Recensione: Parigi può attendere, esordio di Eleanor Coppola

Parigi può attendere

Esce in Italia Parigi può attendere, esordio alla regia di Eleanor Coppola. Un mix tra commedia romantica e road movie con protagonisti Diane Lane Alec Baldwin.

Quando una vicenda privata diviene film

In Parigi può attendere l’esordiente alla regia Eleanor Coppola, moglie del grande Francis Ford Coppola, mette tutta se stessa nel vero senso del termine. Il film, infatti, è la trasposizione cinematografica di una vicenda realmente accaduta all’artista americana nel 2009 durante un viaggio in Europa con il marito: colpita da una forte sinusite, decise di non seguire il compagno in Europa dell’Est e fermarsi in Francia insieme a un collaboratore storico del regista. Questa è in breve la sinossi di Parigi può attendere: Anne (Diane Lane) si rifiuta di seguire il famoso marito Michael Lockwood (Alec Baldwin) a Budapest e viene accompagnata a Parigi dal suo socio d’affari Jacques (Arnaud Viard), un irrefrenabile e passionale amante dei piaceri della vita, il quale le darà le giuste attenzioni a lungo trascurate da Michael.

Parigi può attendere ma gli spettatori no

A metà tra una commedia romantica e un road movie, Parigi può attendere si articola in varie tappe lungo la campagna francese. Complice il vizio del fumo, Jacques approfitta di molte pause durante la guida per permettere al viaggio di durare il più a lungo possibile. In questo modo i due si avventurano, tra una cena romantica e una passeggiata al museo, lungo diverse città della Provenza, in particolare Lione. Se inizialmente Anne è un po’ scettica nel seguire il suo nuovo e affascinante amico, alla fine cede alle lusinghe di Jacques, facendo risuonare quello che è in un certo senso lo slogan della loro storia: “Parigi può attendere”. Ad attendere, purtroppo, non è solo Parigi, ma anche noi spettatori. In effetti il film non presenta ulteriori snodi narrativi e si limita a presentare una dopo l’altra le varie tappe percorse in macchina. Da road movie diventa quasi una pubblicità alla bellezza naturale e artistica della Francia e questo potrebbe anche andare bene se non fosse per le fastidiosissime citazioni a quadri francesi (Renoir, Manet) volte soltanto a ostentare quel certo gusto americano per ciò che è europeo, dove europeo è sinonimo di chic e incomprensibile.

Parigi può attendere - Le sale
Le sale italiane in cui vedere Parigi può attendere (clicca per ingrandire)

Il capriccio di Eleanor

Inoltre, l’espediente di mostrare le foto scattate da Anne lungo il viaggio con la sua macchina fotografica digitale sarebbe stato interessante (forse attorno al 2003…), se questo non fosse riproposto fino allo sfinimento e fosse sterile e fine a se stesso. In parole spicciole, non convince l’esordio alla regia di Eleanor Coppola. Sicuramente si tratta di un film sentito e molto personale, ma ai nostri occhi sembra solamente lo sfogo di una donna frustrata dalla propria relazione coniugale, la quale viene, dopotutto, sfruttata per esaudire quello che sembra essere poco più di un capriccio. Eccessivamente ambizioso e fintamente culturale – come del resto i Phoenix, gruppo amato per motivi familiari da tutti i componenti della famiglia Coppola – il film può far sorridere a denti stretti in alcuni passaggi e ci permette di ammirare la sempre brava Diane Lane, candidata nel 2003 agli Academy Award.

Parigi può attendere di Eleanor Coppola esce in Italia il 15 giugno, distribuito da Good Films.

 

Voto 4

di Antonella Stelitano