Dal microfono di Radio Talk City alla parata al Colosseo: Dino Tropea incontra Rachele Somaschini, voce e cuore di una corsa che sfida la malattia.
Dal cuore dell’antica Roma al fruscio dei tornanti del Frosinate, il Rally di Roma Capitale 2025 non ha offerto solo velocità, tecnica e adrenalina. Quest’anno, a dominare la scena non è stata solo la potenza dei motori, ma la forza di una storia. Una storia che si respira, che si rincorre curva dopo curva, e che porta il nome di Rachele Somaschini, campionessa italiana di rally in carica.

Il 2 luglio, mentre era impegnata nella ricognizione di tappa, ai microfoni del programma Ogni giorno è una storia su Talk City Web Radio, Rachele ha condiviso la sua esperienza di vita e di sport. Una delle interviste più intense della stagione, dove si è raccontata come donna, atleta e testimone. Classe 1994, una Citroën C3 Rally2 da oltre 300 cavalli sotto di sé e una grinta che ne vale almeno il doppio, ha trasformato ogni gara in una missione, ogni chilometro in una dichiarazione d’amore per la vita.

Alla radio, Rachele racconta:
«La passione per i motori nasce da piccola, grazie a chi mi ha seguita e sostenuta. I miei genitori non mi hanno mai fatta sentire diversa.»
La sua voce si fa intensa quando ripercorre i primi ostacoli:
«La mia vita è stata una battaglia continua tra chi diceva “non puoi farlo” e il mio desiderio di provarci comunque. I medici mi consigliavano sport meno faticosi, ma la mia passione è stata la benzina che mi ha portata avanti. È lei che mi ha permesso di superare tutto.»
Accanto a lei, in auto, Giulia Zanchetta, la navigatrice, la voce che le sussurra le curve e sincronizza ogni respiro. Insieme formano una coppia di ferro, in un abitacolo dove non c’è spazio per l’errore, solo per la fiducia.
«Ci vuole tanta fiducia», ha raccontato Giulia durante l’intervista. «Noi siamo fortunate, perché trascorriamo tante ore insieme e ci siamo trovate. Siamo amiche dentro e fuori dall’abitacolo, riusciamo a capirci… anche nei momenti complessi, e questo ci aiuta a rimanere concentrate dall’inizio alla fine.»

Eppure, anche quell’abitacolo resta un simbolo di un mondo ancora da cambiare
«Il motorsport resta un ambiente fortemente maschile, duro, talvolta invadente. Ma proprio lì ho scelto di portare la mia voce.»
Rachele sfida non solo il cronometro, ma anche una cultura che fatica ad accogliere le differenze.
Con noi in ascolto c’era anche la dottoressa Sonia Buscemi. E in quell’incrocio di sguardi, domande e riflessioni, anche noi abbiamo tracciato una rotta. Come Giulia per Rachele, Sonia ha saputo navigare e leggere la mappa invisibile delle emozioni, orientando la nostra narrazione nei punti più fragili, più veri.
«Corriamo per chi un respiro deve conquistarselo ogni giorno. Non è solo una corsa: è un gesto d’amore. Un passo dopo l’altro, per chi oggi ha bisogno anche del nostro fiato», ha detto Rachele.
Sonia le ha fatto eco con lucidità:
«Si parte da una condizione di fragilità, che Rachele ha saputo trasformare in forza. La fragilità non è debolezza: è una forza speciale. Quando siamo fragili siamo anche predisposti a romperci, sì… ma è da lì che emerge quel pezzetto di anima capace di guidare il cambiamento.»
E come ogni corsa ha la sua bandiera a scacchi, anche questa storia trova il suo traguardo. Ma prima di chiudere, Rachele ha voluto lasciare un pensiero…

«Ringrazio tutti quelli che mi sostengono ogni giorno, e che credono in me e nel progetto Correre per un respiro. Il vostro affetto è la mia spinta più grande. Non corro mai da sola: corro con voi.», ci ha detto con un sorriso.
Due voci diverse, ma in perfetto assetto da rally. Una, quella di chi guida nel cuore del rischio quella di Rachele. L’altra, quella di Sonia, di chi interpreta la direzione delle emozioni. Una guida e una navigatrice, due anime che rendono il percorso qualcosa di più di una semplice traiettoria.
Il 4 luglio, la scena si è spostata dal microfono alla pietra. Al Colosseo, nel cuore della Capitale, l’abbiamo incontrata dal vivo, all’arrivo da Fiuggi e prima della parata inaugurale. In quel momento, tra il rombo dei motori e la maestosità della storia, ci siamo scambiati i nostri libri. Lei mi ha firmato il suo “Correre per un respiro”, vincitore del prestigioso Premio Geremia “CONI”. Noi le abbiamo omaggiata con “Lasciato indietro”.

Due storie diverse, ma che parlano la stessa lingua: quella della resilienza, della lotta quotidiana, della dignità del dolore e della speranza. Lei lotta contro un male fisico; Lasciato Indietro racconta di un sistema che, suo malgrado, lascia indietro, e delle ferite psicologiche che ne derivano — l’alienazione parentale, la separazione, e il bisogno di ritrovare se stessi nel silenzio.
«Anche questo è un modo per respirare insieme», ha detto Rachele, sfiorando la copertina. E io ho sorriso: la nostra corsa era appena cominciata.
Rachele corre con la fibrosi cistica al fianco. Una malattia genetica che limita il respiro, ma che lei ha trasformato in grido di battaglia. Dal 2016 porta avanti il progetto #CorrerePerUnRespiro, che ha raccolto oltre 500.000 euro per la Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – ETS, e che ha fatto del rally una piattaforma per sensibilizzare e informare.
La sua partecipazione al Campionato del Mondo Rally (WRC2) è solo la punta dell’iceberg. Ogni prova, ogni traguardo, ogni treno di gomme è un gesto contro il destino. E il Rally di Roma è il suo podio umano. A Fiuggi, durante l’evento, il desk solidale ha accolto fan e sostenitori, in un grande abbraccio collettivo che ha superato i confini dello sport.

«Sei tutti i limiti che superi», ripete spesso Rachele. È il suo motto. E mentre lo dice, non lo urla: lo respira.
Nel suo libro autobiografico – il cui ricavato va interamente alla ricerca – ogni pagina è un chilometro percorso. Ogni parola un tornante superato. E al termine dell’intervista, ha lasciato un messaggio per tutti quelli che combattono in silenzio:
«Non importa quanto buia sia la curva. Se tieni le mani salde sul volante e il cuore acceso, anche il tornante più duro ti porterà da qualche parte.»
Il Rally di Roma ha i suoi vincitori. Ma nella corsa per la vita, Rachele vince per tutti.
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🎧 Intervista radiofonica del 2 luglio – Talk City Web Radio: ascolta qui
📽️ Video-intervista del 4 luglio – Colosseo, Roma: ________________
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🏁 Per chi vuole seguire anche il viaggio di chi racconta le storie dal bordo pista, tra curve emotive e rettilinei di parole, c’è una sosta consigliata: www.dinotropea.it – dove la voce di Dino Tropea accelera tra scrittura, memoria e passione.
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