Ommetafobia. Trauma oculare. Già ci vengono i brividi al solo pensiero!!! Se riflettete bene, cos’è che ci fa sussultare di più quando guardiamo un film dell’orrore? Anche i più coraggiosi e forti di stomaco non restano impassibili dinanzi al sangue che sgorga da un occhio o a un bulbo oculare che schizza fuori dalla testa.
Fin dagli albori del cinema, i registi specializzati in horror (e non solo) hanno cercato di trovare nuovi modi per far trasalire il pubblico. E sanno bene che poche cose provocano più sussulti di un violento danno al bulbo oculare. L’occhio, d’altronde, è così vulnerabile!
Pensiamo a Lucio Fulci, “The godfather of gore”. Tratto distintivo del suo cinema è l’insistenza per gli occhi: sono frequenti i primi piani sullo sguardo degli attori, che mostrano terrore e sconcerto. Ma altrettanto ricorrenti sono le scene estremamente violente che riguardano proprio gli occhi. Spesso i personaggi dei suoi film vengono privati della vista o degli occhi stessi, durante orripilanti sequenze splatter mostrate nel dettaglio. Secondo le dichiarazioni di Fulci, questa insistenza vuole significare metaforicamente la perdita della ragione da parte dei protagonisti. Sfidiamo chiunque a restare sano di mente!
Ci sono alcune sequenze di traumi oculari piuttosto orribili in molti grandi film dell’orrore. Alcune pellicole presentano persino più riprese di accanimento contro gli occhi. A volte queste azioni possono anche essere comiche, a seconda del contesto del film. In questo articolo evidenzieremo alcune delle sequenze di trauma oculare più iconiche e geniali del cinema horror, includendo anche un paio di film di fantascienza e d’azione, dove alcuni momenti orripilanti sono diventati memorabili. Diamo dunque un’occhiata!!!
INDIANA JONES E IL TEMPIO MALEDETTO (1984) di Steven Spielberg
“Non si potrebbe avere qualcosa di più semplice? Non so, un brodino!“. Mentre Willie (Kate Capshaw) si inebria al profumo della gustosa zuppa, prende il cucchiaio e gira il fondo facendo venire a galla un bel quartetto di bulbi oculari fluttuanti. Il menù di Pankot Palace, dopo un bel pitone ripieno di esserini che si dimenano, non poteva che non avere un occhio di riguardo per gli ospiti. Anzi, dulcis in fundo, deve ancora arrivare il dessert. Semifreddo di cervelli di scimmia in teste di babbuino mozzato!!!
THE HEADLESS EYES (1971) di Kate Bateman
Un serial killer con benda nera sull’occhio ha una macabra ossessione: conservare in eterno i bulbi oculari strappati alle sue vittime. Ad accompagnare i numerosi omicidi, la voce interiore dell’assassino a giustificare ed illustrare cotanta follia. La locandina del film verrà ripresa pari pari nel 1999 da David DeCoteau per la sua pellicola The killer eyes, che avrà un seguito, The killer eyes: Halloween haunt, del 2011, entrambi prodotti da Charles Band.
La rabbia repressa e la vendetta sappiamo bene che si collocano con medaglia tra i tropi del genere slasher. Come nel film Il collezionista di occhi di Gregory Dark, dove il pazzo di turno, affetto da acromegalia, si sente rifiutato dalla società e vive di efferati omicidi: a mani nude estrae gli occhi alle vittime per conservarli in recipienti di vetro.
GLI OCCHI AZZURRI DELLA BAMBOLA ROTTA (1974) di Carlos Aured
In un paese di montagna un assassino uccide giovani donne estirpando loro i bulbi oculari. Le vittime hanno gli occhi azzurri e i capelli biondi.
L’ambientazione spagnola e il modus operandi del killer de Gli occhi azzurri della bambola rotta ritornano un anno dopo per mano di Umberto Lenzi, che confeziona il thriller dal gusto macabro Gatti rossi in un labirinto di vetro. Mai una gita turistica costerà così tanti occhi della testa!!!
