Recensione del video promozionale di Mery Rubes…by Roger A. Fratter!

Esordisco per Mondospettacolo con una recensione della compilation video promozionale 2016 (presto in arrivo anche quella del 2017…) della splendida attrice e modella lombarda Mery Rubes. La compilation vede alla regia (di tutto il materiale video, escluse le foto) il regista bergamasco Roger A. Fratter, noto per aver girato alcuni cult indipendenti italiani come “Innamorata della morte”, “Sete da vampira” e “Anabolyzer”.

L’opera, fuori commercio e non a scopo di lucro, ha in partenza un “quid” molto interessante: i video mostrati sono in ordine strettamente sequenziale e cronologico rispetto agli incontri artistici tra Fratter e la Rubes nel 2016. La Rubes, artista poliedrica, ha esordito in una particina nel bel neo-poliziottesco di Max Ferro “La promessa del sicario”. Una particina piccola piccola, ma che ha colpito Fratter (e, va ammesso, anche chi sta scrivendo questo articolo), il quale ha notato in lei non solo una bellezza abbacinante, che quasi acceca lo sguardo, ma anche potenzialità recitative non trascurabili. E ben presto è diventata una delle Muse artistiche del regista bergamasco.

Infatti i progetti in cantiere tra i due non si limitano al video promozionale del 2017, ma a ben 2 film in arrivo, uno dei quali, molto atteso, si intitola “I due killers” (che vede tra le protagoniste un’altra Musa di Fratter, Beata Walewska). Ricordiamo però che la Rubes ha avuto già una particina in un film di Fratter, tra l’altro proprio l’ultima fatica del Nostro, “Donne di marmo per uomini di latta” (recentissimamente uscito in dvd). Il video che mi accingo a recensire trasuda dal primo all’ultimo fotogramma, piaccia o non piaccia, quell’inconfondibile “Fratter’s touch” che lo ha reso immediatamente riconoscibile come autore nel marasma informe e spesso anonimo della scena indipendente italiana dell’ultimo quarto di secolo. Lo stile fratteriano esplode in particolare nella parte finale dell’opera, che a mio parere è la più azzeccata, e in qualche modo sanamente geniale. Mi riferisco al segmento “Agente 00Mery”, uno spassosissimo e divertito omaggio ai vecchi spy-movies italiani degli anni Sessanta. Il “cortometraggio”, che ha volutamente il “disturbo” video tipico delle amate vecchie videocassette, è un concentrato di sequenze prese dai primi corti di Fratter degli anni 90 e di sequenze ex novo, che vedono come protagonista la nostra sexy agente segreta 00Mery.

Omaggio ai mitici spy tricolori, ma anche tanta affettuosa ironia. Ironia che, ben dosata, pervade un po’ tutto il corpus di questo video promozionale, che ha nulla di commerciale e molto di artistico. Un’ironia che è anche patrimonio dell’artista che rappresenta il centro, il movente, il fulcro dell’opera: Mery Rubes. La Rubes mostra si, come è giusto e sacrosanto, la sua incredibile bellezza, ma lo fa con raffinata nonchalanche, con ironia, senza pose da super-diva irraggiungibile. E mostra di sé non solamente il lato sexy, ma anche il lato espressivo del suo viso, a volte venato di malinconia, ma anche “dark”, o semplicemente scanzonato, simpatico, allegro. Non c’è nulla di forzatamente malizioso o ridondantemente sensuale.

La Rubes infatti non si limita, banalmente, a rappresentare lo stereotipo della bellezza femminile canonica, va oltre. Fa vedere di sé anche altro, l’anima in primis. E ciò non è da tutte. Riguardo invece la sua bellezza fisica c’è poco da dire: maestosa. Un riuscito connubio di una tonica ed atletica bellezza mediterranea con una felice “spruzzata” di severa alterigia mitteleuropea. Un connubio dove centrali ed importanti non sono le curve e le misure perfette, ma l’intensità e la profondità dello sguardo. Uno sguardo ipnotico, quindi terribilmente cinematografico…

Massimo Bezzati