PSYCHIATRIC CIRCUS: DA VEDERE

Descrivere uno spettacolo visto con i propri occhi significa cercare di trasmettere le molte emozioni provate. Dopo aver assistito al debutto torinese di venerdì 27 marzo il primo aggettivo che mi viene in mente è: magnifico.

Ho seguito marginalmente le polemiche legate allo spettacolo, tanto c’è sempre chi critica: per comprensibili vicissitudini della vita o peggio per il piacere di farlo, per finire sotto i riflettori, per fare l’alternativo. Io ho avuto a che fare con persone a me molto care consumate da malattia psichiatrica: in tutta onestà non ho mai associato lo spettacolo al degrado vissuto.

Ciò che ho visto io è stato un tendone pieno zeppo di spettatori che, come me, hanno riso e partecipato allo show. Già, Psychiatric Circus significa innanzitutto coinvolgimento degli spettatori, sentirsi parte attiva, essere trascinati sul palco con effetti esilaranti per chi vi sale e per chi osserva.

Era davvero tanto tempo che non ridevo così tanto, dai gloriosi tempi dei corti di Aldo Giovanni e Giacomo.

Ma qui stiamo parlando di circo, quindi non c’erano solo le risate, ma anche numeri circensi di tutto rispetto che hanno lasciato gli spettatori col fiato sospeso, dalle evoluzioni con corde e reti, a giochi di equilibrio, ad altre chicche che non voglio svelarvi per non rovinarvi la sorpresa.

Con un inaspettato intermezzo burlesque dal garbato sapore glamour.

Finito lo spettacolo ho intervistato diversi spettatori e spettatrici e le opinioni sono risultate unanimi: tanto tanto divertimento.

E qualche serio spunto di riflessione, che certamente non ti aspetteresti andando a vedere il circo.

Il personaggio del Dottor Josef, medico che maltratta i pazienti, è un chiaro riferimento all’infame Josef Mengele, qui esorcizzato, ridicolizzato, distrutto come il Male che rappresenta.

Oltre le sane risate e le acrobazie, c’è un richiamo alla memoria degli orrori del passato, affinché restino ad imperitura memoria, non siano mai dimenticati.
Come viene anche platealmente elicitato dalla speaker, è uno spettacolo dedicato al ricordo di coloro che hanno sofferto.

Alcuni passaggi particolarmente forti sono trattati con il dovuto rispetto, con l’accompagnamento musicale che sottolinea la drammatica intensità del dolore mostrato.
Poi si stacca completamente con una pausa di 15 minuti e si riprende ancora per un’allegra ora all’insegna del divertimento e delle acrobazie.

Standing ovation finale più che meritata per questi straordinari artisti circensi!
A seguire un’altra ora di coda per farsi i selfie con i propri beniamini.

Colgo l’occasione per fare gli auguri a papà Daniel e mamma Sandy per l’arrivo, proprio oggi, del piccolo Michael.

Lo spettacolo durerà fino al 19 aprile a Torino, in Piazza d’Armi e consiglio la visione a chi vuole trascorrere una serata all’insegna del sano divertimento.

LGB