Recensione: Alamar, le meraviglie del Banco Chinchorro

Alamar

Alamar è il documentario con il quale Pedro González-Rubio cerca di dare visibilità al Banco Chinchorro, sconfinata barriera corallina del Messico. Il tutto attraverso gli occhi innocenti di Natan.

Il gioco del destino

Alamar ha a che fare con la natura e con il destino. Secondo Roberta è stato il destino a far incontrare lei e Jorge durante un viaggio, a farli innamorare, sposare e mettere al mondo Natan. Il bambino si colloca allora a metà tra due universi: quello romano, europeo, di Roberta, fatto di scuola, passeggiate al parco e in città e quello selvaggio, sconfinato e sperduto di Jorge. L’uomo esercita insieme al padre l’antichissimo mestiere del pescatore nel Banco Chinchorro, la seconda barriera corallina più estesa del mondo, in Messico, dove Natan va a trascorrere un po’ di tempo con il genitore lasciando per un attimo la sua vita in città.

Alamar: un film per la natura

Il regista Pedro González-Rubio è al suo terzo lungometraggio e realizza questo docu-film non tanto per mostrare la diversità culturale di Jorge e della sua gente, ma per mostrare una natura viva, incontaminata, affascinante, misteriosa e stupefacente, come può esserlo il mondo davanti agli occhi di un bambino. Il regista decide di girare il film dopo aver appreso che l’area del Banco Chinchorro è ultimamente fortemente minacciata dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento. Il cinema diviene la modalità attraverso la quale informare e sensibilizzare la popolazione circa questi temi.

Alamar

L’armonia con Madre Natura

Tuffiamoci nell’universo di Alamar e scopriremo un mondo davvero fantastico. La naturalezza nei movimenti di Jorge e di Natan si inserisce in un contesto ambientale più unico che raro: l’armonia parentale diviene parte di un’armonia ancora più grande che la contiene, quella di Madre Natura. Attraverso gli occhi del bambino scopriamo le specie naturali, impariamo i nomi dei pesci, riusciamo a non storcere il naso alla vista di uno scarafaggio e ci affezioniamo a Blanquita, l’uccello bianco amico di padre e figlio che diventa in un certo senso il simbolo del lato selvatico e libero del bambino e dell’umanità.

Alamar di Pedro González-Rubio è un documentario semplice, senza troppe pretese, al quale ci si affeziona. Uscita italiana il 25 maggio, mentre questa è la Pagina Ufficiale Facebook del film.

Voto: 8

Antonella Stelitano