In un’epoca in cui ogni parola sembra pesata su una bilancia di ipocrisia, Vertigometal e Fantomico irrompono con “Politicamente Scorretto”, un brano che è più di una canzone: è un manifesto, un grido, un pugno alzato contro la censura e l’omologazione. Con riff che graffiano e versi che colpiscono come coltellate poetiche, i due artisti ci trascinano in un viaggio senza filtri, dove la verità non chiede scusa e l’imperfezione diventa ribellione. Li abbiamo incontrati per Mondospettacolo, e ci hanno raccontato cosa significa scegliere di essere “scorretti” in un mondo che vuole tutti perfetti. Preparatevi: qui non si decora, si disturba.

Partiamo dal titolo: “Politicamente Scorretto”. Cosa vi ha spinto a scegliere un tema così provocatorio e a trasformarlo in musica? È stata un’esigenza artistica o una risposta a qualcosa che avete vissuto o osservato?

Vertigometal:
“Politicamente Scorretto” è nato quasi per istinto. Non è stata una mossa studiata a tavolino, ma una reazione naturale a tutto quello che ci circonda. Viviamo in un’epoca in cui sembra che ogni parola debba passare un test di purezza prima di essere detta. E noi, invece, abbiamo sentito l’urgenza di gridare qualcosa che fosse sporco, vero, scomodo.

Nel testo dite “Sono politicamente scorretto, il mondo lo voglio imperfetto”. Quanto vi rappresenta questa dichiarazione come artisti e come persone? Pensate che l’imperfezione sia davvero un valore da difendere oggi?

Fantomico:
Assolutamente sì. L’imperfezione è il contrario dell’omologazione. E in un mondo che ci vuole tutti uguali, plastificati, filtrati… essere imperfetti è un atto di resistenza. Noi scriviamo, cantiamo e suoniamo con tutto quello che siamo, anche con le nostre crepe. E quelle crepe ci rendono veri. Essere imperfetti è essere vivi. Non vogliamo essere copie lucide di nessuno. E se qualcuno pensa che questo ci renderà meno “vendibili”, va bene così. Noi scegliamo la verità, non il compromesso.

Il brano sembra una critica alla cancel culture e alla censura del passato. Qual è il vostro punto di vista su questo fenomeno? Credete che stiamo perdendo qualcosa di essenziale riscrivendo o nascondendo la storia?

Vertigometal:
Sì, è una critica diretta. La cancel culture, in molti casi, è degenerata. Doveva servire a dare voce a chi non l’aveva, ma è diventata un’arma per zittire. Il problema è che si giudicano opere e artisti del passato con la morale di oggi, e così si perde il contesto, si semplifica tutto, si taglia con l’accetta.

Nel bridge cantate “Bruciano i libri, cambiano i nomi, ma il passato non lo cancelli con ideali idioti”. È un’immagine forte: c’è un episodio specifico, magari legato alla cultura o all’attualità, che vi ha ispirato queste parole?

Fantomico:
È un’immagine forte, sì, ma reale. Statue abbattute, film cancellati, libri riscritti. Non si cambia la realtà nascondendola. Il passato si studia, si capisce, si supera. Ma censurarlo non serve a nulla. È solo un modo per non fare i conti con ciò che ci fa paura. Non è un episodio singolo. È l’accumularsi di tante cose. Ogni volta che qualcuno viene messo alla gogna senza possibilità di dialogo. Ogni volta che un’opera viene giudicata solo per la sensibilità del momento. Abbiamo sentito il bisogno di urlare: “Fermi tutti. Non si cancella, si comprende.”

La canzone ha un tono ribelle, quasi un grido di libertà. Come avete lavorato insieme, Vertgometal e Fantomico, per dare vita a questo spirito? Qual è stato il processo creativo dietro “Politicamente Scorretto”?

Vertigometal:

Il processo creativo è stato puro istinto. Avevamo dei riff che graffiavano, volevano esplodere. Fantomico è arrivato con un testo che sembrava una coltellata poetica. Ci siamo capiti subito. Nessuna strategia, solo verità. Abbiamo lasciato che il pezzo si scrivesse da solo, come se avesse già un’anima prima ancora di nascere.

Fantomico:

Non c’è stato un piano. Solo istinto. Ci siamo lasciati guidare dalla rabbia, dalla voglia di dire qualcosa senza paura. E quando la musica e le parole si sono incastrate, abbiamo capito che era il pezzo giusto. Il pezzo che non chiede il permesso.

Musicalmente, il pezzo ha un’energia cruda e diretta. Quanto è stato importante per voi che il sound rispecchiasse il messaggio del testo? Avete preso ispirazione da qualche genere o artista in particolare?

Vertigometal:
Volevamo un suono che non fosse “pulito”. Niente sovrastrutture. Solo distorsioni, poche note tirate, verità. L’ispirazione arriva da tanta roba: ma più che citare, volevamo semplicemente suonare come siamo. Senza maschere.

Fantomico:
Il sound doveva essere diretto come il messaggio. Senza compromessi. Non volevamo che la musica ammorbidisse il senso del testo. Doveva accompagnarlo, esaltarlo. E lo fa.

Nel ritornello ripetete “Dico ciò che voglio, lo grido e lo scrivo, senza censure”. Quanto è difficile, nel panorama musicale e sociale di oggi, mantenere questa autenticità senza piegarsi alle pressioni esterne?

Vertigometal:

Mantenere l’autenticità oggi è difficile, perché ti dicono che devi piacere, devi “funzionare”. Ma noi siamo qui per disturbare, non per decorare. Il ritornello lo urliamo con tutta la gola perché è una presa di posizione. Non chiediamo approvazione, chiediamo ascolto.

Fantomico:

Chi dice la verità rischia sempre qualcosa. Ma se non rischi, che artista sei? La nostra autenticità ce la teniamo stretta, anche se significa restare fuori dai giri “giusti”. Tanto, noi ci costruiamo il nostro spazio. A modo nostro.

Nell’outro dite “La verità non ha paura, non ha padrone, non ha censura”. Qual è per voi la “verità” che cercate di trasmettere con la vostra musica, e come sperate che arrivi al pubblico?

Fantomico:
La verità è il coraggio di essere se stessi. Senza chiedere scusa. Senza dover modificare ciò che sei per essere accettato. È questo che proviamo a trasmettere: forza, libertà, identità.

Vertigometal:
E se anche solo una persona, ascoltando questo pezzo, si sente più forte, più compresa, meno sola… allora abbiamo fatto centro. La musica serve a questo: a liberare. E noi vogliamo liberare chi ci ascolta.

Infine, una domanda per i lettori di Mondospettacolo: dopo “Politicamente Scorretto”, quali sono i vostri prossimi progetti? Continuerete su questa linea di provocazione o esplorerete nuove direzioni?

Vertigometal:
Non ci fermiamo. Stiamo già lavorando ad altri brani. Sempre con la stessa fame, ma anche voglia di esplorare. La provocazione non è fine a sé stessa. È un mezzo, non un’etichetta.

Fantomico:
Sicuramente non smetteremo di dire quello che pensiamo. Ma ci saranno nuove sfumature. Non ci interessa ripeterci. Ci interessa evolvere, restando fedeli a noi stessi. E rompere ancora qualche regola, ovviamente.

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