Un caso che sta facendo discutere a Rivoli, in provincia di Torino, riguarda gli autovelox di Corso Francia, al centro di una polemica sollevata dall’ex Vicesindaco e Assessore alla Sicurezza Laura Adduce. In un recente post su X, Adduce ha espresso la sua frustrazione per la mancata rimozione di questi dispositivi, nonostante un iter amministrativo che ne prevedeva la disattivazione. La vicenda, riportata in un articolo di Sara Sonnessa su Torino Cronaca (https://torinocronaca.it/news/torino/511265/i-velox-non-sono-a-norma-ma-il-comune-non-li-spegne.html), apre interrogativi sulla gestione della sicurezza stradale e sull’uso degli autovelox come possibile strumento di bilancio.

Laura Adduce, figura di spicco dell’amministrazione rivolesca, ha ricordato come, durante il suo mandato, fossero state approvate due delibere, accompagnate da un parere della Prefettura e da una determina dirigenziale che ordinava la rimozione degli autovelox. “Eppure, dopo poco meno di un anno, quegli apparecchi in Corso Francia sono ancora lì,” ha dichiarato, sottolineando un’apparente inerzia dell’amministrazione. La domanda che Adduce pone è tanto diretta quanto provocatoria: “Si sta usando la parola ‘sicurezza’ come giustificazione per fare cassa e sostenere il bilancio comunale?”

Questa accusa non è di poco conto. Gli autovelox, spesso presentati come strumenti per garantire la sicurezza stradale, sono da tempo oggetto di dibattito in molte città italiane. Quando la loro gestione appare opaca o i dispositivi risultano non conformi alle normative, come suggerito nell’articolo di Torino Cronaca, si alimenta il sospetto che il loro scopo primario non sia la prevenzione, ma il profitto. Adduce chiede chiarezza: se l’obiettivo è davvero quello di finanziare le casse comunali, l’amministrazione dovrebbe dichiararlo apertamente, rettificando le delibere e revocando la determina dirigenziale.

Ma non si tratta solo di questioni burocratiche. Al centro della polemica c’è una richiesta di responsabilità politica. “Ci si assuma la responsabilità di questa scelta davanti ai cittadini di Rivoli,” ha aggiunto Adduce, chiamando in causa l’attuale amministrazione. La trasparenza verso la cittadinanza è un tema cruciale, soprattutto quando si parla di strumenti che incidono direttamente sulla vita quotidiana dei residenti, come le multe per eccesso di velocità.

Il caso di Rivoli non è isolato. In molte realtà italiane, la gestione degli autovelox è stata oggetto di controversie, spesso legate a normative non rispettate o a dispositivi non omologati. L’articolo di Torino Cronaca evidenzia come i velox in questione non siano a norma, un dettaglio che rende ancora più pressante la necessità di un intervento chiaro e deciso da parte del Comune.

La vicenda sollevata da Laura Adduce rappresenta un monito per tutte le amministrazioni: la sicurezza stradale è una priorità che non può essere svuotata di significato da scelte discutibili o da una comunicazione poco trasparente. I cittadini di Rivoli, come quelli di ogni altra città, meritano risposte concrete e un’amministrazione che agisca con coerenza e responsabilità. Resta da vedere se il Comune accoglierà l’appello dell’ex Vicesindaco o se gli autovelox di Corso Francia continueranno a essere un simbolo di discordia.

Fonte: Torino Cronaca, Post su X


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