Recensione: Tutto quello che vuoi, il giovane coatto e il saggio anziano

Tutto quello che vuoi.png

Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni è la storia dell’insolita amicizia tra un giovane coatto romano e un anziano saggio e colto, con protagonisti l’emergente Andrea Carpenzano e il regista Giuliano Montaldo nell’insolita veste di attore.

Un’insolita amicizia

In Tutto quello che vuoi, Alessandro (Andrea Carpenzano, visto ne Il permesso di Amendola) è un giovanotto di ventidue anni che vive sulle spalle di un padre barista, non cerca alcuna via nella vita e passa il tempo sfaccendando con tre amici al bar, tra una birra e un commento sulle ragazze che passano. Sono quattro amici semianalfabeti e quando vogliono, diventano dei coatti con altri coatti. Alex è così apparentemente privo di morale che è diventato l’amante della madre di un amico del gruppo. Un giorno il padre lo obbliga ad accettare un breve lavoro: deve fare compagnia per qualche ora al giorno all’85enne Giorgio (il regista Giuliano Montaldo), smemorato e bravo poeta, amico di Pasolini e del Presidente Pertini. Anche se sono due mondi a sé, tra loro nasce una specie d’affetto; da parte del giovane un senso di rispetto che lo porta a comprendere alcuni insegnamenti sulla vita, mentre naturalmente per l’anziano poeta ci sono gli ultimi brividi di vitalità che li porterà (un’occasione di racconto un po’ sprecato) a intraprendere un breve viaggio.

Francesco Bruni e i giovani

Che fine hanno fatto i giovani degli Anni Cinquanta di Poveri ma belli? I vari Maurizio Arena, Renato Salvatori e Marisa Allasio? Quell’Italia proletaria e aideologica che sfaccendava tra Piazza San Cosimato e Santa Maria in Trastevere, i cui maschi pensavano solo alle femmine da conquistare, standosene sulle spalle di genitori arrabbiati ma bonari? Quel piccolo mondo antico oggi sembra voler essere raccontato da Francesco Bruni (noto sceneggiatore televisivo e cinematografico) che ogni tanto decide di diventare un regista. Al suo terzo lungometraggio, dopo il successo di Scialla (più di critica che di pubblico) in cui cercava una via autoriale e popolare con una certa originalità per certi spunti, ma anche un’insincerità per altri, ha poi realizzato nel 2014 Noi 4, un film piccolo-piccolo, minimalista, senza molta importanza, spostandosi dalla Via Giulia di Scialla a Via delle Carine al Colosseo e a Piazza Vittorio. Questo terzo film giunge a Trastevere e si sofferma su giovani uomini apparentemente duri e chiusi nei sentimenti, per poi seguirli nella loro trasformazione (nell’arco di un paio di settimane) in giovani uomini che accettano le regole del gioco (un lavoro) e mostrano dei sentimenti veri, probabilmente perché vengono a contatto con un vecchio signore gentile e svagato. Bruni è un bravo sceneggiatore, conosce gli stilemi e le regole, ma sembra poco propenso a scardinarli e a creare qualcosa di non già visto se non prevedibile, al punto che ci appare come un signore borghese, politicamente corretto, e in fondo generoso con la realtà.

[metaslider id=54944]

Verosimile più che reale

Entrando nella storia, con le conversazioni di quattro odierni stupidotti giovani al bar, tra il coatto e l’arrogante, con i loro vent’anni senza arte né parte, abbiamo pensato al solito film senza possibilità di riscatto filmico; seguendolo trova invece una sua via più degna e decorosa, ma senza mai provare a stupirci e planando su passaggi senza possibilità di novità. La costruzione narrativa, tra la coppia giovane-ignorante e vecchio-saggio e colto, risulta la parte meno originale, ed anche il passaggio dei quattro giovani, da duri e persi a ragazzi normali e in fondo gentili e sensibili, ci sembra del tutto volontaristico e in fondo leggero nell’analisi psicologica e sociologica, collocando il tutto in una realizzazione verosimile più che reale, perbenista più che di incontro-scontro. Se ci trovassimo davanti ad un prodotto televisivo, penseremmo che andrebbe più in una tv generalista che non in un canale tematico. In fondo, nonostante l’attenzione per la scrittura, l’empatia che Bruni mostra verso tutti i personaggi, anche quelli più scostanti o insignificanti, sembra inciampare nel respiro corto del racconto, in un universo quasi di fiction televisiva, supportata ahinoi da location troppo viste e accattivanti. Purtroppo pensiamo che questo sia un film che a un pubblico giovane – a cui dovrebbe anche essere indirizzato – non arrivi per mancanza di freschezza e di spunti reali.

Abbiamo visto Tutto quello che vuoi, regia di Francesco Bruni. Con Giuliano Montaldo, Andrea Carpenzano, Arturo Bruni, Vittorio Emanuele Propizio, Donatella Finocchiaro. Genere Commedia – Italia, 2017, durata 106 minuti. Uscita cinema giovedì 11 maggio 2017 distribuito da 01 Distribution.

Voto: 6

 

Domenico Astuti

(revisione e impaginazione Ivan Zingariello)