Chi ha detto che il cibo si gusta solo con il palato? Da qualche decennio a questa parte, il cibo ha conquistato anche il grande schermo – e non solo in chiave documentaristica o da talent show culinario. Nel mondo del cinema d’animazione, ad esempio, diventa vero protagonista: un pretesto per raccontare emozioni, sogni, identità culturali. E talvolta, per farci venire un’irrefrenabile voglia di correre in cucina.
Il cinema animato che ci prende per la gola
Pensiamo a Ratatouille (2007), gioiello Pixar che ha trasformato un topolino in chef in un inno alla creatività e alla determinazione. Non si tratta solo di cibo, ma del potere dell’arte culinaria come mezzo di espressione, riconciliazione e riscatto sociale. Remy, con la sua passione per i sapori, ci insegna che anche chi nasce “nel posto sbagliato” può trovare il suo posto nel mondo – magari ai fornelli di un ristorante stellato.
Poi c’è Piovono polpette (2009), dove il cibo diventa letteralmente una forza della natura. In questo mondo stravagante, hamburger, gelati e spaghetti piovono dal cielo, trasformando la città in un parco giochi gastronomico. Ma dietro la comicità, il film offre anche una riflessione sui limiti della scienza e sulla sostenibilità, mostrando come l’eccesso – anche quando è delizioso – può essere pericoloso.
Non possiamo dimenticare La ricetta perfetta (Tampopo, 1985), un cult giapponese a metà tra western e commedia romantica, dove la preparazione del ramen diventa un percorso spirituale. Anche se non è un film animato, vale la menzione perché racconta esattamente come il cibo possa essere cultura, filosofia e racconto.
Dal cinema al gioco: quando il cibo diventa interattivo
Questa tendenza a rendere il cibo protagonista non si ferma allo schermo cinematografico. Anche il mondo dei videogiochi e dei giochi online ha colto il potenziale “goloso” dell’immaginario culinario. Basti pensare a Overcooked, un frenetico videogioco cooperativo in cui i giocatori devono preparare piatti in cucine sempre più assurde e caotiche. Una sfida che unisce, diverte e – perché no – mette alla prova la pazienza reciproca.
In ambito online, invece, troviamo titoli come sweet bonanza, slot game coloratissimo ambientato in un universo fatto di caramelle, frutta e dolciumi. Nonostante sia un gioco d’azzardo, il suo fascino visivo è innegabile: un mondo zuccheroso che richiama le atmosfere di Willy Wonka e trasforma ogni spin in un’esplosione di dolcezza. Il cibo, in questo contesto, diventa simbolo di ricompensa, di piacere immediato e di evasione.
Cibo come cultura e identità
Che sia attraverso una zuppa preparata con amore o un panino volante, il cibo nei film d’animazione e nei giochi racconta molto più di quanto sembri. È tradizione, è affetto, è conflitto. È l’elemento che unisce generazioni (come nel cortometraggio Bao di Pixar), che fa da ponte tra culture (pensiamo a Coco, dove l’offerta di cibo è fondamentale nel Día de los Muertos) e che ci ricorda quanto l’esperienza gastronomica sia universale.
Non stupisce che, nel mondo dell’animazione, il cibo sia così centrale. È colorato, espressivo, ricco di texture. Ma soprattutto, è emotivamente potente. Può farci ridere, piangere, ricordare. In fondo, come diceva Gusteau in Ratatouille: «Chiunque può cucinare». Ma grazie al cinema – e a un pizzico di fantasia – tutti possiamo anche sognare… a stomaco pieno.
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