Recensione: Codice Unlocked, buon B-movie tra attentati e complotti

Codice Unlocked

Un grande cast capitanato dall’agente della CIA Noomi Rapace è protagonista di Codice Unlocked – Londra sotto attacco, buon B-movie di spionaggio che mescola attentati, complotti e doppi giochi tra terroristi islamici e servizi segreti.

Attentati e complotti

In Codice Unlocked, Alice Racine (una Noomi Rapace bella e brava nelle azioni fisiche ma dall’espressione un po’ fissa come il Jason Bourne della saga) è un’agente della CIA, esperta negli interrogatori di terroristi. Adesso la troviamo però a Londra con un lavoro minore e abbastanza tranquillo e con un senso di colpa che si porta dietro da almeno due anni, perché crede di aver causato una strage a Parigi. Le capita di essere convocata dall’agenzia per eseguire un interrogatorio in quanto non c’è nessuno in zona per poterlo fare e il tempo stringe; lei non vorrebbe ma il suo capo (Michael Douglas), affettuoso e apparentemente bonario, la obbliga gentilmente. La donna si reca in un albergo per interrogare un giovane marocchino e scoprire l’azione di una cellula terroristica, ed è ancora così brava da ottenere la verità ma, mentre la sta per comunicare nella stanza accanto al capo Frank Sutter (Matthew Marsh), intuisce che è lei stessa in trappola e che la vogliono uccidere. Con abilità riesce a scappare dall’albergo dopo una sparatoria e inizia a cercare la verità. Da questo momento sarà in serio pericolo e dovrà affrontare quasi da sola tradimenti, doppi giochi, svelamenti che la porteranno a scoprire un incredibile complotto.

Un decennio di vicissitudini

Michael Apted è un regista inglese di quasi ottant’anni che ha debuttato nel 1972 con un film intimista e drammatico ambientato nel 1942, Triplo eco. Nei successivi quarantacinque anni ha realizzato una ventina di film dei più vari tra i generi, come l’ultimo film di John Belushi, Chiamami Aquila, il buon thriller Gorky Park e giungendo a Le cronache di Narnia. Apted è un buon regista, ma non entrerà certo nella storia del cinema: è attento, con un certo gusto formale, ma privo di quel talento necessario per realizzare film importanti. Oggi porta sugli schermi Codice Unlocked, un film dalle vicissitudini durate un decennio: pensato nel 2006, scritto subito dopo, ma finito in quella famosa lista nera in cui vanno a Hollywood quei progetti buoni ma che non riescono a trovare la giusta sintesi tra produzione e cast d’attori e di tecnici. Poi un paio di anni fa è stato ripreso il progetto dal produttore Lorenzo Di Bonaventura e affidato la regia al regista inglese.

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Buon B-movie dal cast sprecato

Risulta un film che ha perso lo smalto che poteva avere una decina d’anni fa – molta acqua è passata e così tanti film e serie tv che sono state realizzate sul genere – con una sceneggiatura affidata ad un debuttante che risulta in fondo ondivaga, che passa da momenti di buona impostazione narrativa a passaggi frettolosi e ripetitivi che non aggiungono niente al cinema di spy story di questo nuovo secolo. Un po’ meglio la regia, movimentata ma in modo non frenetico, con una Londra bella e non turistica, spesso notturna e una costruzione per certi tratti elegante e formalmente piacevole, anche grazie alla bella fotografia di George Richmond e al buon montaggio di Andrew Mac Ritchie, tanto da ricordare per alcuni tratti un certo buon cinema del passato alla Fred Zinnemann o alla John Frankenheimer, ma purtroppo narrativamente passa nella seconda parte a uno sviluppo quasi televisivo e, lo diciamo in senso negativo, assai prevedibile e anche un po’ pasticciato, oltre che inutilmente didattico. Alla fine, pur rimanendo in un genere, risulta un po’ un misto perché è il classico thriller che si sviluppa su intrighi, tradimenti e ripetuti doppiogiochismi un po’ prevedibili, in cui ci sono servizi segreti inglesi e americani, terroristi islamici (tutto già visto e risaputo), ma si inseriscono anche momenti di spy story, di action, in stile Jason Bourne. Quello che sembra tuttavia mancare alla trama è l’eventuale analisi dei fatti che sembrano sviluppati solo per servire il ritmo del film e non per aggiungere qualcosa di nuovo alla quantità di pellicole del genere di questo nuovo secolo. Insomma, pur con una confezione elegante e un cast notevole, se una colpa si può fare agli autori è quella di utilizzare attori del calibro di Michael Douglas, John Malkovich e Orlando Bloom per ruoli banali, brevi e in qualche caso fuori registro. Come il Bloom mercenario e assassino doppiogiochista, per nulla credibile, come anche il Malkovich capo di un’agenzia della C.IA. che continuamente fa faccine, battute e gigioneggia troppo e un Douglas lasciato alle sue rughe e a una vecchiaia fine a se stessa. Come dicevamo, una discreta regia, un buon cast, peccato per la sceneggiatura. Sarebbe potuto essere un buon film di seria A e invece si accontenta di essere un buon B-movie.

Abbiamo visto Codice Unlocked – Londra sotto attacco di Michael Apted. Con Noomi Rapace, Orlando Bloom, Michael Douglas, John Malkovich, Toni Collette. Azione, Spy Story, durata 98 min. – USA 2017. – Distribuito da Notorious Pictures. Uscita giovedì 4 maggio 2017.

Voto: 6,5

 

Domenico Astuti

(revisione e impaginazione Ivan Zingariello)