Recensione: Daniele Pecci e Maddalea Crippa in “Amleto” al Teatro Quirino

Prima o poi una delle prove più grandi di regia o di recitazione è quella di misurarsi con un drammaturgo per eccellenza quale è William Shakespeare. Daniele Pecci le tenta entrambe portando in scena, al Teatro Quirino dal 18 al 30 ottobre, proprio l’opera simbolo del Bardo, Amleto. Il dramma interiore del principe di Danimarca che vuole vendicare l’assassinio del padre ad opera dello zio, fratello del Re, che ha sposato la Regina, sua madre, con lutto ancora fresco.

Daniele Pecci dimostra l’intelligente volontà da scollarsi la pur piacevole fama di bell’attore amato nelle fiction tv, a partire dal vestire il suo personaggio, Amleto, con occhiali da vista, in modo da indossare completamente il personaggio, nascondendo il suo aspetto. Così l’ambientazione è spostata da quella originale all’inizio del Novecento, quasi a scostarsi dall’importanza del teatro elisabettiano cui appartiene Shakespeare per notificarne, ancora una volta, l’eternità di questo testo. Un allestimento che, curiosamente, ricorda anche nell’estetica uno spunto più novecentesco appunto, fino a sembrare quasi pirandelliano nell’atmosfera; poiché i temi ricorrenti si colorano di onta familiare, immagine di una tragedia da nascondere a sé stessi e alla gente, scelta di maschera da indossare sulla scena e nella vita, metafora eterna del teatro, quale ne sia l’autore.

Mariachiara Di Mitri, Maddalena Crippa e Daniele Pecci
Mariachiara Di Mitri, Maddalena Crippa e Daniele Pecci

La regia è alquanto dinamica, nei cambi di scena e nei flussi dei personaggi che compongono quadri, anche grazie a un sapiente gioco del disegno luci. Interessante l’approfondimento del sarcasmo, già insito nel testo originale, qui sviluppato a colorare di ironia la tragedia ineluttabile. Non solo il personaggio di Polonio, consigliere pettegolo del Re usurpatore e troppo ricco di iniziative che lo cacciano nei guai, nato già così, in un certo senso; ma anche lo stesso Amleto, sempre più beffardo nel prendersi gioco dell’amata malcapitata Ofelia, del turpe zio o della fragile madre e pure degli amici Rosencrantz e Guildenstern, assoldati dal Re zio per i suoi scopi. Il tutto finanche alla sprezzante scena del cimitero dove quasi si sbeffeggia la miseria del genere umano e dove anche un avvocato, una volta morto, sta finalmente zitto. Mariachiara Di Mitri nei panni di Ofelia dà una bella prova di attrice, soprattutto in seguito al suo impazzire, tra la morte del padre e il rifiuto dell’amore di Amleto. Maddalena Crippa in quelli della Regina, madre di Amleto, denota molta preparazione del suo personaggio anche se l’interpretazione è apparsa più studiata che sentita e donata emotivamente.

Daniele Pecci
Daniele Pecci

A parte un’accortezza sui suoni di scena, a volte così forti da coprire le battute degli interpreti, la messa in scena è più che discreta e originale, considerando anche il peso della ripresa di un capolavoro del genere e quindi, per una volta, ben venga qualche libertà nella sua realizzazione che ha il pregio mai scontato del portare alle nuove generazioni, copiosamente presenti in teatro, la conoscenza dei capisaldi del teatro mondiale.

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Andrea Di Cosmo

 


DANIELE PECCI e MADDALENA CRIPPA

in AMLETO di W. SHAKESPEARE

Con ROSARIO COPPOLINO

e con GIUSEPPE ANTIGNATI, SERGIO BASILE

MARIO PIETRAMALA, MAURO RACANATI

MARCO IMPARATO, VITO FAVATA

MAURIZIO DI CARMINE, MARIACHIARA DI MITRI

PIERPAOLO DE MEJO, DOMENICO MACRI’, ANDREA AVANZI

Adattamento e regia DANIELE PECCI

Costumi di  MAURIZIO MILLENOTTI e ELENA DEL GUERRA

Disegno luci di   MIRKO OTERI

Musiche originali di   PATRIZIO MARIA D’ARTISTA

Aiuto regia RAFFAELE LATAGLIATA

Dal 18 al 30 Ottobre

TEATRO QUIRINO di Roma

via delle vergini, 7

Dal martedì al sabato ore 21, giovedì 20 ore 17, mercoledì 26 ore 17, sabato 29 ore 17 e 21, domenica sempre ore 17,00

Prezzi da 34 a 17 euro