Recensione: Rogue One: A Star Wars Story, imperdibile spin-off!

Premiata l’attesa senza anticipazioni di Rogue One: A Star Wars Story (letteralmente “Mascalzone Uno”), spin-off che promette di diventare a sua volta un cult. 

In questo Rogue One gli adoratori di Star Wars si divertiranno a riconoscere i molti punti di continuità con la saga, mentre i neofiti potranno affezionarsi ai nuovi personaggi, le cui vicende precedono tutte quelle degli altri episodi (il film è infatti una sorta di prequel), ma che non sfigurano all’ombra dei mostri sacri che li hanno preceduti nei cuori del pubblico.

Rogue One
La Morte Nera

Un manipolo di “eroi per caso” deve trovare e trasmettere all’Alleanza i piani della più micidiale arma mai creata dall’Impero, la Morte Nera, alimentata a cristalli Kyber. Tra alleanze e tradimenti, voltafaccia e affiliazioni che partono dal cuore, i ribelli capitanati da Cassian Andor (Diego Luna) conducono la giovanissima Jyn Erso (Felicity Jones) nella sua missione personale e intergalattica. Con loro ci sono Bodhi Rook (Riz Ahmed), un pilota di caccia imperiali che si converte alla causa dei sovversivi, Chirrut Îmwe (Donnie Yen), uno jedi-samurai cieco che ha con sé la Forza, e Baze Malbus (Jiang Wen), il suo fedele guardaspalle armato fino ai denti.

Riz Ahmed, Diego Luna, Felicity Jones, Jiang Wen e Donnie Yen

Non ultimo dà una mano anche “K-2SO“, il drone imperiale rigenerato, primitivo, affettuoso e sarcastico.. insomma un adorabile robottone. Jyn è stata cresciuta da Saw Gerrera (Forest Whitaker), uno degli uomini a capo della ribellione, visto che il padre Galen (Mads Mikkelsen) era uno scienziato rapito dall’Impero, per il quale ha creato l’arma devastante. Il cattivo di turno è invece Orson Krennic (Bob Mendelsohn), un capitano a servizio dell’Imperatore che indossa abiti e mantello bianco ed è corroso dalla sete di dominio.

Rogue One
Diego Luna, Felicity Jones e K-2SO

Colpisce nel corso degli scontri cioè che accade ai protagonisti, ma non c’è il tempo per soffermarcisi perché la battaglia incalza (e per non fare spoiler) e occorre combattere su tutti i fronti, con la forza, l’astuzia e la strategia, per rompere lo scudo di protezione dell’archivio dei piani dell’Impero e portare in salvo i preziosi dati. Alcuni dei personaggi mitici appaiono in dei camei e subito in sala scatta l’applauso! Alla fine ci si ritrova a fare a gran voce il tifo per la ribellione, per mantenere la speranza che l’Impero non trionfi usando la Morte Nera.

Rogue One
L’Imperial Destroyer

Il racconto è più lineare dei film della serie principiale, ha un taglio più rassicurante. Come quei fumetti in cui la tavola è suddivisa da linee di contorno continue e regolari e piuttosto che discontinue o trasversali. Montaggio lineare nella susseguirsi delle scene e degli avvenimenti, ma che tiene sempre il pubblico sulle spine. Un film partigiano che coinvolge gli spettatori nella lotta, più ricco di combattimenti tra soldati di terra che tra astronavi nello spazio, anche se tutte le navette che già conosciamo sono presenti. Più un simil-Marvel che un classico Star Wars, in cui colpisce anche l’ambientazione esotica della battaglia.

Rogue One
Gli Stormtrooper imperiali

Da non perdere, in attesa dell’ottavo episodio della serie ufficiale, la cui uscita è prevista esattamente tra un anno. Nel frattempo questo è il Sito Ufficiale di Rogue One.

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Bella G.

(revisione e impaginazione Ivan Zingariello)