INFERNO (1980) di Dario Argento
“In principio tre erano le madri come tre erano le parche e tre le furie, ma gli uomini erroneamente le chiamarono con un unico, tremendo nome…”. Inferno è un film ricco di segreti, di fatti misteriosi e di violente morti. E, tra vapori sulfurei a suon di Verdi rock e spruzzate di sangue Max Factor (un preparato speciale che ai tempi costava più di diecimila lire al litro) a imbrattare gli efferati omicidi, il perfido maggiordomo (Leopoldo Mastelloni) della giovane contessa drogata (Daria Nicolodi) finisce a terra con gli occhi fuori dalle orbite.
IL GIORNO DI SAN VALENTINO (1981) di George Mihalka
Il cineasta di origini ungheresi George Mihalka realizza uno slasher considerato da Quentin Tarantino il migliore di tutti i tempi. Suspense e violenza accompagnano questa interessante pellicola in cui un misterioso individuo vestito da minatore uccide giovani coppie innamorate facendo guizzare bulbi oculari e gettando chiodi in pieno volto.
FROM BEYOND – TERRORE DALL’IGNOTO (1986) di Stuart Gordon
Delirio splatter al neon per il consolidato trio Gordon-Yuzna-Band, che si ispirano ad un racconto lovecraftiano per portare in scena alcune delle sequenze più disgustose della storia del cinema horror. E nel lento disfacimento dell’individuo, prima di trasformarsi in una massa informe di carne urlante, c’è bisogno di fluidi pineali. Vediamo, tra l’altro, l’assistente del dottore (Jeffrey Combs) strappare con un morso secco un bulbo oculare e risucchiare i preziosi liquidi.
LA CASA 2 (1987) di Sam Raimi
Siamo nella baita più famosa del cinema horror, dove l’uso più esilarante di un disgustoso bulbo oculare viene dal genio di Sam Raimi. La gag vede Ash che zompa sulla botola mentre la creatura demoniaca è proprio lì in mezzo. Un occhio schizza fuori dal cranio e volteggia nell’aria, compiendo un rotta mozzafiato ripresa in un gloriosissimo primo piano, per finire dritto nella bocca aperta e urlante della povera Kassie Wesley.
DOLLS (1987) di Stuart Gordon
Omicidi a suon di carillon in una vecchia villa abitata da una coppia di anziani dall’occhio furbo e sinistro e dalle loro bambole carnefici. Soltanto i puri di cuore che credono ancora nelle favole si salveranno, mentre i materialisti, i cattivi e i lussuriosi saranno meritevoli di morte violenta. Le bambole leggono nell’anima e decidono il destino dei loro ospiti. Attueranno così diverse punizioni, tra cui la più nota in quanto presente anche sulla locandina del film: una vittima “bambolizzata” perde i bulbi oculari.
Gordon “re-anima” il cuore di bambino e realizza una raffinata fiaba nera dove l’etica, l’estetica del giocattolo e l’infanzia tradita si uniscono per creare spavento.
OPERA (1987) di Dario Argento
Trittico di torture oculari per l’opera di Dario Argento: l’assassino costringe Betty (Cristina Marsillach), una giovane cantante lirica, ad assistere agli omicidi dei propri compagni di scena, inserendo degli aghi sotto le palpebre in modo da impedirle la chiusura delle palpebre. Mira (Daria Nicolodi) riceve poi una pallottola dritta in un occhio, ma la sequenza migliore è sicuramente quella in cui i corvi banchettano con un bulbo oculare.
ATTO DI FORZA – TOTAL RECALL (1990) di Paul Verhoeven
Dato che nessun essere umano ha mai messo piede su Marte, Paul Verhoeven e il genio degli effetti speciali Rob Bottin hanno dovuto ipotizzare cosa potrebbe essere successo ad un corpo esposto alla pressione atmosferica marziana. Il risultato sono lingue e bulbi oculari grottescamente sporgenti. Processo “strabiliante” e fortunatamente reversibile.
