Il titolo non vuol sembra offensivo ma vuole in qualche modo suscitare attenzione. Che spesso, come in questo caso, con “antico” si cerca quel certo gusto che ha fatto scuola e che in tanta parte si è perduto. E si è perduto in ragione di una santa apparenza che vuole il tutto e il subito del grande commercio. Loro sono giovani e alle prime battute di caccia. Si chiamano RadioLondra e questo disco dal titolo “Slurp” viene fuori un sapore “antico” nel fare la canzone. C’è la parola protagonista che non è parola vintage ne parola esasperata di letteratura. È una parola moderna, snella, attuale e sicuramente ricca di fascino – complice questa timbrica vocale che nel mix è posta oltre i livelli di guardia, proprio come si face un tempo. E poi c’è quel drumming che ci riporta molto alla provincia delle sale prove. Per il resto “Slurp” insegue invece anche un trend social con questa copertina realizzata dall’influencer #FINNANOFENNO e con una forma canzone fatta di elettronica e di soluzioni sintetiche. L’estetica per noi è importante, lo sapete, e in questo disco viene messa in discussione e celebrata in direzioni diverse. Quale sia la verità? Ma alla fine importa qualcosa? Questo disco è davvero un bel disco ed è forse l’unica cosa che conta.
Noi parliamo molto di estetica. E voi di estetica ne fato ampio sfoggio in questa copertina. Come nasce l’idea della grafica?
Nasce da un rapporto di stima e amicizia con @finnanofenno. La mosca della copertina si posa sul cono gelato ed è pronta a gustarselo, come le persone possono fare con le nostre canzoni.
Che poi parlando proprio di #FINNANOFENNO incuriosisce la scelta di un Influencer: ha avuto ragione questa direzione? Serve una simile strategia oggi?
Non sappiamo se serve, certamente non fa male perché dà immediatamente visibilità. D’altro canto Carlo Giardina è un amico e un fan, e noi siamo suoi amici e suoi fan. La collaborazione non nasce da ragioni di marketing, ma dalla volontà di fare qualcosa insieme.
Il vostro sint-pop (come si chiama oggi) ha una visione quasi plastica del suono e della sua forma. In assoluta antitesi con il concetto di emozione che non vuole tempi prefissati a dovere. Come si trova (se c’è) un equilibrio?
Io credo che un sinth digitale o un pianoforte a coda abbiano potenzialità analoghe. Si può fare qualcosa di artistico in tanti modi, e a prescindere dagli strumenti. Il problema è chi sei e cosa hai da dire, e basta, a mio avviso. L’equilibrio sta nel fatto che dentro quei tre minuti di musica o poco più noi ci mettiamo tutto noi stessi, gioie dolori casini e nostalgia. Ti ho risposto? 🙂
Come non farvi la domanda sulle radio libere: che cosa mi dite in merito?
Certo non è un periodo che avete vissuto però… No, però ne abbiamo letto, e ci è stato raccontato. A noi piace l’idea di fare musica libera, realmente indipendente, e quindi originale nei contenuti. Che non significa fuori moda, a noi piace giocare con le carte che sono sul tavolo.
A chiudere, “Camilla” a quanto pare ama le imperfezioni… o sbaglio?
“Camilla” cristallizza quel momento della storia d’amore in cui tu sai che devi chiudere la porta, ripartire. Ma fai fatica perché lei è stato tanto per te, e non è mai facile “lasciare andare”, la paura dell’ignoto, la paura di perdere, esiste e ci dobbiamo fare i conti. Ci vuole il coraggio di seguire quello che si sente vero per sè. Non so come sia andata a finire quella storia.
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