REJECTO: la bellezza di dire quello che si pensa

La sua musica, il suo flow, la sua melodia che spesso gioca anche con allegoria sfacciata e con eccentrica ironia… e poi le liriche di REJECTO, alla fine, non solo rapiscono per il gusto e per le tante soluzioni ma colpiscono al cuore del problema della pubblica piazza soprattutto. Siamo di fronte ad una bellezza che non ha maschere e che proprio da questa assenza di filtri si fa spinosa, difficile da gestire, si fa scomoda… aspettiamo tutti una rivoluzione, ognuno la sua. Partiamo per prima cosa dalla bellezza di dire quello che si pensa. E in questo, “Prima, durante e… Dopo?” ha vinto a mani basse… anzi bassissime.

Noi parliamo di bellezza e come vedrai non solo di quella estetica e sfacciata. Partiamo da qui: per te cos’è la bellezza?
Beh, non penso che la bellezza salverà il mondo (tanto per citare Dostevskij) e non vorrei che il mondo finisse non già con uno schianto ma con un lamento (parafrasando Eliot) perché non sarebbe una bella morte, come invece sta succedendo. È una domanda difficile: benché nel genere umano il codice aureo sia un fatto, la bellezza ci è stata insegnata dai vincitori, per cui un naso dritto è più bello di uno aquilino anche se la bellissima Cleopatra pare ne avesse uno prominente e non uno come Liz Taylor, quando l’interpreta nel film. Nell’arte, in generale, la necessità dell’esprimere un concetto attraverso un mezzo, ha rosicchiato un po’ di spazio alla convenzionalità. Del testo, penso che molte volte è solo indotta, quindi solo moda! Poi ci sono alcuni casi dove la bellezza esiste anche senza essere trendy.

Le canzoni di questo disco sono anche belle esteticamente. Ma hanno anche forti contenuti. Il bello che incontro il contenuto. Annoso problema… secondo te c’è un punto d’incontro o ci sono solo compromessi?
Ecco: Rejecto è bello, così affermi tu, senza essere trendy aggiungo io, questo è un gran complimento e allo stesso tempo un dato pericoloso, perché se la musica è sempre meno arte e sempre di più merce e i fruitori non sono tanto curiosi del nuovo, il contrappasso è l’estinzione.
La musica non è per niente libera ma piena di compromessi: il formato/supporto, la fruizione, le regole del tempo, la frequenza, la durata e in questo periodo anche la censura.

E parlando di compromessi: non ne cerchi e non ne vuoi in questo sistema di cose. La tua soluzione?
I miei compromessi li ho già accettati nel momento in cui ho deciso di palesarmi, anche se solo sotto forma di musica/prodotto. Soluzioni: cambiamento! Se gente come Bob Dylan vende le edizioni di tutta la carriera, significa che la musica è in serio pericolo. Anelo all’arte libera per tutti e redistribuzione del patrimonio economico. Basta diseguaglianze sociali e finanziarie! Ad oggi duemilacinquecento persone circa, detengono la ricchezza di tutto il resto dell’umanità.
Spero che ci sia una rivoluzione mondiale positiva, perché una negativa sta già avvenendo sotto i nostri nasini…

A chiudere: al di la dei video, della promozione normale… hai in mente altro per dar voce ai messaggi di queste canzoni?
Ho in mente tante cose, alcune vanno in porto altre no, spero di essere forte, questa è la via (volendo citare il Mandaloriano).