MOSQUITO (1995) di Gary Jones
Divertente fantahorror che, a suon di ronzii, mette in scena una esplosione oculare causata dalla puntura di una zanzara gigante.
Un’astronave aliena si schianta sulla Terra e le zanzare di palude si cibano dei cadaveri, subendo di conseguenza spaventose mutazioni genetiche. I famelici insetti iniziano ad attaccare dei campeggiatori guidati da Ron Asheton, compianto chitarrista degli Stooges, e Gunnar Hansen, l’attore che si nascondeva dietro la maschera di Leatherface nel primo Non aprite quella porta. In una mattanza finale che lo vede protagonista, infatti, impugna la sua motosega e inizia soddisfatto a fare strage di insetti esclamando “Da vent’anni non uso una di queste”.
VOCI DA PROFONDO (1991) di Lucio Fulci
Come sopra accennato, non serve avere molta familiarità con il genere horror per sapere quanto piaceva al regista Lucio Fulci fare stragi di bulbi oculari. Se pensiamo alla sequenza di Zombi 2, del 1979, che vede uno zombi infilzare lentamente l’occhio di Olga Karlatos su un’enorme scheggia di legno, ci rendiamo conto che da quel momento il trauma oculare nel cinema horror non è stato più lo stesso. Neppure per la Karlatos, che a riprese finite scoppiò a piangere, tra il ghigno soddisfatto del regista che esclamò:”…Ho scioccato la Karlatos…Figuriamoci il pubblico!”.
In …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà, del 1981, gli occhi assumono un’ importanza fondamentale: schiacciati da mani demoniache, strappati dalle orbite, perforati con lance, divorati dai ragni, o coperti da una patina bianca a simboleggiare la cecità, sono gli strumenti attraverso cui irrompe prepotentemente e si esprime l’angoscia. Vittime e protagonisti sono tutti accomunati da mutilazioni inflitte allo sguardo, mentre gli occhi dello spettatore ne osservano l’orrore.
E se pensate che l’inventiva “fulciana” si concluda qui, il colpo finale lo troviamo in Voci dal profondo, del 1991, dove, tra le varie sequenze di macabra ironia in cui si snoda la vendetta di un non morto, spicca quella in cui delle uova al tegamino si trasformano in una disgustosa frittata di gelatinosi e pigolanti bulbi oculari.
VENERDI’ 13 PARTE III – WEEK-END DI TERRORE (1982) di Steve Miner
Il massacra-campeggiatori Jason Vooheers (Richard Brooker) è alle prese con la sua ventunesima vittima. Solleva Rick (Paul Kratka) e, mentre scorgiamo le scarpe Nike con baffo azzurro che andavano tanto di moda negli anni Ottanta, inizia a schiacciare a mani nude la testa del ragazzo imprimendo una forza così brutale da fargli schizzare un occhio fuori dall’orbita. Nella stessa pellicola possiamo anche constatare la notevole mira di Jason, che centra in pieno il bulbo oculare di Vera Sanchez (Catherine Parks) sparandole con un fucile subacqueo. Tra l’altro, il film venne girato con sistema tridimensionale, in modo che lo spettatore provasse la raccapricciante illusione di vedersi arrivare direttamente in volto tutto ciò che viene lanciato verso l’obiettivo della macchina da presa (bulbo oculare e dardo del fucile subacqueo compresi, appunto). E non dimentichiamo che nel successivo Venerdì 13 – Capitolo finale, diretto nel 1984 da Joseph Zito, fu lo stesso Jason a ritrovarsi un occhio perforato da un machete.
STITCHES (2012) di Conor McMahon
Due sequenze simili a quelle citate pocanzi per Venerdì 13 parte III – Week-end di terrore le troviamo in questo horror del 2012 dove in cui il clown del titolo solleva un un ragazzino che festeggia e preme la sua testa fino a quando gli occhi schizzano fuori dalle orbite e il cranio si spacca. E, sempre come Jason, centra una ragazza in fuga con un ombrello che le perfora la nuca, facendo balzare un bulbo oculare e tutto il fascio di nervi ottici.
