Riscoperto in dvd il giallo argentiano Le calde labbra del carnefice

Sempre più attenta alla riscoperta su supporto digitale di più o meno sepolti titoli appartenenti alla celluloide di genere del passato, CG Entertainment (www.cgentertainment.it) rende disponibile su supporto dvd Le calde labbra del carnefice.

Co-produzione tra Spagna, Italia e Regno Unito firmata nel 1974 dal Juan Bosch particolarmente attivo in ambito western (suoi, tra gli altri, Dio in cielo… Arizona in terra e Lo credevano uno stinco di santo), fu l’ultima interpretata, prima del ritiro dalle scene, dalla cantante Gillian Hills, che avevamo visto anche in Blow-Up di Michelangelo Antonioni e Arancia meccanica di Stanley Kubrick.

La Gillian Hills che regala anche uno splendido nudo nel ricoprire il ruolo di una disegnatrice che, fedele ad un corrispondente di guerra del Vietnam che da quattro mesi non dà notizie, al fine di sottrarsi alla spietata corte dell’editore suo principale affitta una mansarda a Londra. Corrispondente che è convinta di aver visto nel traffico della città; mentre prima riceve la visita di un ospite che viene in seguito ritrovato morto sull’asfalto, poi da un altro che le porta una borsa con mezzo milione di dollari.

Infittendo l’intrigo progressivamente costruito nel corso di quasi un’ora e mezza di visione che tentò in maniera evidente di cavalcare il successo della cosiddetta “Trilogia zoologica” di Dario Argento, costituita tra il 1970 e il 1971 da L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e 4 mosche di velluto grigio.

Non a caso, del secondo dei tre titoli emula anche la sequenza in cui una vittima finisce sotto un treno Le calde labbra del carnefice, che apre mostrando uno sgozzamento al sangue e ripropone a suo modo gli stilemi del maestro romano del brivido, a cominciare dalla mano dell’assassino celata all’interno di un guanto in pelle nera.

Man mano che viene tirato in ballo anche un caldo momento erotico con la starlet della celluloide sexy nostrana Orchidea De Santis e che si approda ad un inseguimento finale da antologia tra automobile e motocicletta che, complice la ritmata colonna sonora a cura di Marcello Giombini, non avrebbe affatto sfigurato in un poliziottesco.

Quindici minuti in cui il giornalista e critico cinematografico parla del film completano il disco nella sezione extra.

 

Francesco Lomuscio