RFF2015: i 40 anni di “Sandokan”, reunion con Kabir Bedi, Carol André, Oliver Onions, Andrea Giordana e Stefano Sollima

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Grande reunion oggi al Roma Fiction Fest. A 40 anni dalla prima messa in onda (6 gennaio 1976) è il giorno di “Sandokan“, la storica miniserie RAI diretta dal compianto Sergio Sollima e tratta dai romanzi di Salgari. E per festeggiare la ricorrenza, in tanti sono stati invitati al Cinema Adriano, dove c’è stata la proiezione della prima puntata ed un incontro con il pubblico.

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L’incontro di oggi con il pubblico

Ovviamente l’ospite più atteso non poteva che essere lui, Kabir Bedi. L’attore pakistano, che il 16 gennaio compirà 70 anni, è diventato un’autentica icona della nostra televisione e il suo volte è indissolubilmente legato al personaggio di Sandokan, grazie al quale ha avuto un successo di portata internazionale, tanto da essere chiamato a recitare anche in un film di 007, “Octopussy” nel 1983. E come lui stesso ha ammesso, senza Sandokan sarebbe magari diventato una star, ma solo a livello indiano. Lo stesso Bedi ha portato un breve documentario da lui prodotto in cui racconta il suo Sandokan, mentre per il Fiction Fest ha presentato la serie tv “Buddha: King of Kings” di cui è protagonista.

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Kabir Bedi (foto Ivan Zingariello)

Accanto a lui ecco la rediviva Carole André, alias Lady Marianna, la “Perla di Labuan” della serie. A 60 anni suonati si presenta in splendida forma, tiratissima ma anche schiva. Non a caso da oltre 20 anni ha abbandonato le scene (eccezion fatta per una breve apparizione nel 2007, in “Un medico in famiglia 5“) e si dedica al nuoto agonistico, di cui è campionessa italiana senior. Di quei giorni ricorda quanto fossero emozionanti per una ventenne tutti quei viaggi in quei meravigliosi luoghi, lontani dalla civiltà e in cui per fare una telefonata bisognava prenotarla 3 giorni prima (!).

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Carol André (foto Ivan Zingariello)

A chiudere il reparto recitazione c’è anche Andrea Giordana, ex Sir William Fitzgerald. Nella serie era lui l’antagonista di Sandokan, anche nel contendersi il cuore della Perla. Anche lui arrivato alla soglia dei 70, dopo tanti anni di cinema e televisione, si dedica quasi esclusivamente al teatro, con qualche capatina nelle fiction. Assente invece l’85enne Philippe Leroy (Yanez) che in mattinata ha comunicato la sua rinuncia a causa di un infortunio. Presente invece in sala il 78enne Sal Borgese, che entrò nella serie successivamente, interpretando Kammamuri.

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Sal Borgese (foto Ivan Zingariello)

Non potevano mancare i mitici Oliver Onions, vale a dire Guido e Maurizio De Angelis che, con la loro colonna sonora e la famosa sigla di “Sandokan“, hanno contribuito notevolmente al successo della serie. Infatti il disco ha venduto 1 milione di copie (cifra inimmaginabile al giorno d’oggi), e la sigla con quel coro iniziale “Sandoka-an Sandoka-an” fu studiata appositamente per richiamare l’attenzione anche dello spettatore più distratto. Ma raccontano anche che allo storico produttore Goffredo Lombardo, patron della Titanus, la sigla non piacque affatto e si convinse che la serie sarebbe stata per questo un insuccesso, togliendo il saluto ai De Angelis. Per mesi non si parlarono, fino a quando ad un buffet Lombardo si avvicinò a Guido e dandogli un’amichevole spallata gli disse “e vabbè, c’avevate ragione voi“.

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Guido De Angelis e Andrea Giordana (foto Ivan Zingariello)

Presenti all’incontro anche il costumista Fabrizio Caracciolo, i figli di Adolfo Celi (Sir James Brooke, il rajah di Sarawak) che hanno presentato un breve documentario su Sandokan (con gli interventi di Sergio Sollima, Tullio Kezich, Kabir Bedi e Andrea Giordana) ricco di riprese amatoriali girate direttamente da papà Adolfo. Ultimo, ma non certo per importanza, Stefano Sollima, figlio di Sergio e regista della serie di “Gomorra” e di “Suburra“, che ha ricordato come per lui fosse un immenso gioco trovarsi da bambino in Malesia, in mezzo a soldati e combattimenti.

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A. Giordana, C. André, K. Bedi, Stefano Sollima e Leonardo Celi (foto Ivan Zingariello)

In conclusione, una grande reunion per una grande serie entrata nel cuore degli spettatori e dell’immaginario collettivo, che ci ha fatto vivere l’emozione di ritrovarsi idealmente in quelle terre esotiche e misteriose accanto alla “Tigre di Mompracem”.

 

Ivan Zingariello

 

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Kabir Bedi assalito dalle troupes

 

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