I GUSTI DEL TERRORE (1995) di Paul Norman
Scene splatter per questo horror demenziale che ha come protagonista un gelataio mezzo scemo (Clint Howard, fratello del premiatissimo regista Ron), il quale farcisce i gelati con i resti delle sue vittime. I bulbi oculari sono gli ingredienti preferiti, e vederli masticati dagli ignari clienti è davvero rivoltante!
NAKED BLOOD (1996) di Hisayasu Satō
Cosa succede quando uno scienziato di diciassette anni inventa un siero che trasforma il dolore in piacere? Che siamo di fronte ad una delle immagini di masochismo e autocannibalismo più inquietanti del cinema horror, con una giovane donna che s’infilza il bulbo oculare con la forchetta per degustarlo come fosse un marron glacé.
KILL BILL VOLUME 2 (2004) di Quentin Tarantino
Tra i tanti momenti memorabili presenti in Kill Bill Vol. 2 è inevitabile ricordare il combattimento tra la Sposa (Uma Thurman) ed Elle (Daryl Hannah). Minuti interminabili in cui la nostra eroina sembra avere la peggio. Ma ecco che Black Mamba decide di colpo di diventare creativa e, con un movimento rapido, si sporge in avanti e strappa l’occhio sano di Elle, ponendo fine alla gara. La Sposa tiene trionfante l’occhio per alcuni secondi prima di lasciarlo cadere sul tappeto e schiacciarlo saldamente tra le dita dei piedi.
Curiosamente, la stessa sequenza del bulbo oculare calpestato era stata proposta a fine anni Ottanta in Intruder di Scott Spiegel, che, circolato in Italia anche con il titolo Terrore senza volto, segnò proprio l’esordio del produttore tarantiniano Lawrence Bender. In un campionario di fantasiosi delitti che richiamano il cinema di Lucio Fulci consumati nottetempo in un supermercato abbiamo, infatti, proprio un bulbo oculare calpestato, oltre ad altri infilzati o tenuti in salamoia tra le olive.
HOSTEL (2005) di Eli Roth
La perversione umana non ha limiti e il regista Eli Roth ce lo mostra in fotogrammi. Kana (Jennifer Lim) è una delle tante vittime acquistate per essere torturate. Paxton (Jay Hernandez), il protagonista del film, la sente urlare e irrompe per aiutarla, mentre il torturatore le sta bruciando il viso con la fiamma ossidrica. Il bulbo oculare pende fuori dall’orbita e l’amico, dopo averla salvata, taglia il tutto con un paio di forbici. Non consigliato ai deboli di stomaco.
DRAG ME TO HELL (2009) di Sam Raimi
Christine, impossibilitata a siglare un prestito per la signora Ganush, si ritrova vittima di una terrificante maledizione rumena effettuata dalla donna. La vecchia zingara inizia a perseguitarla e la ragazza si deve trovare pronta ad affrontarla. Si troverà in situazioni assurde, a dover lottare in continuazione per la sopravvivenza. La più esilarante avviene quando lega una corda ad un’ icudine che, cadendo sulla testa della odiosa Ganush, le fa schizzare i bulbi oculari, con tanto di nervi ottici e viscido marciume sulla faccia della ragazza, la quale chiaramente riceve il tutto a bocca aperta.
DEAD SUSHI (2012) di Noboru Iguchi
Questo film è folle ed esageratamente divertente, un delirio splatter demenziale. Un ricercatore che ha scoperto un siero che dà vita agli animali defunti (evidente l’influenza da parte di Re-Animator di Stuart Gordon) inietta la sua invenzione in un calamaro che si anima e infetta bocconcini di Sushi. Che ovviamente prendono vita e cominciano a volare in formazione e ad azzannare chi si appresta a mangiarli. Come se non bastasse, sputano fuoco e si accoppiano velocemente sparando fuori dalla bocca i loro figlioletti durante l’orgasmo. E in tutto questo delirio non poteva mancare una esilarante sequenza in cui i sushi riescono a far esplodere gli occhi di una povera ragazza.
Daniela Asmundo
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