitori e del fratello Tommy, in un viaggio sempre più lugubre che lo porterà a verità sconcertanti….ma si tratta davvero della realtà, o si tratta invece solo di un sogno? Il confine tra verità ed immaginazione risulta sempre più labile, tanto da lasciare aperte svariate interpretazioni anche del celeberrimo finale. Lo stesso Tall Man, villain che ricorda molto da vicino i cattivi dei film gotici del passato, per la compostezza e l’abbigliamento, è decisamente ambiguo, e spesso si rimette in discussione la sfera in cui collocarlo: essere umano dotato di super poteri, tra cui la telecinesi, alieno, mostro? Il fatto che non abbia neppure un nome proprio non fa che avvilupparlo sempre più nell’ineffabile, rendendolo una specie di entità, come parrebbe suggerirci il titolo.

Molte sono le suggestioni visive di cui si avvale Coscarelli nel film. La processione finale col cielo ammantato di rosso sembra essere servita di spunto a David Lynch nel suo Dune del 1984, mentre le sfere cromate del Tall Man (chiamate “sentinelle” dal terzo capitolo della saga) sembrerebbero assomigliare incredibilmente a quelle che spesso appaiono nei dipinti del pittore surrealista René Magritte. Quindi si può dire che in Phantasm non è tanto il plot, la trama, spesso frammentata e non sempre facile da seguire, a contare per la riuscita finale del film, ma la forza visiva, le idee innovative che ci vengono proposte seguendo spesso un filo che più che logico si può definire delirante ed onirico, e portandoci sull’orlo di una soglia spazio-temporale sospesa tra incubo e realtà per tutta la durata della narrazione. Il sangue giallo, il grosso mostriciattolo nero che ronza come il più fastidioso dei mosconi, le sfere magrittiane, il bianco della casa funeraria ed il rosso zampillante del sangue: queste pennellate rendono Phantasm un film unico e giustamente divenuto iconico.
Il film è attualmente disponibile in versione integrale su YouTube e in cofanetto blu-ray Midnight Classics.
https://www.imdb.com/it/title/tt0079714
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