Quasi orfano: Riccardo Scamarcio, Vittoria Puccini e l’eterna lotta tra nord e sud

In Quasi orfano Valentino Rocco (Riccardo Scamarcio) e Costanza (Vittoria Puccini) sono marito e moglie. Vivono a Milano e conducono una vita lussuosa come designer di grande successo.

La loro azienda, sotto la spinta dell’amministratore delegato nonché padre di Costanza, Sergio (Bebo Storti), è sul punto di essere assorbita da un’importante società francese di arredamento d’interni e le cose, per la coppia, sembrano non poter andare meglio.

Il destino però gioca presto un brutto scherzo a Valentino che, in cambio della sua nuova esistenza milanese, ha completamente abbandonato la famiglia d’origine e la terra natia, la Puglia, al punto da arrivare a definirsi pubblicamente “quasi orfano”. Quando, in vista di una importante mostra, vengono consegnati gli inviti, per errore anche la sua famiglia pugliese ne riceve uno e si catapulta in pompa magna a Milano, con la convinzione che l’evento sia stato pensato dal figlio lontano per festeggiare il compleanno della madre (Nunzia Schiano). Sbarcati nella capitale di moda e finanza, i parenti pugliesi si rendono presto conto che Valentino li ha ormai rinnegati e, dopo nemmeno un giorno, si accingono a ripartire alla volta di Monopoli. Un incidente del ragazzo li costringe a rimanere. E sarà il tempo trascorso inaspettatamente insieme a riportare il designer milanese alle sue origini.

Remake del film francese Ti ripresento i tuoi di Dany Boon, Quasi orfano di Umberto Carteni è una commedia romantica che si propone l’intento di affrontare i temi della diversità, della famiglia e della (ri)scoperta dell’identità. Nonostante il tono leggero, proprio del genere, e i buoni intenti, il lavoro di Carteni si perde tra stereotipi e luoghi comuni e non riesce a portare contenuti già visti e rivisti a un livello più alto di originalità che ne giustificherebbe la ricomparsa sul grande schermo.

Apparendo in un certo senso anacronistico, Quasi orfano gioca innanzitutto sul cliché dell’incolmabile diversità tra nord e sud, tra una Milano ricca ma grigia, asettica e attenta solo al profitto, e una Puglia certamente più calorosa, colorita e colorata ma, al tempo stesso, povera, arretrata e rozza. Carteni cerca la comicità proprio nei contrasti caratteriali e anche linguistici di due culture che sono destinate forse a incontrarsi, senza però potersi fondere veramente.

Pecca a livello di originalità anche la parabola che affronta il protagonista. Il rifiuto delle proprie origini, l’incidente come evento catartico che consente al personaggio di ricordarsi chi era e da dove veniva, la rinascita e il ritorno in famiglia nella terra natia. Nel percorso di vita di Valentino tutto è presagibile, come prevedibile è l’intero svolgimento della trama che non lascia spazio a colpi di scena o sorprese. Il modo giusto per guardare allora Quasi orfano è quello di gustarsi con leggerezza e senza troppe pretese di contenuto una commedia che sa un po’ di già visto.

 

 

Valeria Gaetano