Recensione: Vengo anch’io, Nuzzo e Di Biase on the road

Se lei abbiamo avuto modo di vederla, tra l’altro, ne La matassa di Giambattista Avellino e Gli ultimi saranno ultimi di Massimiliano Bruno, insieme sono apparsi in Tiramisù di Fabio De Luigi e Anche se è amore non si vede di Ficarra e Picone.

Ma, l’uno nato a Tricase, l’altra a Montréal, è soprattutto nell’ambito del piccolo schermo – dove hanno acquisito popolarità all’interno dei programmi della Gialappa’s Band – che sono stati in grado di costruire sull’osservazione della normalità il proprio mondo surreale Corrado Nuzzo e Maria Di Biase.

Un mondo surreale tempestato di umorismo cinico e politicamente scorretto che, dopo anni di carriera, decidono di portare al cinema tramite Vengo anch’io, commedia on the road di cui, oltre a curare la regia, ricoprono i ruoli di protagonisti: un aspirante suicida e una ex carcerata bastonati dalla vita e destinati, per uno strano scherzo del destino, ad intraprendere un viaggio insieme non distante da quello alla base di Scemo & più scemo di Peter Farrelly.

Un viaggio che li conduce progressivamente a confrontarsi con il proprio passato, a lottare con i loro demoni e ad uscire dalla solitudine; mentre ad affiancarli è un Gabriele”Io e te”Dentoni che, nei panni di un giovane affetto dalla sindrome di Asperger, grazie al suo difetto di dire sempre la verità fornisce uno dei principali espedienti per generare comicità.

Come pure l’esilarante incontro con un poliziotto incarnato dall’Aldo Baglio che, insieme all’avatiano Bob Messini, un Francesco Paolantoni in vena di partite a carte, una Ambra Angiolini farmacista e un Alessandro Haber meccanico, rientra tra le apparizioni di lusso di cui gode la circa ora e mezza di visione, chiaramente strutturata a sketch.

Circa ora e mezza di visione che, nel tirare in ballo anche la Cristel Caccetta di Io che amo solo te e nel ribadire che la felicità ti seduce e, poi, ti abbandona, approda ad una gara di canottaggio amatoriale volta a testimoniare ulteriormente l’allegoria di fondo relativa al concetto di unione familiare.

Ma soltanto dopo una sequela di situazioni che, comprendenti, tra l’altro, furti e rapine, non sempre godono di battute azzeccate e riescono, al massimo, nell’impresa di strappare qualche risata stiracchiata… lasciando probabilmente soddisfatti, comunque, i fan irriducibili della coppia.

 

Francesco Lomuscio